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PLAYOFF SERIE B

Bari-SudTirol, Bisoli: “Stagione positiva, complimenti ai ragazzi” E sul futuro…

Sudtirol
Le dichiarazioni di Pierpaolo Bisoli al termine del match tra Bari e SudTirol, valido per le semifinali di ritorno dei playoff di Serie B
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Pierpaolo Bisoli, tecnico del SudTirol, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport al seguito del ko esterno contro il Bari di Michele Mignani. Di seguito, le parole dell'allenatore dei bolzanini.

Mister, rimpianti per il gol sfiorato nel finale? "No, il calcio è fatto di episodi. Può capitare di far gol al primo tiro in porta, come accaduto a loro o in altre circostanze a noi, come può capitare che non prendi la porta. Accettiamo e guardiamo avanti, consapevoli di aver dato tutto contro un avversario che ha occupato le posizioni alte della classifica per tutta la stagione".

C'è qualcosa che si poteva fare in più quando siete rimasti in superiorità numerica? "Forse siamo stati un po' timidi, ma questo fa parte del gioco e del percorso di crescita. Posso dirvi con sincerità che ho fatto i complimenti a tutti i ragazzi, dal primo all'ultimo. La stagione è stata assolutamente positiva e anche oggi abbiamo dato filo da torcere al Bari. Il gol subito è arrivato in un momento sostanzialmente di controllo. Ma non c'è tempo per avere rimpianti".

Cosa si è detto con Mignani a fine gara? "Gli ho fatto i complimenti e abbiamo parlato della partita. Posso assicurarvi che non ho detto mezza parola quando non c'erano palloni e si ritardava la ripresa del gioco. Lo abbiamo fatto tutti, forse lo avremmo fatto anche noi con un risultato differente. Il calcio è questo, ci sono partite cariche di tensione in cui la posta in palio è altissima. Su altre cose avrei preferito maggiore rispetto, ma non fa niente. Nessuna polemica. Aggiungo: non ho mai minacciato nessuno. Sono una persona che vive le partite con un grande trasporto emotivo, questo è risaputo. Ma oggi ho perso, vado a casa e sono enormemente soddisfatto per una stagione fantastica. Auguro a tutti i miei colleghi di allenare un gruppo sano, affiatato e di spessore umano come questo".

Quale sarà il suo futuro? "Ancora non lo so. Potrei restare a casa, potrei rimanere qua. Mi prendo tre giorni per staccare e per tornare a casa, poi ci sarà tempo e modo per parlare con il presidente. Ripetere una stagione del genere non è facile, questo è sicuro. Ribadisco: bisogna essere sereni e orgogliosi per tutto quello che abbiamo fatto, non ci deve essere spazio per le recriminazioni. A volte mi rendo conto che sono più arrabbiato quando vinco che quando perdo. Il Sudtirol ha disputato un campionato di livello assoluto, sono arrivato da ultimo in classifica e in tanti dicevano che saremmo retrocessi con tante settimane d'anticipo. Invece siamo arrivati a 15 minuti dalla finale playoff con la serie A in palio. Col passare dei giorni forse ci renderemo conto per davvero della gioia che abbiamo regalato alla società e alla nostra regione. L'abbiamo rappresentata nel migliore dei modi".

A proposito di famiglia, come sta suo figlio dopo i fatti di Brescia? "Io sono il primo a definirsi pazzo, ma dobbiamo ricordare che è sempre calcio. Siamo stati al telefono fino alle 2 di notte, anche perchè mia moglie era lì e volevo accertarmi che non accadesse nulla. Brutte cose, che non c'entrano con lo sport".

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