serie b

Palermo-Cosenza 2-1: Puscas all’ultimo respiro, cuore e carattere per continuare a volare…

Dopo un primo tempo impalpabile, la squadra di Stellone cresce e trova il vantaggio in chiusura di ripresa con Salvi. Pari lampo dei calabresi, ma un Palermo arrembante ed a trazione anteriore si regala l'ennesimo successo grazie all'acuto in...

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Cuore, carattere, ferocia mentale ed agonistica. Il Palermo riesce a prevalere sul filo del rasoio su un Cosenza tosto ed organizzato, complesso ben disposto e mai domo.

Non è stata una prestazione memorabile quella degli uomini di Stellone, autori di un primo tempo opaco ed impalpabile, nel corso del quale hanno decisamente sbagliato approccio alla gara, difettando in intensità e coralità di manovra. La ripresa ha denotato una crescita, lenta ma progressiva, culminata nel gol decisivo di Puscas che ha regalato i tre punti in extremis dopo il botta e risposta, Salvi-Baclet, che aveva stappato la partita.

Il successo costituisce un premio alla caparbietà, alla determinazione, alla voglia della formazione rosanero di continuare a perseguire il risultato pieno. Crederci sempre e spingere forte, anche in una giornata tutt'altro che brillante sul piano di prestazione dei singoli, fluidità di manovra, automatismi collettivi.

Il Palermo si è preso i tre punti di forza, mostrando i muscoli in un finale arrembante ed ispirato, come di consueto, dalle mosse audaci e temerarie del suo tecnico. Anche stavolta Stellone ha impresso un cambio di marcia decisivo, interagendo con lungimiranza e coraggio sul piano strategico nel momento clou del match.

Quando la squadra stava producendo il massimo sforzo nel cuore della ripresa per sbloccare la gara, il tecnico romano ha mutato assetto tattico, richiamando Bellusci e puntando sulla qualità di Falletti, coniando una sorta di audace 4-2-4, ulteriormente puntellato, strada facendo, dagli innesti di Haas e Puscas. Tutti i giocatori subentrati hanno contribuito ad accrescere ritmo, cifra tecnica ed indice di pericolosità. L'attaccante rumeno ha garantito peso e fisicità al reparto offensivo, cogliendo una traversa con un sinistro terrificante e siglando, con opportunismo da bomber di razza, la rete del successo.

Al fotofinish il Palermo ha agguantato una di quelle classiche vittorie sporche: tanto sofferta, quanto voluta.Traguardo non figlio di qualità della prestazione e lignaggio del gioco espresso, ma comunque meritato per la tenacia e la voglia indomita, mostrata fino all'ultimo giro di cronometro, di portare a casa l'intera posta in palio. Successo dal valore inestimabile e dall'incalcolabile peso specifico, proprio in relazione a dinamica e tipologia di partita.

Nell'ambito del percorso di una squadra che ambisce a vincere il campionato, questi costituiscono step fondamentali. Capitalizzare al massimo sotto il profilo numerico una giornata obiettivamente di scarsa vena sotto diversi aspetti è prerogativa tipica della compagine di rango.

Spiegare le ragioni di un passo indietro in termini di armonia, linearità e brillantezza sul piano del gioco non è esercizio semplice. Al netto dello stress psicofisico originato dai numerosi impegni a stretto giro di posta, comunque attenuato dal sostanzioso turnover, la sensazione è stata, fin dai primi minuti, di un approccio alla gara non tarato al meglio sul piano nervoso e mentale. Eccesso di superficialità e supponenza, forse una latente forma di sottovalutazione dell'avversario. Vizio evidenziato da un paio di svarioni inconsueti nella gestione del giro palla difensivo che potevano costare molto cari, unitamente ad una serie di errori di misura in sede di palleggio e tessitura della manovra. Fase di impostazione che per tutto il primo tempo si è trascinata su ritmi fin troppo blandi, dipanandosi in modo stagnante e farraginoso, quasi sempre in orizzontale, priva di un adeguato dinamismo senza palla che suggerisse soluzioni e direttrici di passaggio acute ed efficaci. Il Cosenza, grazie ad una disciplinata applicazione della fase di non possesso, densità e coesione tra i reparti, disinvolta applicazione dell'elastico da parte della linea difensiva, toglieva profondità e riduceva al minimo gli interspazi per la formazione di Stellone.

La prima frazione filava via con cadenza soporifera, senza registrare occasioni degne di tal nome per i padroni di casa. Solo una punizione a fil di palo firmata Trajkovski creava reale apprensione alla compagine calabrese. A tremare sul serio era invece Brignoli, Maniero lo graziava da due passi al culmine di una ripartenza ispirata da Mungo e innescata da una leggerezza di Struna.

Nella ripresa il Palermo si presentava sul terreno di gioco con un piglio diverso. La compagine siciliana alzava baricentro e giri del motore, prendendo in mano il pallino del gioco e provando ad alimentare con maggiore continuità la sua proposta offensiva. Tuttavia, pur schiacciando i calabresi con una circolazione della sfera insistita ed avvolgente, i rosanero faticavano a dare verticalità ed incisività allo sviluppo delle proprie trame.

Jajalo saliva in cattedra e provava a suo modo a fungere da polo distributore della manovra, proprio un'imbucata del nazionale bosniaco lanciava Aleesami in area, il norvegese confezionava un assist perfetto con Nestorovski che sparava alle stelle la prima grande chance di sbloccare il risultato.

Quindi Stellone che rompe indugi ed inerzia del match, lanciando Falletti per Bellusci e variando modulo. Passaggio ad una sorta di 4-2-3-1 che a tratti diveniva un 4-2-4, svolta tattica con annesso un chiaro messaggio ai suoi calciatori. Negli ultimi dieci minuti accadeva di tutto. Il Palermo che trova il vantaggio con Salvi, il Cosenza che risponde dopo un minuto con Baclet, spegnendo istantaneamenteil moto di gioia del pubblico di fede rosanero.

La partita che si stappa ed esplode: la compagine di Stellone che ci mette poco a rinsavire dallo schiaffo del pari lampo dei calabresi. Il tecnico rosanero che lancia Puscas per Moreo e Haas per Murawski. Il Palermo che si protende furiosamente ma con criterio all'assalto della formazione di Braglia. Puscas che spacca la traversa ispirato da Trajkovski, lo stesso macedone che semina avversari come birilli ma non trova per un soffio la zampata di Nestorovski, Falletti che strappa, si accende, calcia sfiorando traversa e rete del successo. L'appuntamento con la gloria, dopo un brivido figlio di una ripartenza di Baclet, è rimandato di pochi minuti. Bravo Aleesami a tagliare verso l'interno, pescando con un tocco di esterno no-look Nestorovski, il lob del macedone cerca forse la gioia personale ma trova la testa di Puscas ad innescare tripudio del "Barbera". L'espulsione di Idda che abbatte Falletti lanciato a rete è l'ultimo atto di una sfida non bella ma vibrante. Ennesimo felice capitolo del Palermo 2.0 di Roberto Stellone.

Coraggio, indole propositiva, mentalità vincente, carattere indomito. Ingredienti sapientemente dosati dal tecnico romano, fin qui impeccabile. Rotazione di moduli e uomini, aspetto psicologico e motivazionale, lettura della gara e relative mosse in corso d'opera, gestione e valorizzazione dell'intera rosa a sua disposizione. Rischiamo di essere ripetitivi, ma Stellone fin qui non ha davvero sbagliato nulla. Dato oggettivo ed inconfutabile alla luce del ruolino di marcia collezionato dal suo ritorno sulla panchina del Palermo. Tredici punti in cinque partite, frutto di quattro vittorie ed un pari. In attesa che si completi il turno di campionato, la compagine rosanero vola in testa alla classifica. Con la ferma intenzione di restarci a lungo...