serie b

Focus: Luna Park Stellone, tutti i segreti del primato rosa. Così il tecnico ha cambiato il Palermo…

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Come è riuscito il tecnico romano ad imprimere una svolta così radicale in poco tempo?

Innanzitutto eliminando ogni retaggio speculativo e conservativo legato alla precedente gestione. Organico alla mano, il Palermo dispone inconfutabilmente della rosa migliore del torneo. Sia sul piano della cifra tecnica complessiva che della qualità di opzioni come prime alternative. Una rosa equilibrata, solida, profonda, ricca di individualità duttili e di livello, funzionali all'applicazione di più sistemi di gioco.

Partendo da questa consapevolezza, i primi tasselli fondanti del mosaico coniato da Stellone sono stati la mentalità ed il coraggio. Questa squadra aggredisce fisiologicamente partita ed avversario con l'unico intento di imporre ritmo, dinamiche e gioco alla contendente di turno. Filosofia marcatamente audace e propositiva che si traduce in maniera piuttosto chiara sul terreno di gioco. Baricentro alto, pressing asfissiante sulla trequarti offensiva, esterni con chiara vocazione propulsiva sulle corsie, centrocampisti deputati all'inserimento e pronti al rimorchio, schieramento simultaneo di almeno un trequartista e due punte di ruolo. Costruzione non più solo legata alla scolastica ricerca dell'ampiezza, ma caratterizzata da un più costante ricorso alla verticalizzazione sulle punte, impreziosita spesso da fitti fraseggi sulla trequarti e conquista della profondità per linee interne. Aggressione alta e organica, con le linee che accorciano sequenzialmente in avanti, riconquista della sfera e transizione immediata, per innescare la qualità dei fantasisti tra le linee o premiare il taglio della punta alle spalle della retroguardia avversaria. Un calcio intenso, coraggioso e arrembante, la cui applicazione richiede un'eccellente condizione sul piano atletico ed una costante abnegazione in fase di non possesso. Restare sempre corti, non smarrire distanze e compattezza, ricomporre per tempo la densità, quando si attacca con sei-sette uomini la porta avversaria, non è impresa semplice. Fatta eccezione per qualche passaggio, la squadra di Stellone vi è sempre riuscita.

La versatilità conferita sul piano tattico costituisce uno straordinario valore aggiunto per la compagine rosanero.

Stellone ha fin qui alternato vari moduli senza mai scalfire gli equilibri né sconfessare l'impronta offensiva della sua formazione. Dal 3-4-1-2 al 4-3-1-2, dal 4-2-3-1 al 4-4-2, talvolta declinabile in un temerario 4-2-4.

Dal primo minuto o in corso d'opera. Duttilità decisiva per sbloccare l'impasse di gare complicate e dosare al meglio energie ed attitudini dei singoli. Letture acute ed interazioni decisive, tanti i punti conquistati e le gare risolte sul filo di lana grazie alle mosse acute e tempestive effettuate dalla panchina. Turnover e staffette che hanno elevato stimoli e competitività all'interno di un gruppo in cui tutti si sentono partecipi del progetto. Equamente in grado di conquistarsi una maglia e determinare, recitando un ruolo da protagonisti. Altamente indicativo, in questo senso, è l'evoluzione in termini di rendimento di diversi calciatori che parevano in preda ad un inguaribile grigiore.

Aleesami, Moreo, Nestorovski, tanto per citare gli esempi più lampanti.

L'esplosione di Haas, Falletti e Puscas, la crescita di Salvi e Mazzotta, il ritorno a standard prestazionali idonei di Murawski,  la maggiore serenità di Brignoli. Senza dimenticare la saggia gestione di Rispoli, gradualmente reinserito dopo l'infortunio,  le carte Embalo e Lo Faso ancora da giocare, il recupero di Chochev,  l'alternativa Szyminski ed i giovani Pirrello, Accardi e Fiordilino. Un complesso eterogeneo che il tecnico romano sta forgiando all'insegna dell'autostima, della coesione e dell'unita di intenti. Intelaiatura che si regge principalmente su un poker di pilastri: Bellusci, Struna, Rajkovic e Jajalo. Sono loro, insieme al capitano Nestorovski, i veri leader tecnici e carismatici della squadra.

La conquista del primato è frutto meritato di un lavoro meticoloso, minuzioso e accurato  da parte del tecnico e del suo staff di collaboratori. Svolta mentale, tattica e atletica, perfettamente trasposta dai calciatori sul terreno di gioco. Tuttavia, l'approdo in vetta dopo dodici giornate deve costituire solo il primo passo. Il traguardo è lontano, il campionato lungo ed estenuante. Bisogna restare umili e concentrati, continuare a spingere forte sull'acceleratore, consapevoli della propria forza ma senza mai perdere di vista quei limiti che l'anno scorso costarono carissimi nella seconda parte del torneo. Premesse e valori sembrano ben diversi, ma non si deve abbassare la guardia e, se è possibile, tracciare un solco significativo in termini di punti che sgonfi le velleità delle contendenti.

Hellas Verona e Benevento da affrontare in sequenza rappresentano un'opportunità propizia in quest'ottica.