La Serie A si ferma a causa del Coronavirus.
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Coronavirus, Malagò: “Presi provvedimenti giusti, salute interesse primario. Gare a porte chiuse? Ecco cosa penso”
Le dichiarazioni rilasciate dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, in merito al rinvio di diverse gare di Serie A a causa della diffusione del Coronavirus nel nord-Italia
In Italia sono più di un centinaio i casi di contagio, in particolare in Lombardia e Veneto. Un allarme che sta avendo ripercussioni in molti ambiti, tra cui anche quelli relativi allo sport e all’intrattenimento. Il Governo, per mano del ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora, ha infatti scelto di rinviare a data da destinarsi diverse gare della massima serie italiana in programma quest’oggi nelle aree in cui si sono manifestati nelle scorse ore casi di contagio.
La decisione del Governo ha avuto approvazione e riscontro da parte del mondo dello sport e dai vertici del calcio italiano. In particolare, il presidente del CONI, Giovanni Malagò, intervenuto nelle scorse ore ai microfoni di Sky Sport, ha espresso con queste parole il proprio appoggio in merito al rinvio delle gare a scopo precauzionale: "Stiamo avendo gli atteggiamenti giusti. In questo momento il mondo dello sport non deve andare per conto proprio, ma deve essere allineato con le disposizioni dell'autorità vigilante, in primis il Governo che ha oneri e onori di tutto questo. La nottata di ieri è stata abbastanza convulsa, il consiglio dei ministri è finito tardissimo. Con questo decreto ci siamo adeguati e convinti che la valutazione sia quella più giusta. Poi è chiaro che qualcuno può condividere e altri avrebbero fatto qualcosa di diverso. Ci sono degli interessi primari, che sono anzitutto quelli della salute. Sento tanti che si espongono su questa materia, ma l'interesse della salute è primario. Si naviga a vista, non sono io che posso darvi risposte. L'obiettivo, ovviamente, è di ripartire al più presto".
A proposito, invece, della possibilità di giocare le gare a porte chiuse: "Era una delle ipotesi sul tavolo, ma sarebbe stato inelegante e scorretto a mio modo di vedere. Non c'è solo il calcio, ma tante altre manifestazioni coinvolte. Nello specifico non si poteva anticipare certe decisioni in questo sport. Io fino a tarda sera ho sentito dirigenti delle società coinvolte nelle partite di oggi. Torino-Parma non doveva rientrare in questo gruppo di partite rinviate. Il discorso porte chiuse è stato preso in considerazione dal Governo, ma ci sono due problematiche: la prima è che le società si dovevano far carico di tutto l'aspetto economico, la seconda è che se decidi a poche ore dalla partita di giocare a porte chiuse, con i gruppi di tifosi già sulle piazze e penso ai tifosi delle Curve, ci sarebbe un problema serio d'ordine pubblico. E' un discorso però che riguarda le Prefetture".
Infine, sulle problematiche derivanti dai rinvii e dai calendari delle squadre fitti di impegni: "Ci sono diverse problematiche, come quella dei calendari, ma oggi sono in secondo piano. I calendari non sono regolati dal sottoscritto, ma devono tener conto di tutte le altre competizioni. L'Inter, ad esempio, ora ha l'Europa League, poi avrà la Coppa Italia col Napoli. Ne ho parlato con Marotta, con cui l'ultima telefonata è stata alle 2:30 di notte. Si naviga a vista. L'Inter non avrebbe più un mercoledì o giovedì libero fino all'eventuale finale di Coppa Italia, che è stata anticipata per Euro2020. Dobbiamo riaggiornarci".
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