serie b

Focus Palermo: l’avvio stentato, il boomerang dei big ed i dilemmi tattici. Quante spine per Tedino…

Mediagol2

A Sappada Tedino ha lavorato alacremente sul 4-3-1-2, sviluppando diverse diramazioni a tema, 4-3-2-1, 4-2-3-1 o 4-3-3. La linea difensiva a quattro come dogma, il 3-5-2 in soffitta anche in previsione delle partenze quasi certe di Struna, Rispoli, Aleesami e Nestorovski.

Il Palermo solido, piatto ed a trazione laterale, avrebbe dovuto lasciare nelle intenzioni spazio ad una squadra più audace, coraggiosa e propositiva: intermedi votati all'inserimento, maggiore propensione al fraseggio e ricerca della verticalità per vie centrali, estro e qualità tra le linee, fluidità e risolutezza nell'attacco alla profondità. Una squadra giovane, tendenzialmente low cost, più sbarazzina, in grado di giocare un calcio gradevole e possibilmente conciliarlo con i risultati. Questo il piano, almeno nelle intenzioni.

La mancata partenza dei senatori con la valigia ha bruscamente cambiato le carte in tavola.

Restaurazione immediata, in termini tattici e di gerarchie, ritorno alla difesa a tre, e prestazioni in linea con quanto desolatamente visto nella seconda parte dello scorso campionato. I due pari ottenuti contro Salernitana e Cremonese hanno dinamiche diverse ma sapore analogo. Prestazioni opache, scolastiche, spoglie di brillantezza, qualità e personalità. Doti imprescindibili per una squadra che cova dichiarate ambizioni di vertice.

Se dinamiche di mercato, condizione generale e propensione offensiva dei nuovi esterni ( Salvi e Mazzotta hanno dimostrato attitudine alla spinta ed altrettanti imbarazzi in sede di copertura) hanno consigliato il ricorso al vecchio modulo, qual è stata l'effettiva valenza del percorso tattico intrapreso in ritiro?

In seguito a disagi, infortuni e vistoso calo sul piano fisico che hanno caratterizzato la stagione scorsa, sono state apportati opportuni correttivi in sede di pianificazione e taratura della preparazione atletica al fine di scongiurare quanto accaduto nel girone di ritorno?

All'Arechi il Palermo ha tenuto il pallino del gioco in mano per un tempo, spaventando sporadicamente i campani ma non riuscendo a scalfire il bunker avversario. Salvo eclissarsi nella ripresa, quando la compagine di Colantuono ha alzato baricentro, intensità e ritmo, scrollandosi di dosso l'eccessiva riverenza.  Contro la Cremonese il gap in termini di organizzazione, coralità e schemi offensivi è parso evidente e solo la poca lucidità di Carretta a tempo scaduto ha evitato la prima amarezza stagionale.

La presenza in organico di centrali dotati di carisma, affidabilità ed esperienza come Bellusci, Struna e Rajkovic, unitamente ad attitudini e condizione della batteria di esterni, suggerisce al tecnico il ricorso alla linea difensiva a tre.  Un reparto che, infortuni permettendo, fornisce sulla carta buone garanzie ed altrettante valide alternative (Szyminski, Ingegneri, Accardi e Pirrello) alle spalle dei titolari. Retroguardia orfana di Cionek, partito a gennaio e già ampiamente rimpianto dopo poche settimane, e Dawidowicz soffiato al club rosanero dall'Hellas Verona nell'ultima finestra di mercato.

La questione portiere resta all'ordine del giorno nonostante la partenza di Posavec.

Brignoli non ha convinto nelle prime due uscite in campionato: una gestione piuttosto incerta nell'ordinaria amministrazione, un paio di topiche piuttosto vistose costate un brivido a Salerno (gol annullato a Bocalon) ed il momentaneo pari grigiorosso, firmato Strefezza, al "Barbera". Investimento e background del portiere ex Benevento, che deve chiaramente ancora affinare intesa e conoscenza con il reparto, legittimano un'ulteriore dose di fiducia e credito affinché possa dimostrare il suo valore e vidimare la titolarità.

Un dodicesimo del calibro e dell'affidabilità di Pomini crea fisiologicamente il dubbio nella mente dell'allenatore di turno. Una posizione ed un indirizzo chiaro, possibilmente seguendo le indicazioni del campo, vanno assunte in modo netto e repentino, per blindare un ruolo in cui stabilità e serenità psicologica costituiscono requisiti fondamentali per l'interprete prescelto.

In mezzo al campo, Jajalo per leadership, sagacia tattica e valore assoluto, rappresenta l'unica certezza.

Murawski e Fiordilino, entrambi con notevoli margini di crescita, costituiscono tasselli preziosi in termini di dinamismo e cucitura della manovra. Più aggressivo e votato all'interdizione il primo, più geometrico, duttile ed elegante il secondo. Entrambi garantiscono affidabilità, disciplina e continuità di rendimento, ma nessuno dei due ha nelle proprie corde cambio di passo e doti utili a conferire un plus in termini di qualità e fosforo al reparto.

Il recupero di Chochev può risultare una freccia importante all'arco di Tedino ma non è dato sapere quando il bulgaro potrà ritrovare ritmo partita e condizioni di forma ideali. Haas sembra l'unico dotato di brio, intensità e tempi di inserimento funzionali a supportare al meglio la fase offensiva, nell'ambito di un centrocampo che pare essere monocorde ed a corto di valide opzioni alternative.

In avanti il rebus per Tedino si fa ancora più complicato: 3-4-1-2, 3-4-2-1, 3-4-3, 3-5-2.

Tutte alternative potenzialmente spendibili, da adattare e proporre in relazione a condizione dei singoli e caratteristiche dell'avversario di turno. Nel primo caso, riuscire a far convivere due terminali offensivi abituati, seppur con attitudini diverse, a fagocitare l'area di rigore, come Puscas e Nestorovski, sarà impresa piuttosto complessa. Così come scegliere il trequartista deputato a conferire estro e creatività tra le linee, a supporto del tandem d'attacco, in sede di rifinitura.

Trajkovski, in attesa di trovare convinzione e continuità che diano essenza al suo talento, resta l'interprete al momento più intenso. Soluzione che imporrebbe la rinuncia forzata a Falletti, punta di diamante del mercato di Foschi, giunto in rosanero per ritagliarsi un ruolo da assoluto protagonista ed instillare quel quid di qualità e risolutezza spesso mancata nei momenti topici dello scorso torneo

L'uruguaiano troverebbe certamente spazio tra i titolari nel caso in cui si optasse per il doppio trequartista, ovvero per il 3-4-2-1. A quel punto il dilemma per Tedino si sposterebbe idealmente solo di qualche metro più avanti: Nestorovski o Puscas come terminale offensivo? L'attuale stato di forma del rumeno e l'investimento importante compiuto dal Palermo sul classe 1996 non lascerebbero spazio a molti dubbi. L'ultimo abulico e spento Nestorovski non avrebbe ragionevolmente concrete chance di insidiare l'ex Inter e contendergli la maglia da titolare.

Tuttavia, la personalità, il carattere indomito e la voglia di riscatto del macedone, che non ama non leggere il suo nome sulla distinta dell'undici titolare, anche in vista della sessione invernale di mercato, sono elementi destinati a complicare non poco la scelta di Tedino. 

Una concorrenza serrata nel ruolo di bomber, che restringe ulteriormente lo spazio per la torre operaia Moreo che potrebbe sempre più assurgere a scalpello part-time da utilizzare in corsa, per spizzate e sponde aeree in the box, nei concitati finali di partite irrisolte.

Senza dimenticare Embalo e Lo Faso. Il progetto tattico iniziale, improntato su un rombo di base mutabile all'occorrenza in 4-2-3-1 o 4-3-2-1, era decisamente più congeniale ai due calciatori di ritorno dai rispettivi prestiti. Le chance di impiego sarebbero addirittura aumentate in caso di 4-3-3.

Lo schieramento con tre difensori centrali e due cursori alti sulle corsie, ed il possibile ricorso contemporaneo a due punte centrali di ruolo, rischia di penalizzare fortemente due patrimoni tecnici e finanziari del club. I quali, per ragioni e dinamiche diverse, hanno ancora tutto da dimostrare ed ampi margini di crescita a questi livelli, ma rischiano di veder ridurre drasticamente la proiezione del minutaggio spendibile.  Trovargli spazio e collocazione ideale per evitare che si spengano sul piano motivazionale e psicologico costituirà un altro obiettivo non semplice da perseguire per il tecnico rosanero.

Sulla carta, l'organico del Palermo è in grado di lottare per la conquista almeno di un posto nei play-off promozione. Ma il campo, come la storia del calcio insegna, racconta spesso storie molto diverse rispetto alle profezie ed ai pronostici tanto sbandierati alla vigilia.

Giocatori come Rajkovic, Rispoli, Aleesami, Struna, Jajalo, Nestorovski, pur non spostando marcatamente gli equilibri, possono, se al top della condizione, conferire solidità, intensità e notevole spessore ad una squadra che aspira a vincere il campionato cadetto.

Professionalità ed impegno non sono minimamente in discussione, ma Tedino dovrà essere particolarmente abile nel reintegrarli, resettandoli  sul piano nervoso e motivazionale, nel cuore del progetto.Toccando le corde giuste ed innescando un nuovi e ardenti stimoli  nella mente di chi riteneva chiuso il suo ciclo in maglia rosanero. Passaggio delicato, complesso ed indispensabile al fine di gettare le basi per una stagione vincente.

Fondamentale almeno quanto riuscire a conferire a questa squadra identità tattica, impianto di gioco tangibile e personalità. Tratti caratterizzanti purtroppo non pervenuti nelle prime uscite stagionali.