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Palermo, un esonero che sa di liberazione: l’addio di Tedino tra retroscena e dettagli. Zamparini e Foschi…

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Inutile soffermarsi su aspetti squisitamente tecnico-tattici legati a questo avvio di stagione.

Il Palermo non ha mai incantato, fatta eccezione per il poker inflitto ad un Perugia oggettivamente inconsistente sotto tutti i punti di vista, ma ha collezionato il dignitoso bottino di otto punti in cinque partite.

Trascinata da un ispiratissimo Trajkovski, raramente la compagine rosanero ha mostrato forte identità collettiva, armonia e coralità di manovra, automatismi e personalità tali da dominare scena ed avversario.

Blackout nervosi ed amnesie difensive, cali di tensione ed errori individuali hanno contraddistinto un primo scorcio di stagione in cui è bastato cullarsi su ordine e inerzia, intervallati da sprazzi di carattere ed amor proprio, per specchiarsi sulla mediocrità degli avversari e portare a casa qualche punto. Quando a Brescia il livello di cifra tecnica e competitività si è sensibilmente elevato, il Palermo è andato vistosamente in affanno, denotando lacune e limiti strutturali ormai tristemente noti da un paio di stagioni.

L'esonero di Tedino è comunque una vicenda sostanzialmente slegata dai risultati. Le vittorie contro Foggia e Perugia hanno semplicemente posticipato un epilogo di fatto già scritto.

Stellone ha dalla sua la stima dello spogliatoio e di per sé è già un ottimo viatico.

Il tecnico romano si ritroverà ad iniziare praticamente da zero.

Sul piano tattico dovrà riplasmare la squadra sulla base del suo credo calcistico riannodando il filo spezzato al termine della scorsa stagione. A lui il compito di cementare attorno alla sua figura un gruppo che deve ritrovare identità e coesione ottimali, non solo sul piano tecnico e calcistico. Ottimizzare la forma, fisica e psicologica, di elementi fondamentali ed al momento in netto ritardo di condizione non sarà impresa semplice. Così come smussare gli spigoli nei rapporti col patron friulano, a tratti burrascosi nella scorsa stagione, mantenendo piena autonomia in materia di scelte tecniche e gestione del gruppo.

L'auspicio è che riesca ad infondere alla squadra quella scossa, in termini di personalità, consapevolezza e adrenalina, che è patrimonio insito nel suo background di allenatore. Instillando coraggio e mentalità propositiva ad un organico che ha ancora potenzialmente valori e tempo a disposizione per risalire la china.