Di Sergio Tomaselli
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Spezia, retrocessione amara: patron Platek programma la Serie B. Nzola e Baroni…
Per la seconda volta negli ultimi trent'anni di Serie A, la terza retrocessa è stata sancita dallo spareggio tra la diciassettesima e la diciottesima classificata. Spezia e Verona hanno concluso il loro cammino a pari punti e, per decisione del Consiglio di Lega, si sono affrontate in campo neutro, in una gara secca, per stabilire l'ultimo verdetto dell'anno. A spuntarla è stato il Verona di Zaffaroni che, al "Mapei Stadium" di Reggio Emilia, si è imposto per 1-3, mantenendo di fatto la categoria.
E' durata complessivamente due stagioni l'avventura dello Spezia in Serie A, la prima della sua storia lunga centoventitré anni. La promozione era avvenuta nel 2019/20, nell'anno nefasto in cui i campionati vennero sospesi per la pandemia da Covid-19. La compagine dell'allora tecnico emergente Vincenzo Italiano concluse la regular season al terzo posto e alla fine del percorso playoff si impose sul Frosinone in finale. La Serie A portò anche ad un importante cambio di proprietà. Era febbraio 2021 quando lo storico patron Volpi ufficializzò la vendita dell'intero pacchetto azionario (per 24 milioni di euro) al gruppo americano dei Platek, nella figura di Robert Junior.
La prima nel massimo campionato italiano si concluse con un buon quindicesimo posto, con una salvezza conquistata senza troppi patemi. Protagonisti indiscussi della stagione furono Mbala Nzola, bomber angolano autore di undici reti, e l'estremo difensore Ivan Provedel, alla prima vera occasione in Serie A. Ma il piccolo capolavoro porta la firma indelebile di Italiano, tecnico proveniente dal Trapani e ancor prima dai dilettati dell'Arzignano, che per tutta la stagione non è mai stato in discussione.
Nell'annata successiva, il nodo allenatore per la nuova proprietà d'oltreoceano. Vincenzo Italiano, pronto e deciso a fare il salto di qualità, sceglierà la Fiorentina per continuare il suo percorso. Al suo posto, i Platek punteranno su un altro emergente, Thiago Motta, reduce dalla breve parentesi al Genoa. Dopo la finestra estiva di calciomercato, il campionato inizia con non poche difficoltà per il tecnico italo-brasiliano. Undici punti nelle prime tredici gare, diverse sconfitte pesanti, come la debacle per il 6-1 contro la Lazio, il 4-0 contro il Verona ed il 5-2 al cospetto dell'Atalanta. La società, però, non perse la lungimiranza e decide di dar fiducia allo stesso allenatore. Una scelta che alla fine si rivelò azzeccata, con lo Spezia che concluse la stagione al sedicesimo posto, sulla falsariga di quella precedente.
Tuttavia, la scorsa estate, il sodalizio non è proseguito: Thiago Motta scelse il Bologna e in casa Spezia iniziò il casting per il nuovo allenatore. La proprietà, dunque, scelse di ingaggiare Luca Gotti, che aveva appena terminato in maniera positiva la stagione con l'Udinese da subentrato. L'avvio, però, fu da dimenticare. Solo quattro vittorie nelle prime diciannove gare, con la squadra perennemente a ridosso della zona retrocessione. Dopo il pari esterno contro l'Empoli dell'11 febbraio, la società decise di sollevare Gotti dall'incarico, affidando la squadra a Leonardo Semplici. Il cambio di guida tecnica non ha portato i benefici sperati, anche se a metà campionato il cammino sembrava procedere per i binari giusti, più per demeriti altrui che per meriti propri. Il Verona correva, lo Spezia rallentava. Con le due squadre che terminarono l'annata a quota 31 punti. Tutto il resto è storia.
La retrocessione porta con se tanti interrogativi, sempre. Un epilogo del genere, specie se arrivato in maniera quasi rocambolesca, porterà la famiglia Platek a riflessioni sul futuro. Prima di tutto il problema dell'allenatore. Come annunciato negli giorni scorsi, Semplici non sarà il tecnico dello Spezia in Serie B. Quello cadetto è un campionato ostico, lungo e ricco di insidie. La promozione diretta è un traguardo complicato, i bianconeri troveranno l'anno prossimo diverse squadre pronte a battagliare per approdare in Serie A. Tornare in purgatorio dal paradiso è un passo che può condurre ancora più in basso. Ne sanno qualcosa Spal, Benevento e Brescia, che fino a pochi anni fa militavano in Serie A e che di recente sono retrocesse in Lega Pro. Per la panchina, nelle ultime ore - dopo avere sondato vari allenatori - sembra in pole Marco Baroni.
Un altro nodo da sciogliere riguarda l'organico. Diversi gli uomini copertini sul piede di partenza, su tutti il capocannoniere della squadra Nzola. Tredici gol in A, sulle tracce dell'attaccante classe 1996 vi sono Roma, Salernitana e Fiorentina. Ricostruire - o mantenere - un organico dopo una retrocessione è un compito arduo. Con l'avvento dei Platek nel 2021 si è decisamente messo un freno alla politica dei prestiti, che aveva caratterizzato la gestione Volpi. Alcune cessioni eccellenti la scorsa estate, come quella di capitan Giulio Maggiore alla Salernitana. Adesso, con diversi calciatori in scadenza, sarà un duro lavoro per Edoardo Macìa, CEO del club ligure.
Ricostruire con buone fondamenta non è da cosa da poco, o chiunque. Servirà un lavoro coordinato in società, tra patron e collaboratori. Il percorso tortuoso che dalla Serie B porta alla Serie A è una strada non facilmente percorribile. Ed in questa stagione, in particolare, lo Spezia si troverà a far i conti con tante concorrenti di spessore.
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