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Chris Smalling si prepara a fare il suo debutto in Serie A.
Fermo per un affaticamento all'adduttore, Chris Smalling, è pronto a tornare in campo per esordire con la maglia della Roma. Il centrale, arrivato in giallorosso in prestito secco e oneroso, è stato riaggregato questa mattina al gruppo.
“Restare al Manchester United sarebbe stata la decisione più facile, ma adoro le sfide. Roma è una di queste. Sono qui per imparare, quando tornerò in Inghilterra avrò qualcosa in più rispetto a tanti altri difensori”.
Le parole di Smalling durante un’intervista rilasciata ai microfoni di "Telegraph", in cui lo stesso si è espresso sul rapporto con Solskjaer dopo l'arrivo di Harry Maguire.
“Ho parlato con lui prima che arrivasse Harry, sapevo di essere dietro a lui e a Lindelof. Anche nelle stagioni precedenti ero la terza scelta, ma dopo qualche partita mi ero già preso spazio. Amo le sfide, e quando arriva un nuovo rinforzo nel tuo ruolo devi alzare il tuo livello. Se fossi rimasto avrei accettato tutto ciò, e sono sicuro che avrei giocato un numero di partite adeguato, ma anche la Roma rappresentava una sfida. È l’occasione per imparare a vivere in una cultura diversa. Pochissimi giocatori inglesi vanno all'estero. Quelli che lo fanno, sono buoni giocatori, altrimenti non se ne vanno. Il problema principale credo sia la lingua: i termini del campo si possono imparare, fuori dal campo è importante comunicare il più possibile. C'è grande divisone con i compagni che non sanno l'inglese. Imparando, invece, posso avvicinarli e conoscerli presto".
Parentesi inoltre sulla mancata convocazione in Nazionale: “Sono deluso, ero abituato ad essere convocato con l’Inghilterra. La scelta definitiva però spetta sempre all’allenatore, le mie ambizioni restano le stesse. Il calcio a volte è questione di opinioni, e naturalmente non sono d’accordo con la sua decisione. Spero di tornare un giorno. Con Southgate mi sembra difficile, ma mai dire mai”.
Chiosa finale sul delicatotema relativo al razzismo: “Le nostre voci devono essere prese in considerazione. Spero che le istituzioni e gli organi calcistici possano essere più vicine ai calciatori, ma già sento che questa coesione stia crescendo. È brutto vedere certe cose pensando che ci sono dei bambini a guardare la tv, il razzismo non deve esistere”.
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