"È nell’intreccio di interessi tra giocatori, società e procuratori, in quel gioco di sponde e a volte di complicità, nella cosiddetta zona grigia del mercato che hanno affondato il bisturi i magistrati napoletani, e altri prima di loro. [...] Al centro c’è il ruolo degli agenti, nella doppia veste di procuratori degli atleti e di intermediari delle società. Ma in realtà le tre parti in causa si nutrono vicendevolmente e sarebbe sbagliato additare solo una di esse. Di certo il fenomeno ha assunto proporzioni gigantesche, se si pensi che in Serie A le spese stagionali per gli agenti – tra costi accessori capitalizzati e consulenze secche - toccano ormai i 100 milioni di euro, con la Roma in testa a quota 17 milioni, seguita dalla Juventus a 11, non a caso i due club con le movimentazioni più elevate nel 2014-15. Cifre, queste, desunte dai bilanci delle società perché il presupposto evidenziato nell’inchiesta Fuorigioco è proprio questo: quasi sempre i procuratori vengono pagati dai club e non dai calciatori, nonostante agiscano negli interessi di questi ultimi". Così l'edizione odierna de 'La Gazzetta dello Sport' in merito a quanto emerso ieri mattina nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di Napoli e denominata 'Calcio in Fuorigioco'. "Nelle decine di operazioni passate al setaccio, gli inquirenti hanno scoperto che molti dei procuratori che risultano aver agito formalmente per la società, emettendo regolare fattura, in realtà sono noti come agenti dei calciatori oggetto della trattativa. Da qui la contestazione di fatture fittizie, perché 'il destinatario reale della prestazione resa' è l’atleta e non la società. E di evasione fiscale. I club, pagando di tasca loro, possono dedurre i costi relativi alla prestazione dell’agente e detrarre l’Iva, facoltà non concessa ai calciatori, che sono persone fisiche e non società. Per i giocatori, abituati a ragionare sullo stipendio netto e non lordo, ne deriva 'un vantaggio economico', visto che un terzo paga le commissioni al loro posto - si legge -. C’è di più. Secondo i pm le prestazioni rese dagli agenti e pagate dai club vanno considerate alla stregua di fringe benefit a favore dei calciatori, come un’auto aziendale o un’assicurazione. E quindi maggiori compensi che i calciatori non dichiarano, configurando il reato di dichiarazione infedele. Tutto questo, però, va calato nella realtà. Una realtà di fatto in cui gli agenti, o sarebbe meglio dire gli intermediari, hanno assunto un ruolo rilevante, eccessivo. Il potere di indirizzare un giocatore richiesto sul mercato verso un club piuttosto che un altro viene pagato a peso d’oro. Ma vale anche per le cessioni: una società con degli esuberi è ben felice di pagare una commissione all’agente incaricato di piazzare gli elementi non graditi altrove alleggerendo così il montestipendi. Ciò significa che non sempre è chiaro l’interesse servito dall’agente".
serie a
Gazzetta: Operazione Fuorigioco, procuratori pagati dalle società e meno tasse. I dettagli dell’intreccio di interessi tra club, agenti e giocatori coinvolti
La ricostruzione del quotidiano sportivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA