Feralpisalò-Palermo

Feralpisalò-Palermo 1-2: Pigliacelli fa muro, Ranocchia e Soleri firmano il successo

Brutto Palermo salvato da traversa e Pigliacelli nel primo tempo, reazione da big nella ripresa e vittoria preziosa firmata Ranocchia e Soleri al Garilli
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Palermo calcio

di Leandro Ficarra

Scatto fulmineo in zona playoff, con vista sulla promozione diretta. Il Palermo restituisce slancio al suo percorso, con una zampata pesantissima che valorizza sensibilmente la lodevole base di continuità edificata nelle ultime settimane. Dieci punti in quattro gare, il ritrovato blitz esterno che mancava da quattro mesi. Acuto imprescindibile per accelerare il passo ed alzare ulteriormente l'asticella delle ambizioni nella zona nobile della graduatoria.

Dopo l'ultimo sorriso a domicilio sfoggiato a Modena, fin troppo datato, è ancora una trasferta in Emilia a portare in dote l'intera posta in palio.

Al Garilli di Piacenza, la squadra di Corini si impone su una gagliarda e brillante Feralpisalò, soffrendo e risvegliandosi nella ripresa da un primo tempo abulico, passivo ed all'insegna di un'inspiegabile torpore. Prima frazione di gara in cui Brunori e soci hanno segnato il passo, arrancando non poco al cospetto di un avversario solido, aggressivo, assai frizzante quando tesseva la sua tela in verticale. Piatto e spesso alle corde, il Palermo dei primi quarantacinque minuti, tenuto in vita dalla sorte sulla traversa di Compagnon e da un paio di prodezze di Pigliacelli su Ceppitelli e Felici. Sovrastato sul piano del ritmo e dell'intensità dai Leoni del Garda, il Palermo visto prima dell'intervallo ha lasciato non poco a desiderare. In difficoltà sugli esterni e sul gioco aereo in fase di non possesso, macchinoso, prevedibile e scolastico quando cercava di imbastire una bozza di proposta offensiva.

La rinuncia forzata a Gomes ha tolto più di qualcosa in termini di dinamismo, equilibrio e filtro, quasi mai il Palermo è riuscito a scalfire la densità gardesana trovando fluidità r qualità, sia in ampiezza, sia in verticale, nello sviluppo delle sue trame. Così, se si eccettuano un paio di lampi di Ranocchia ed un destro debole di Brunori ben pescato da Di Mariano, Pizzignacco ha dormito a lungo sonni tranquilli. Al contrario del suo omologo di ruolo, che ha fatto bene gli straordinari, nonostante qualche imperfezione stilistica del tutto condonabile, se paragonata alle parate poi risultate decisive.

Era evidente che il Palermo dovesse cambiare marcia e atteggiamento sul rettangolo verde dopo l'intervallo, se solo volesse davvero coltivare qualche concreta chances di portare a casa i tre punti. Metamorfosi compiuta dagli uomini di Corini già all'alba della ripresa. Palermo che alza ritmo e baricentro, iniziando a costruire con maggiore scorrevolezza e linearità la sua manovra e arrivando con maggiore pericolosità dalle parti di Pizzignacco.  Di Mariano ha assistito bene la sovrapposizione di Diakité che ha iniziato a spingere con più intraprendenza sul binario destro, Pizzignacco ha sventato in uscita un colpo di testa quasi a colpo sicuro di Di Francesco. Poi Segre ha liberato i cavalli del suo motore turbodiesel in percussione, ma Brunori, perfettamente servito dall'ex Torino, si è defilato troppo ed ha solo lambito l'esterno della rete solo davanti a Pizzignacco. Lund ha combinato bene con Di Francesco sulla corsia mancina, il cross dell'ex Hacken, dopo la respinta corta di Pizzignacco, è divenuto assist d'oro per il destro di Segre che ha fallito un rigore in movimento, graziando i gardesani.

Insigne, subentrato a Di Mariano, ha rischiato la clamorosa gaffe, centrando l'incrocio dei pali della sua porta nel tentativo di sventare con una giocata aerea un pericoloso cross dalla destra. Il coniglio dal cilindro del matchlo tira fuori un illusionista avvezzo alle magie balistiche: dopo un fraseggio stretto con Insigne e Brunori, Ranocchia ammortizza sfera col petto, per poi scoccare una splendida rasoiata, ancora in drop, con l'esterno destro.

Palla in buca ad angolo e tripudio rosa nel settore ospiti del Garilli. A conferma di quanto il plus acquisito nel mercato invernale stia alzando il livello di cifra tecnica e soluzioni per Corini, è ancora una perla dell'ex Juventus a stappare la partita. Da lì l'inerzia del match muta radicalmente.

Corini innesta linfa e muscoli dalla panchina con Coulibaly e Soleri per Ranocchia e Brunori. La boa scuola Roma rammenta agli scettici perché il Palermo gli ha nascosto letteralmente la valigia a gennaio. Il cross di Di Francesco è una pennellata, lo stacco del numero ventisette perentorio, imperioso e vincente. Raddoppio provvidenziale e gara in ghiaccio. O quasi.  Soleri eccelle anche da ultimo difendente, salvando sulla linea la schiacciata aerea di Ceppitelli. Poi una lettura rivedibile, morbida e poco reattiva di Nedelcearu e Diakité, origina la traversa di Petrelli e la zampata ferale di Dubickas, che riempie di pathos i quattro minuti di recupero. Nel frattempo, Corini aveva dato spazio ad Aurelio ed Henderson nell'ultimo scorcio, facendo rifiatare Lund e Di Francesco. Sono più gli spettri delle cocenti rimonte subite all'ultimo respiro a creare apprensione in casa rosa, che non gli ultimi disperati assalti della Feralpisalò. Il triplice fischio libera la gioia, sfata un tabù, segna probabilmente una svolta. Palermo che vince, resta in scia del Como, rosicchia due punti alla Cremonese. Portandosi a tre lunghezze dal secondo posto. In un frangente topico della stagione. Quando il calendario gli metterà di fronte proprio le due big lombarde. Una dopo l'altra. Lariani al Barbera, grigiorossi alla Zini.

L'acuto odierno, pur figlio di una prestazione rivedibile e dai due volti, è comunque pregno di significato. Palermo che si è preso i tre punti con caparbietà e ferocia. Soffrendo, stentando e a tratti annaspando, per l'intera prima parte della gara. Passata la tempesta, però, la compagine di Corini ha reagito da big, prendendo in mano le redini del match con personalità ed autorevolezza, implementando i giri del suo motore ed incassando il credito con la sorte grazie all'indubbia levatura delle sue individualità. Vittoria forse sporca, ma che emana un dolcissimo profumo. L'essenza inebriante di una crescente consapevolezza nei propri mezzi. Step gigantesco che corrobora un progressivo processo di maturazione e definizione trasversale del gruppo squadra. Contro un avversario non banale, sotto le cui folate erano già cadute Sampdoria, Cremonese, Catanzaro, Lecco, con il Venezia che si era salvato dopo essere andato due volte sotto nel punteggio. Palermo che vince col cinismo, pragmatismo e cospicua dote di buona sorte, tratti caratterizzanti della compagine di rango in categoria. Pronto a vivere una settimana di adrenalina e passione. In vista di un big match contro il Como nella bolgia trascinantedel Barbera. Un crocevia che potrebbe d'incanto schiudere nuovi orizzonti nel prosieguo della stagione. Ampliando le prospettive e rilanciando vertiginosamente le proprie quotazioni in ottica promozione diretta.

 

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