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Delneri-Mediagol: “Coronavirus? Dico la mia. Ricordo di Palermo e favola Chievo, tutto su Atalanta e Sampdoria. Io, la Roma e la Juventus, Totti, Del Piero e Cassano…”

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La favola del mio Chievo? L'indole propositiva è la caratteristica principale per costruire un progetto di quel genere, il tratto che poi incide e determina molto, come concetto mentale credo che la squadra attuale che si avvicini di più a quella clivense della mia gestione sia certamente l'Atalanta. Come tipologia di gioco sono due formazioni diverse, ma l'idea è quella di proporre e cercare di imporre i propri temi e fare la partita su tutti i campi. C'è un'idea calcistica di base su cui sviluppare un lavoro, apportando correttivi e migliorie senza modificarne la struttura e l'essenza, curarla nel dettaglio e cercare di innestare quel particolare che possa perfezionare ancora: qui parliamo di evoluzione, quindi di portare avanti sempre la propria ideologia di gioco provando progressivamente ad ottimizzarla. Dimostra sempre, anche nel tuo piccolo, quello che sei capace di proporre e non quello che gli altri vorrebbero costringerti a fare . È auspicabile che ogni squadra faccia il suo, si proponga costantemente con le proprie idee, così i giocatori prendono maggiore consapevolezza e conoscenza di automatismi e qualità, acquisendo padronanza e specificità nel proprio ruolo. Si può modellare, rifinire e cambiare tutto, eccezion fatta per quanto riguarda l'idea difensiva, sono l'atteggiamento e la posizione della linea difensiva che determinano tutto quello che poi sequenzialmente accade: la linea deve stare alta o deve pressare alta e prendersi in certe circostanze alcuni rischi. Questa era l'idea di base quel Chievo, un ambiente molto sereno e cordiale che mi ha permesso di lavorare al meglio. Stesso contesto, seppur con dimensioni diverse, ho trovato successivamente anche a Genova sulla panchina della Sampdoria. Abbiamo raggiunto la qualificazione alla Champions League ed avuto progressivamente un'evoluzione importante, ma quel Chievo è stato l'esempio virtuoso di come una piccola squadra possa gettare in campo tutto quello che ha, con coraggio ed organizzazione ed ottenere grandi risultati. Non esisterà un altro Chievo per la genesi e le dinamiche con cui nacque quel progetto, per mentalità in quel momento storico e per la qualità del gioco espresso. Corini? Ha trovato alcune difficoltà che ogni allenatore trova imponendo le sue idee, aveva già il physique du rôle di allenatore quando giocava. Eugenio ha attraversato un momento non troppo semplice sul piano professionale e ha avuto dalla sua parte la forza di sostenere e perseguire con determinazione e chiarezza le sue idee.  Coerenza e personalità che potranno farlo diventare un tecnico di ottimo livello e sono sicuro che migliorerà ancora, così da farsi valere in futuro. Penso a tanti altri calciatori del Chievo che sono poi diventati degli allenatori: Legrottaglie, Longo, Barone, Lanna, D'Angelo, Morrone. Tutti ragazzi che hanno appreso qualcosa anche da me e spero possano avere dalla loro un grande futuro perché se lo meritano davvero, sono certo che porteranno le loro competenze e la loro saggezza anche in un ruolo diverso".

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