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PISA-SPAL

Spal, Oddo: “Pisa? Chiudiamo con dignità. Vorrei restare, ma non succederà”

Spal
Le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa dal tecnico della Spal, retrocessa in Lega Pro, alla vigilia della gara contro il Pisa.
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"Oggi non ha molto senso fare un’analisi, ho tanti pensieri e motivazioni ma sarebbe come trovare una scusa". Lo ha detto Massimo Oddo, intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Pisa, in programma venerdì sera allo Stadio "Arena Garibaldi". "Ognuno per il suo ruolo deve assumersi la propria responsabilità, questa è la cosa migliore da fare anche nei confronti della piazza, dei tifosi e della città. Oggi rappresento me stesso ed il mio staff e quello che posso fare è assumermi le mie responsabilità, perché sono molto rispettoso dei ruoli altrui e non mi sognerei mai di addossarle ad altri", ha dichiarato il tecnico della Spal già matematicamente retrocessa in Lega Pro.

"Abbiamo dedicato tempo, passione e amore per raggiungere un obiettivo e, evidentemente, non siamo stati all’altezza. Ci si scusa quando non si dà il massimo, non è questo il caso, ma ci dispiace tanto per la piazza e per la tifoseria che non è mai mancata, una tifoseria meravigliosa. Qui si può fare del gran calcio e auguro a tutta la SPAL un futuro migliore di questo. Andiamo ad affrontare l’ultima partita che è pericolosa perché mancano le motivazioni naturali. Domani sarà una scelta complicata e cercherò di mandare in campo la squadra migliore per rispetto della maglia, dei tifosi e di tutte le altre squadre del campionato. C’è bisogno di chiudere con dignità, anche per rispetto del Pisa che lotta per un obiettivo, quindi dobbiamo fare il meglio possibile".

"A Ferrara ho trovato una piazza pazzesca con grande passione, anche domani ci saranno tifosi al seguito a Pisa. Mi piacerebbe restare, per me la categoria non è importante, sogno una partenza dall’inizio che è una cosa che mi manca da diversi anni: partire dall’inizio è importante non solo per gli aspetti tecnico-tattici, ma anche per la costruzione di quella mentalità, un qualcosa che è mancato quest’anno. Questa squadra è stata costruita per vincere, per competere per altri obiettivi e si è trovata invischiata in una situazione difficile: in queste situazioni la mentalità e le regole sono fondamentali. Partendo in corsa ti devi adattare all’organico e fare scelte veloci. Quando sono arrivato ci ho messo due o tre settimane a capire certe cose, c’erano tante difficoltà da affrontare. Ma è un intervallo di tempo che si traduce in nove punti. In Italia si giudica tanto il risultato finale e meno quello che si è fatto durante il percorso, per questo penso che restare sia una possibilità remota, ma sono anche consapevole che quando le cose non vanno bene si debba fare tabula rasa e ripartire alla grande con un nuovo entusiasmo".

"La vita di un allenatore è particolare, il tuo destino è fatto di scelte e dipende tanto dai giocatori perché la carriera è determinata dalle vittorie, ma chi va in campo poi è il giocatore. Le scelte fanno tutto e poi ci vuole sempre un po’ di fortuna. Quando vinci è tutto bello ma impari poco, mentre cresci quando ci sono le sconfitte ed analizzi il tuo percorso e le tue colpe. Non quelle degli altri, anche se sicuramente ci sono. Ma solo così fai un percorso migliorativo. Quando ho accettato la proposta della SPAL, l’ho fatto convinto di poter fare un grande lavoro e di raggiungere la salvezza. C’è stata anche un po’ di sfortuna, abbiamo perso da subito un giocatore importante come Valzania e meno male che poi abbiamo trovato Contiliano, che ha caratteristiche simili. Ma non è una giustificazione. Inoltre, in momenti delicati come la partita di Cosenza abbiamo dovuto fare a meno di Nainggolan e Prati. Resta in me la città, un pubblico straordinario, la passione di questa gente e il gozzo in gola di una società che poco tempo era in Serie A ed ora si ritrova in Serie C", ha concluso Oddo.

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