serie b

FOCUS: Turbo-diesel in rodaggio con qualche difetto di fabbrica. Palermo, chi sei veramente?

Indicazioni parziali e contrastanti dal primo scorcio di stagione. Conforta la sensazione di un potenziale, ancora inespresso, importante per la categoria. Preoccupano rendimento altalenante a gara in corso, meccanismi difensivi da registrare e...

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di Leandro Ficarra

Dispensare giudizi trancianti e categorici sulla base di quattro partite di campionato non è esercizio utile e lungimirante. Mini ciclo fin troppo esiguo per formulare una valutazione, minuziosa e definita, che abbia i crismi dell'attendibilità. Tuttavia, è certamente possibile, al contempo produttivo, trarre sensazioni e indicazioni in merito a pregi, statura e criticità di un organico.

Considerazioni che diverranno oggetto di approfondimento a medio- lungo termine e potranno essere smentite, o magari suffragate, dall'evoluzione dei fatti e della stagione.

Il Palermo di Tedino ha ottenuto fin qui sei punti in quattro gare disputate. Media leggermente al di sotto di chi punta a vincere il torneo. Una vittoria, poi tre pareggi di fila. L'imbattibilità è certamente una connotazione psicologica positiva. La squadra ha mostrato carattere, compattezza e spirito, specie nelle giornate complicate o di vena alterna. Vedi Brescia e Foggia.

La vittoria, al debutto casalingo contro lo Spezia, è stata ottenuta in scioltezza ma senza brillare, al cospetto di un avversario mediocre e lontano dalla migliore condizione.

Nel match con più alto coefficiente di difficoltà, contro l' Empoli, il Palermo, versione doubleface, ha mostrato tutto ciò che potrebbe essere ma ancora chiaramente non è, dilapidando nella ripresa quanto costruito nei primi, brillanti, venti minuti.

Stesso copione a tempi invertiti a Foggia. Abulico, legnoso, stordito da veemenza e ritmo dei pugliesi nella prima frazione. Autorevole, rabbioso, padrone del campo e del gioco nella ripresa.

Discontinuità ed alternanza di rendimento nel cuore della stessa partita. Denominatore comune nelle sfide contro Empoli e Foggia, zavorra che ha pregiudicato l'acquisizione dei tre punti in entrambe le circostanze. Rendimento ondivago intravisto anche contro Spezia e Brescia, seppur in misura meno marcata. La gara del "Rigamonti", in virtù delle condizioni di palese emergenza, con la rosa decimata dall'assenza dei nazionali, costituisce un termine di comparazione relativo.

Il logorio, fisico e mentale, dei tesserati reduci dagli impegni con le rispettive selezioni può certamente costituire un elemento utile a spiegare queste metamorfosi a match in corso.

Altrettanto significativo l'aspetto mentale, pur applicandosi con abnegazione e voglia, non sempre, nei novanta minuti, questa squadra riesce a calarsi in alcuni meandri propri del torneo cadetto. Quando non reggi sul piano dell'intensità, della corsa, della cattiveria agonistica, non v'è cifra tecnica o qualità individuale che possa agevolmente far pendere la bilancia dalla tua parte.

La sfida dello "Zaccheria" è stata emblematica in questo senso. Quando il Foggia di Stroppa ha sciorinato verticalità e  vertiginosa rapidità d'esecuzione dei suoi rodati automatismi, il Palermo è andato in palese affanno. Pur senza fini dicitori, alla squadra pugliese è bastata corsa, coralità e feroce determinazione per spaventare un avversario ben più dotato sul piano tecnico.

Quando si parla di giusta mentalità per affrontare il campionato cadetto si focalizza proprio questo aspetto: l'esser pronti e predisposti ad una battaglia, di muscoli, chilometri e nervi, al netto del nome che porti sulla maglia o del numero di stagioni nel massimo campionato che vanti nel tuo background. Non che questa squadra si tiri indietro sotto questo profilo, ma deve ancora imparare a farlo con continuità nell'arco di un'intera partita.