serie b

Cremonese-Palermo 2-0: blackout tecnico e mentale, rosa confusi e sterili. Arini e Migliore firmano il successo grigiorosso

Ancora un passo falso per la compagine di Stellone che rimedia la seconda sconfitta consecutiva, Il Palermo si sfalda dopo un onesto primo tempo e non riesce a reagire allo svantaggio. Ripresa letteralmente impalpabile, all'insegna di...

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Il Palermo stecca ancora e segna pericolosamente il passo, collezionando la seconda sconfitta consecutiva in questo disastroso avvio del girone di ritorno. Una sorta di inquietante déjà vu che riporta alla mente, seppur con dinamiche e protagonisti in parte diversi, quanto accaduto dopo il giro di boa della scorsa stagione.

La squadra che ha brillantemente e con inconfutabile autorevolezza dominato la prima parte del torneo pare improvvisamente sfaldata e smarrita, come impantanata in una palude di criticità, mentali e nervose ancor prima che tecniche, che la attanaglia ben oltre i confini del terreno di gioco. Vicende giudiziarie, caos societario e controversie dirigenziali, staticità in sede di mercato, infortuni in serie, contorni nebulosi relativamente al cambio di proprietà ed alla situazione finanziaria del club. Canovaccio incredibilmente simile, se non analogo, a quello materializzatosi nel periodo omologo dell'annata trascorsa, il cui amaro e sciagurato epilogo è ancora negli occhi e nell'anima di tifosi e reduci in organico. Non è tempo di drammatizzare oltremodo né di arrovellarsi in rovinose psicosi con numerose gare da giocare ed una classifica ancora confortante, ma non si può non prendere atto delle inevitabili ripercussioni psicologiche che lo status di precarietà e confusione in seno al club sta generando sul rendimento della compagine di Stellone.

Calciatori e componenti dello staff tecnico sono in primis uomini animati da sentimenti ed emozioni, ed è innegabile che il trambusto, figlio dei contorni non del tutto nitidi e decifrabili che stanno caratterizzando il passaggio di proprietà, unitamente a dubbi ed inquietudini legati a solidità finanziaria e lungimiranza progettuale del club, non sortiscano premesse psicologiche ideali in sede di preparazione degli impegni settimanali.

Ciò non deve costituire un alibi, né rappresenta l'unica ragione alla base di una avvio così stentato e deludente in questo 2019. Al netto dei proclami ricchi di volontà e buona fede del binomio Foschi-Stellone, che si spende encomiabilmente al fine di isolare la squadra dalle sconvenienti turbative extra-campo, la coltre di dubbi, misteri e preoccupazioni che si addensa quotidianamente dalle parti di Viale del Fante è ineluttabilmente un fardello pesantissimo che grava su psiche e nervi dei calciatori.

Un disagio che si capta tra le righe più della prestazione che del mero punteggio. Il Palermo ha disputato un primo tempo onesto o poco più, mantenendo ordine, compattezza e vis agonistica contro un avversario quadrato e tignoso, dotato di buone geometrie sul piano corale e impreziosito da discrete individualità per la categoria. La mezz'ora iniziale ha proposto un sostanziale equilibrio, grande densità ed altrettanta intensità, con le due squadre brave a limitare profondità e interspazi con inevitabile ristagno del gioco in mezzo al campo. Poche le trame apprezzabili per fluidità e linearità e, inevitabilmente, altrettanto rare le conclusioni verso la porta avversaria. La Cremonese marcava una certa supremazia territoriale, il Palermo provava a compattarsi e ripartire riuscendo anche a distendersi egregiamente almeno fino alla trequarti avversaria. Moreo si distingueva per uno slalom speciale poi concluso debolmente con il destro, quindi si ergeva a preziosa boa capace di far salire la squadra e partecipare con costrutto alla manovra. Proprio da una sua pregevole gestione della sfera aveva origine la ripartenza che metteva Jajalo in condizione di regalare a Chochev un assist al bacio che il bulgaro sprecava con un'incornata troppo scolastica a due passi da Ravaglia.  La moria di esterni che costringeva Stellone al dirottamento di Salvi a sinistra creava non pochi imbarazzi all'ex Cittadella, chiaramente a disagio in un ruolo non suo e poco avvezzo alla copertura. Piccolo, talentuoso e sgusciante lo metteva spesso in ambasce,  e Brignoli era bravo a metterci piede e istinto opponendosi alla conclusione del trequartista di Rastelli. Frenesia ed egoismo occludevano la visione di gioco di un Trajkovski che calciava con il destro, largo e male, anzichè servire il liberissimo Falletti al centro dell'area. Puscas nel frattempo aveva rilevato Moreo toccato duro, e l'uscita dal campo dell'ex Venezia, più votato a legare il gioco in costruzione rispetto al bomber rumeno, complicava ulteriormente distanze ed armonia in sede di sviluppo della manovra.

Salvi completava un pomeriggio a dir poco opaco non sentendo l'inserimento alle sue spalle di Arini che capitalizzava al meglio la sponda di Claiton e firmava su corner il vantaggio lombardo in pieno recupero.

La mazzata psicologica in chiusura di frazione ha tagliato letteralmente le gambe agli uomini di Stellone.

Un gol da recuperare non era di certo calcisticamente una tragedia ma la sensazione è che l'evento negativo abbia come fatto traboccare un vaso, sotto il profilo mentale e nervoso, già colmo di ben altre tensioni maturate in questo ultimo e tormentato periodo. Ti aspetti un Palermo arrembante e furioso che sbuchi dal tunnel vorace dopo l'intervallo, pronto a mangiarsi erba e avversario. Nulla di tutto ciò. La Cremonese continua a menare ritmi e danze, forte di una freschezza atletica e psicologica che sembra tracciare un netto solco con il più quotato avversario. La squadra di Stellone argina le folate grigiorosse a fatica, svela gli imbarazzi di un reparto difensivo rabberciato e bisognoso di integrazioni di livello in sede di mercato invernale. Falletti e Trajkovski girano a vuoto, Puscas rimane isolato e stritolato nella morsa dei centrali difensivi lombardi, Salvi si guarda le spalle e non riesce a spingere su una corsia a lui sconosciuta, Rispoli mantiene gli ormai consueti standard di mediocrità. Jajalo fatica a trovare opzioni di scarico valide, Chochev e Murawski giostrano a ritmi fin troppo scolastici e cadenzati. Di fatto il Palermo non calcerà mai verso la porta di Ravaglia per tutti i secondi quarantacinque minuti. La sorte sembra quasi infierire sui demeriti della compagine di Stellone e Migliore, mancino naturale, cerca e trova il jolly al volo con il destro siglando il raddoppio. Il match si trascina stanco fino al termine, l'ingresso di Haas non muta un'inerzia ormai ben definita. Stellone battibecca con il quarto uomo rimediando un'evitabile espulsione. Il giovane talento della formazione primavera Cannavò si gode l'ebrezza dell'esordio tra i professionisti in una giornata che, almeno per lui, resterà indimenticabile.  Il triplice fischio lascia una sensazione amara ed uno strascico di preoccupazione che va oltre il risultato ed i risvolti in classifica. Urge cambiare marcia e rotta, trasversalmente dalla scrivania al campo, per evitare di imboccare un tortuoso ed infinito tunnel che complichi oltremodo la stagione. Nell'auspicio che arrivino risposte forti e chiare, sia dai vertici della nuova proprietà che dalla dirigenza in ottica mercato invernale. Fallire ancora una volta il salto di categoria schiuderebbe scenari rovinosi e difficilmente rimediabili. Il ricordo della scorsa stagione è ancora vivo: errare è umano, perseverare sarebbe più che mai diabolico in virtù delle contingenze attuali.