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Serie A, Spadafora: “Italia potrebbe seguire linea della Francia, rischio zero non c’è. Impatto economico? Vi dico la mia”

Il ministro per le politiche giovanili e per lo Sport, Vincenzo Spadafora, parla del futuro della Serie A a fronte dell'emergenza Coronavirus

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Parla Vincenzo Spadafora.

Il Governo italiano, in vista dell'inizio della "fase 2" dell'emergenza Coronavirus formalmente previsto il 4 maggio, ha annunciato che le attività sportive di gruppo e, dunque, gli allenamenti delle squadre di calcio, potranno riprendere soltanto il 18 maggio. Nessuna novità ufficiale, invece, in merito alla ripresa dei campionati. In Francia, intanto, le autorità hanno deciso di sospendere manifestazioni pubbliche ed eventi, anche sportivi, fino a settembre. La Ligue 1, dunque, è definitivamente conclusa.

Il Ministro per le politiche giovanili e per lo Sport, intervenuto questa mattina in diretta su La7 nel corso della trasmissione Omnibus, ha parlato delle possibilità di ripresa della Serie A e dei campionati minori, soffermandosi sull'eventualità che l'Italia decida di seguire la linea della Francia, mettendo fine anticipatamente alle competizioni.

"Ad oggi - dice Spadafora sono in corso contatti fra il comitato tecnico scientifico e la FIGC che nei giorni scorsi aveva presentato un protocollo per la ripresa. Il Comitato ha detto che il protocollo non era sufficiente, fra oggi e domattina ci saranno delle audizioni e si capirà qualcosa in più. Io ho sempre detto che la ripresa degli allenamenti non è sinonimo di ripresa del campionato. Qualcuno dice che non vuole incertezza, ma l’alternativa è fare come la Francia e fermare tutto. Vedo il sentiero per la ripresa del campionato sempre più stretto, ma intanto la ripresa degli allenamenti sarebbe importante. Io se fossi un presidente di Serie A, mi preparerei per riprendere in sicurezza il prossimo campionato. Le decisioni che stanno prendendo gli altri paesi, fra cui la Francia, potrebbe in un certo modo indirizzare anche la linea in Italia e più in generale in Europa. Non potevamo riaprire lo sport per tutti, ricordiamoci che lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la Serie A. Noi avevamo un’indicazione precisa dal comitato tecnico scientifico: tutti gli sport dovevano ricominciare per gradi. Comincio a credere che nei prossimi giorni, visto che ci sarà una riunione di Lega, possa esserci una sorpresa e magari la maggior parte dei presidenti di Serie A ci chiederanno di sospendere il campionato definitivamente. Il Comitato ha suggerito che il nuovo DPCM avesse scadenza a breve proprio per verificare le curve dei contagi. Mi sembra assurdo che ce ne rendiamo conto tutti ma ancora no 3-4 presidenti di Serie A. Il rischio zero non c’è. Io ho chiesto al comitato se il protocollo della FIGC fosse applicabile o meno. Per esempio, siamo sicuri che la quantità di tamponi richiesta sia assecondabile? Il comitato ci ha detto che hanno problemi loro stessi per i tamponi, quindi è da valutare anche perché Serie B e Serie C magari non possono seguire il protocollo".

A proposito, invece, dell'impatto economico che lo stop avrebbe su molte società: "E’ vero che il calcio paga tasse per sostenere tutte le altre discipline, quindi sarei un folle a demonizzare il calcio. Ma serve fare dei passi avanti: io non posso dire oggi se fra un mese e mezzo potrà riprendere il campionato. In Inghilterra non si sono ancora fermati, ma stanno pensando a piani B. Per esempio con le partite in chiaro, cosa che avevo provato a fare qua. Se si riparte, saremo disposti a pensare a questo aspetto? Io voglio aiutare le società, ma ripeto che tutto deve avvenire in sicurezza. È sicuro al 100% che se dovesse riprendere sarà a porte chiuse. Ma una squadra di calcio non sono solo i giocatori in campo, sono decine, centinaia di persone. C’è differenza sostanziale fra allenamenti e partite: gli allenamenti saranno nei propri centri, dovessero ricominciare le competizioni ci saranno anche gli spostamenti. Questo non è detto che non possa accadere, ma dobbiamo verificare le condizioni. E capire cosa accadrebbe se trovassimo un giocatore positivo. Intanto pensiamo ad un piano B, lo chiedo alla Lega. E’ un appello, inizino a pensarci perché le soluzioni potrebbero essere tante. Bonus ai collaboratori sportivi? Quelli che hanno fatto domanda avranno il contributo, abbiamo trovato le risorse. Poi gradualmente dobbiamo consentire a tutti di riaprire, penso a centri danza, palestre e piccoli centri".

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