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Palermo-L.R. Vicenza 8-7 d.c.r: all’inferno e ritorno, doppia rimonta e vittoria ai rigori

Un Palermo che fatica non poco ad aver ragione del Vicenza: biancorossi avanti due volte, al novantesimo e nei supplementari, in entrambi i casi rimedia Rajkovic. La lotteria dei rigori premia la compagine di Tedino che ottiene la qualificazione...

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Una sofferenza oltre ogni più logica previsione.

Il Palermo riesce ad aver ragione del Vicenza soltanto dopo l'estenuante lotteria dei calci di rigore.

Non sono bastati 120 minuti alla formazione di Tedino per prevalere su un avversario coriaceo e tatticamente organizzato ma pur sempre di categoria inferiore. Anzi, a dirla tutta, la compagine rosanero è stata due volte sull'orlo del baratro: la prima allo scadere del novantesimo, quando un'entrata incauta di Haas ha originato un calcio di rigore in favore del Vicenza, potenzialmente letale, trasformato da Giacomelli. Ci ha pensato il bomber di scorta, Rajkovic, a togliere poco dopo le castagne dal fuoco. Il centrale serbo, in veste goleador, si è ripetuto nel cuore del secondo tempo supplementare, replicando all'ennesimo vantaggio biancorosso firmato Tronco.

Quindi la serie dei tiri dagli undici metri per decretare la prossima avversaria del Cagliari.

Pronti via, l'errore di Nestorovski che sembrava aver scritto la parola fine per gli uomini di Tedino. Brignoli, con due rigori neutralizzati, e Bellusci, con la fredda esecuzione del penalty decisivo, hanno ribaltato la situazione, regalando il passaggio del turno ai rosanero.

Inutile sottolineare che la prestazione del Palermo è stata generosa ma estremamente deficitaria sotto numerosi profili. Leggermente meglio la prima frazione, in cui una certa propensione al fraseggio palla a terra e l'intraprendenza di un vivace Trajkovski hanno sortito almeno tre nitide palle gol per la formazione di casa.

Tuttavia, complici anche i carichi di lavoro del ritiro non ancora smaltiti, raramente la manovra è risultata fluida ed incisiva. Sulla trequarti si sono evidenziati i soliti limiti in sede di rifinitura, errori di misura e concettuali, vizi di egoismo, vere e proprie zavorre che hanno vanificato tracce potenzialmente interessanti.

Nestorovski è apparso in netto ritardo di condizione, Moreo si è battuto con ardore ma non con eguale profitto. Nonostante la discreta spinta sugli esterni di Salvi e Mazzotta ed il moto perpetuo di Fiordilino e Murawski in sede di inserimento e cucitura, quasi mai gli attaccanti sono stati messi in condizione di battere a rete.

Trajkovski, tra le linee, è stato il più intenso e propositivo ma, come spesso gli accade, privo della necessaria risolutezza all'atto di chiudere la giocata.

Supremazia territoriale rosa netta ma sterile. Manovra scolastica e fin troppo leggibile, solite difficoltà a verticalizzare in zona nevralgica e una preoccupante staticità da parte degli attaccanti, macchinosi in the box e poco propensi a dettare la ricerca della profondità con i dovuti movimenti senza palla.

Chiaramente, condizione fisica e fluidità dei meccanismi non possono essere tarate in modo ideale in questa fase embrionale della stagione. Tuttavia, l'organico attualmente a disposizione di Tedino, seppur incompleto e suscettibile di ulteriori variazioni, aveva nelle corde le potenzialità per prevalere sul Vicenza in modo ben più netto e convincente.

Stessa musica, forse ancora più stonata, nella ripresa. Balogh ha rilevato Moreo, rendendosi protagonista di un paio di torri interessanti e qualche giocata discreta sullo stretto.

L'ungherese non ha fatto nulla di trascendentale, non è stato molto cercato dai compagni ma, a differenza di altre occasioni, è almeno entrato in partita rendendosi utile alla squadra. Positiva la prova di Haas: l'ex Atalanta, subentrato a Jajalo, ha mostrato corsa, sagacia tattica e buon senso geometrico nella gestione della sfera.

Lo svizzero ha anche sfiorato il gol, con un buon inserimento a rimorchio su sponda aerea di Balogh, ma il portiere vicentino si è superato nell'occasione. Così come poco dopo, quando ha alzato sopra la traversa una zampata di Nestorovski. Il rigore realizzato da Giacomelli allo scadere dei tempi regolamentari sembrava il preludio all'ennesima serata amara. Almeno sul piano caratteriale, la compagine siciliana non ha mollato e nei quattro minuti di recupero concessi ha trovato forza di reazione e gol del pari.

Con gli ingressi di Fiore ed Embalo per Mazzotta e Fiordilino, Tedino ha optato per uno spregiudicato 4-2-3-1. Ma, nonostante la buona volontà, lucidità ed energie sono progressivamente venute meno.  L'esterno offensivo guineano, elettrico anche se un po' arruffone, ha avuto un discreto impatto sul match sfoderando voglia di incidere e conferendo, quanto meno, vivacità e cambio di passo negli ultimi 20 metri.

Poco o nulla, comunque, accadeva dalle parti di Grandi. Anzi, è stato ancora il Vicenza sull'asse Giacomelli- Tronco a ritrovare vantaggio e vigore mettendo un'ipoteca sulla clamorosa qualificazione. La mossa della disperazione al desio del secondo tempo supplementare, Rajkovic schierato centravanti aggiunto, ha trovato il centrale serbo ancora una volta protagonista in elevazione a rimettere tutto in discussione.

La sequenza dei tiri dal dischetto ha premiato i rosa, dopo lo svantaggio iniziale figlio dell'errore di Nestorovski designato primo battitore in casa Palermo. Brignoli ha bagnato il suo esordio neutralizzando due rigori agliavversari, Bellusci ha chiuso i conti, mostrandosi freddo e implacabile come i compagni che l'avevano preceduto.

Inutile sottolineare che ci vorranno ben altri riscontri, prima in sede di calciomercato poi sul terreno di gioco, per poter guardare con un minimo di fiducia all'imminente avvio del campionato.

Al netto del passaggio del turno, troppi gli stenti, le lacune e le incongruenze mostrate, al cospetto di un avversario tutt'altro che irresistibile, da un Palermo avversato ad oggi da numerose incognite ed altrettanti limiti. Personalità, qualità e rinforzi di livello cercasi. Possibilmente, anche piuttosto in fretta. 

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