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Palermo, un esonero che sa di liberazione: l’addio di Tedino tra retroscena e dettagli. Zamparini e Foschi…

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In seguito ad una lunga e tormentata riflessione, dopo l'abulica performance di Brescia ed in concomitanza con l'imminente turno di riposo, Zamparini ha rotto gli indugi, dando il benservito al tecnico veneto e richiamando Stellone al capezzale del suo Palermo.  Il primo contatto telefonico tra Zamparini e Stellone vi era già stato poco prima della trasferta di Foggia. La vittoria ottenuta dai rosanero allo "Zaccheria"aveva di fatto soltanto congelato i propositi di ribaltone dell'imprenditore friulano.

Dopo due giorni di consultazioni frenetiche ed animate col patron, al culmine di un infinito summit in quel di Vergiate, è toccato ad un amareggiato Rino Foschi comunicare a Tedino la decisione di Zamparini.

Nella fattispecie, il dirigente romagnolo avrebbe voluto concedere all'ex allenatore del Pordenone altro tempo e al limite valutare più avanti, nel caso si fosse reso necessario, possibili candidature alternative. Tuttavia, sposando la linea aziendalista, ha preso atto della decisione del patron, non condividendola nei tempi e nei modi ma sottoscrivendola, giocoforza, in qualità di responsabile dell'area tecnica del club.

Creare frizioni interne e ulteriori conflittualità in un momento così delicato sarebbe stato deleterio per l'ambiente e per la squadra. Foschi, da dirigente esperto e navigato, sa bene come gestire pubblicamente una parziale difformità di vedute, premurandosi di tutelare la serenità della squadra ed anteponendo gli obiettivi collettivi alle rispettive posizioni individuali.

La priorità assoluta in questo frangente è ritrovare compattezza, unità di intenti, equilibri e condizione.

Il Palermo non può permettersi di disperdere ulteriori energie nervose al di fuori dei confini del terreno di gioco. Bisogna cambiare passo e recuperare in classifica il terreno perduto per non smarrire contatto con la zona nobile della graduatoria.