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Focus Palermo: Caos, dubbi e scadenze tra campo e scrivania. Lucidi e concreti per non perdere di vista l’obiettivo…

Mediagol2

La confusione e lo smarrimento che hanno finito per lambire anche la squadra si espandono quotidianamente in ogni comparto del club, innescando situazioni al limite del paradosso. Dall'eterno duello strategico e mediatico tra il management inglese (Richardson-Holdsworth) e il responsabile dell'area tecnica, Rino Foschi, di cui i casi Paganini e Gunnarsson costituiscono emblemi apicali, alle tensioni tra il dirigente romagnolo ed il tecnico Stellone.

Mettere in discussione la posizione dell'allenatore romano, capace di conferire al Palermo identità, indole propositiva, duttilità tattica e unità di intenti, scalando la classifica fino a conquistarne legittimamente il vertice, rappresenta un vero e proprio sproposito sul piano concettuale. Calcisticamente un'assurdità, in virtù dello score fin qui maturato e del saldo legame tra tecnico e spina dorsale del gruppo. Senza neanche entrare nel merito di un'ipotesi, romantica e suggestiva, oltre che affascinante sotto il profilo mediatico ed ambientale, legata ad un eventuale ritorno in Sicilia dell'amatissimo Delio Rossi.

Foschi bolla pubblicamente come boutade l'opzione dell'esonero, ma il filo sottile di un rapporto non più idilliaco e convergente tra i due può essere sorretto solo dal conseguimento di immediati riscontri dal campo.

Tra partenze e infortuni, Stellone fa fatica a ricomporre il suo puzzle ideale ed una mano sostanziale dovrebbe arrivare da questi ultimi giorni di mercato. A Foschi non mancano le idee ma probabilmente le adeguate risorse, da destinare a priorità ben più impellenti dal punto di vista societario, per metterle concretamente in pratica. L'emergenza difesa, l'incertezza sul futuro degli esterni in scadenza, il bisogno di una ventata di freschezza ed intensità in mediana, un reparto avanzato che inizia anch'esso ad accusare qualche logorio sul piano fisico e della condizione. Almeno un paio di tasselli di livello, forse tre, distribuiti tra i reparti, farebbero dormire sonni tranquilli a Stellone in vista del prosieguo della corsa promozione.

Senza risorse da investire sarà un 'impresa per il responsabile dell'area tecnica lavorare di ingegno, diplomazia e fantasia, cogliendo opportunità e contingenze low cost. Sempre con un occhio all'operato dell'anima inglese del club che pare muoversi, ad oggi poco ed in sordina, su binari di mercato autonomi e paralleli, perpetrando il processo di sfida e delegittimazione via social del dirigente romagnolo la cui pazienza è davvero agli sgoccioli.

Stellone è come stretto in una morsa, si dimena nel lodevole tentativo di proteggere il suo lavoro e l'ego di una squadra inevitabilmente turbata dal tornado di dubbi e tensioni che le ruota intorno. L'allenatore rosanero, costretto  ad acrobatiche evoluzioni diplomatiche, da consumato equilibrista, tra le due anime in seno al club, si ritrova pure a guardare in faccia lo spettro di un fantomatico esonero. Come se già non bastassero le complicazioni tecniche, psicologiche e nervose che avversano la squadra, tra vicende giudiziarie legate all'ex patron e dubbi sulla capacità della nuova proprietà di gestire una situazione economico-finanziaria a dir poco complessa.

I tempi sono più che maturi per troncare qui la sequenza di equivoci, indovinelli e frizioni interne per amor della ragion di stato. Il salto di categoria è primo mattone e pilastro fondante senza il quale non sarà possibile progettare e costruire alcun edificio, indipendentemente da identità e spessore di architetto e proprietario. Bisogna accantonare ogni forma di personalismo e ragionare con lucidità e pragmatismo. Remando tutti nella stessa direzione, solo in funzione del perseguimento dell'obiettivo.  La conquista della promozione in Serie A costituisce step calcisticamente imprescindibile e vitale per il presente ed il futuro del club. Sembrerebbe una considerazione banale ma talvolta è meglio rammentarlo. Affinché nessuno degli attuali protagonisti, tra stanza dei bottoni e comparto dirigenziale, le cui strade potrebbero dividersi magari a fine stagione, se ne dimentichi strada facendo.