La Juventus sarà l'ultima partita del corrente campionato in cui, per i rosanero, sarà contemplata la sconfitta.
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Gazzetta: tutte le squalifiche del campo del Palermo. Dagli elicotteri agli ombrelli, passando per le frasi di Barbera
La Rosea passa in rassegna tutti quegli episodi che hanno causato la chiusura degli spalti dello stadio a Palermo (Littorio prima, Favorita e quindi Barbera). Mercoledì 20 aprile, in occasione di Palermo-Atalanta, si giocherà a porte chiuse.
Da mercoledì 20 aprile - vale a dire dal match contro l'Atalanta - il Palermo non potrà più sbagliare. Proprio in quel mercoledì si giocherà nel silenzio: il Giudice Sportivo, a seguito della condotta violenta di una frangia di tifosi nella sfida Palermo-Lazio, ha disposto la chiusura di tutti i settori dell'impianto palermitano. La società - questo ciò che filtra - non dovrebbe far ricorso in appello.
L'edizione odierna de 'La Gazzetta dello Sport' ripercorre dettagliatamente tutti (pochi) quegli episodi che hanno provocato la squalifica del campo a Palermo.
Palermo-Fiorentina, 11 giugno 1933 - All’allora stadio Littorio, i viola erano passati in vantaggio dopo che al Palermo era stato annullato un gol regolare. Pari rosanero, ancora avanti la Fiorentina. A questo punto, due tifosi palermitani invadono il campo e vengono bloccati dalla milizia a cavallo. Dopo un’interruzione di qualche minuto, il terzo gol dei viola.
Palermo-Napoli, 16 marzo 1969 - Alla Favorita è di scena il Napoli. Un rigore negato al Palermo e uno concesso al Napoli scatenano gli incidenti. Ma a far infuriare i tifosi palermitani è il gesto dell’ombrello di Altafini dopo aver segnato il rigore del 2-2. Dopo un tentativo di invasione di campo - ricorda la Rosea -, un guardalinee colpito, si scatena la guerriglia dentro e fuori. Un elicottero atterra sul campo e preleva Sbardella. Tornerà a salvare i guardalinee. Il 3-2 per il Napoli diventa 2-0 a tavolino, due giornate di stop al campo del Palermo, 15 arrestati e 37 denunciati.
Palermo-Milan, 28 gennaio 1973 - A 10’ dalla fine, sotto il diluvio, Rivera scivola nell’area del Palermo, l’arbitro Menegali concede il rigore che il capitano rossonero segna. A fine gara Rivera incontra Barbera: "Presidente, mi dispiace". E Menegali: "Dispiace anche a me". Barbera gelido: "La stimo come avvocato, non come arbitro". Verrà squalificato per sei mesi, il campo del Palermo per una giornata.
Palermo-Ternana, 13 febbraio 1977 - "Noi gli arbitri li trattiamo bene a Palermo. Male che vada li facciamo andare via in elicottero". Silvio Palazzotto, segretario del Palermo, scherzava così con l’arbitro Antonio Falasca di Chieti prima di Palermo-Ternana, il 13 febbraio 1977. Non avrebbe immaginato che quel pomeriggio la terna arbitrale avrebbe lasciato la Favorita in elicottero. Ma - sottolinea 'La Gazzetta dello Sport' quest'oggi in edicola - quella volta non era l’arbitro il bersaglio dei tifosi: ce l’avevano con i rosanero che si erano rivolti al pubblico con gesti volgari. Pioggia di oggetti, lancio di lacrimogeni dalla polizia in campo verso i tifosi inferociti che rimandavano i candelotti in campo. Dopo l’assurdo ping pong, con squadre e arbitro già negli spogliatoi, guerriglia fuori dallo stadio: rotti i vetri dei pullman delle due squadre, feriti tra tifosi e forze dell’ordine. Si decide di allontanare su elicottero della polizia arbitro e guardalinee. Il Palermo pagherà con tre turni di squalifica del campo.
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