Il Torino ospiterà domani sera il Milan nella trentaquattresima giornata del campionato di Serie A.
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Torino-Milan, Sirigu: “Siamo già in alto, affronteremo i rossoneri con leggerezza”. E sul futuro…
Le dichiarazioni rilasciate dall’estremo difensore granata Salvatore Sirigu alla vigilia di Torino-Milan
I rossoneri cercheranno di difendere il quarto posto e la qualificazione in Champions League dalle minacce dell’Atalanta, che si trova anch’essa a quota 56 punti dopo avere conquistato la vittoria nella scorsa giornata contro il Napoli e che affronterà lunedì l’Udinese. Vietato sbagliare, dunque, per la squadra di Rino Gattuso. I padroni di casa, invece, attualmente posizionati al settimo posto della classifica, a -2 dalla Roma, possono ancora ambire alla qualificazione in Europa League.
L’estremo difensore granata, in un’intervista concessa al quotidiano ‘La Stampa’, ha detto la sua sulla sfida in programma domenica sera allo Stadio Olimpico Grande Torino:
“Il Toro è già in alto, sfidiamo il Milan con leggerezza. Noi conosciamo la nostra forza e i nostri limiti. Dobbiamo essere molto contenti di giocare una sfida che fa capire dove è arrivato il Torino. Siamo stati molto regolari e la continuità ha pagato. Già giocarti qualcosa di importante con il Milan, che ha il carattere di Gattuso deve darci leggerezza, la tensione quasi non deve esistere”.
Il trentaduenne, inoltre, ha detto la sua sull’estremo difensore rossonero Gigio Donnarumma, suo compagno in Nazionale, e su alcuni altri portieri: “Donnarummaè bravo ed è un ragazzo molto umile. Lo vedo ancora come un bambino vista la differenza di età, ma ha una maturità incredibile. Per me è decisiva la continuità negli anni. Per questo secondo me il miglior portiere al mondo è Buffon. Poi ci sono i periodi: a inizio stagione TerStegen era imbattibile, il Courtois del mondiale era imbattibile. E vogliamo parlare di Handanovic? C’è stato un periodo in cui non c’era nessuno più forte”.
Infine, una battuta sul suo futuro:
”Non posso sapere cosa accadrà, se dovessero arrivare offerte valuteremo i pro e i contro. Non so se Torino sia una stazione o un punto d’arrivo: se penso di giocare fino a 40 anni mi viene l’ansia, vorrei smettere prima e vivere la vita normale, senza il calcio. Farlo in Sardegna è il mio sogno”.
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