di Leandro Ficarra Uno stop immeritato, intriso di amarezza e rimpianti ma ricco di confortanti conferme, preludio di un roseo futuro. La gara del S.Paolo, tra Napoli e Palermo, ha offerto indicativi spunti di analisi e riflessione che vanno ben oltre il successo di misura conseguito dagli uomini di Reja. Il Palermo ha perso, viva il Palermo! Una sconfitta dolce quella subita dalla compagine di Ballardini che, punita da ingenuità e malasorte, lascia il S.Paolo stizzito ma con la convinzione di aver intrapreso la strada maestra. Intendiamoci: non è stato il Palermo brillante, tonico e spettacolare delle due precedenti uscite ma gli uomini di Ballardini hanno dimostrato personalità, autorevolezza ed identità tattica gestendo per larghi tratti il pallino del match. Una gara giocata in condizioni tattiche ben diverse rispetto alle vittorie contro Roma e Genoa, squadre dal dna offensivo che, praticando un calcio totale e propositivo, concedono spazi tra le linee e profondità che i rosanero hanno brillantemente saputo sfruttare. Ben altro il credo tattico di Edi Reja che ha schierato un pragmatico 3-5-2 che sapeva tanto di 5-3-2. Un Napoli accorto, cinico, tutto corsa, densità e ardore che, specie dopo il precoce gol del vantaggio, si è raccolto in otto, a volte nove uomini, dietro la linea della palla affidandosi al più classico dei canovacci italianisti: difesa e contropiede. Gli esterni alti, che poi alti non erano, nella fattispecie Vitale e Maggio, scalavano regolarmente sulla linea difensiva, Blasi e Gargano mordevano le caviglie a Bresciano e Simplicio ed il solo Hamsik aveva qualità e licenza di attaccare i preziosi spazi aperti dal lavoro sporco del panterone Zalayeta. Laltra punta partenopea, Denis, si occupava più di ritardare in pressing le giocate di Liverani che di dettare tracce offensive. In questo fortino eretto davanti a Iezzo, non era compito semplice per Miccoli e soci trovare spazi e manovre in verticale ma ciononostante il Palermo ha fatto circolare il pallone con ordine e pazienza provando a tessere una manovra avvolgente e cercando di stanare lavversario in attesa del varco propizio.Gli uomini di Ballardini, oltre a comandare a lungo la gara, hanno anche creato almeno quattro nitide palle gol che solo imprecisione e sfortuna gli hanno impedito di concretizzare. Il Napoli si è mostrato cinico sagace e concreto ma, per volume e qualità di gioco espresso, il pari sarebbe sicuramente stato il risultato più giusto. Due le ingenuità costate care ai rosanero: sul primo gol degli azzurri Balzaretti si fa prendere alle spalle da Maggio e nessuno segue Hamsik in un classico del suo repertorio, inserimento a rimorchio e tape-in sottomisura. In occasione del raddoppio partenopeo Carrozzieri commette una grossa ingenuità sbagliando misura e direttrice di un facile appoggio e regalando palla a Zalayeta. E ancora, sul tiro tuttaltro che irresistibile di Hamsik, poi corretto in rete dal bomber uruguaiano, Amelia non pare certo esente da responsabilità. In mezzo alle due reti azzurre tanto Palermo: lundici di Ballardini ha mostrato di assumere sempre più i connotati di squadra nel senso più organico e coeso del termine. I rosa non si sono disuniti dopo liniziale svantaggio, la squadra ha lottato, pressato, corso e ha cercato con il fosforo di Liverani, la vena di Simplicio e la classe del recuperato Miccoli di scardinare il bunker di Reja. Gli uomini di Ballardini hanno chiuso il Napoli nella sua metà campo cercando di rimanere sempre alti, rischiando pure qualcosa, ma senza buttare via la palla. Una manovra corale ed assennata, diretta da capitan Liverani, che ha dei temi precisi: lo scarico sugli esterni che spingono, Cassani e Balzaretti, le verticalizzazioni di Simplicio incuneato tra le linee, a supporto del tandem offensivo che sincrocia alla ricerca di gloria personale e varchi centrali per gli inserimenti di Bresciano e Nocerino. Bravo il Napoli a chiudere ogni spazio, ai rosa è sicuramente mancata un pò di precisione e fortuna sotto porta. Miccoli ha prima messo fuori di testa, da due passi, un bel cross di Cassani, poi ad inizio ripresa ha calciato alto al volo dai sedici metri. Doppia occasione per Simplicio e Cavani: prima il brasiliano è travolto da Iezzo, in uscita, su invito di Liverani, quindi il giovane uruguagio ribadisce in porta ma trova il muro dei difensori partenopei. Loccasione più propizia per pareggiare i conti è capitata sui piedi di Federico Balzaretti il cui rasoterra, deviato da un difensore, è stato intercettato dal portiere azzurro nella circostanza bravo e fortunato. Luno a uno avrebbe certamente cambiato linerzia della partita poiché, seppur in svantaggio, la squadra di Ballardini appariva padrona del campo. Per quanto concerne i singoli: Balzaretti è apparso un pò affaticato, Nocerino e Bresciano nel traffico del centrocampo partenopeo hanno sofferto perdendo in incisività, Cavani ed il rientrante Miccoli, a cui Aronica e Cannavaro non hanno risparmiato rudezze, non hanno trovato il guizzo. Bene Cassani, Bovo e Simplcio. Al di là delle prestazioni individuali piace comunque il carattere e lo spirito di questa squadra che anche dopo il beffardo gol del due a zero non ha mollato, accorciando le distanze (rigore per fallo di mano di Aronica) con Miccoli e cingendo dassedio il Napoli fino allultimo secondo di recupero. Un vano assalto a cui hanno partecipato anche Ciaramitaro, Migliaccio e Mchelidze: il palermitano schierato esterno di destra in un disperato 3-4-3, lex atalantino per conferire fisicità e prestanza nei mischioni finali, il giovane georgiano a fianco di Miccoli e Cavani a rimpinguare il fronte offensivo.Gli auspici di rimonta rosanero sono purtroppo rimasti tali ma da questa dolce sconfitta emergono indicazioni importanti. Il Palermo di Ballardini ha un volto tattico e caratteriale, un gioco con dei definiti temi offensivi, dei meccanismi di equilibrio tra i reparti sicuramente da oleare ma chiaramente percepibili. La sfida del S.Paolo ha detto che questa squadra ha buona personalità, anche in trasferta, e convinzione nel percorso tattico intrapreso ma ha evidenziato impietosamente come un paio di leggerezze difensive e la mancanza di cinismo sotto porta compromettano quanto di buono mostrato sul piano del gioco e della gestione della partita. Quando incontri squadre così chiuse e schiacciate dietro, la presenza di un terminale offensivo di peso che faccia valere la sua stazza sia in fase di copertura di palla che di duelli aerei, può essere preziosa per scardinare le difese avversarie. Il recupero di Igor Budan (forse già disponibile contro la Reggina) può costituire per Ballardini una variabile importante. Il tecnico romagnolo avrà sicuramente tempo e modo di registrare tutti gli aspetti tattici in modo da sfruttare al meglio le risorse tecniche a disposizione. Spirito di gruppo ed assetto sembrano essere quelli giusti, bisogna crescere sotto il profilo della concentrazione e degli automatismi ma la prestazione offerta contro il Napoli, risultato a parte, è stata un importante segnale di continuità. Signori il Palermo cè ed è una squadra e questa è già una buona notizia! (LF)
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Palermo, una dolce sconfitta Gioco,Identità e spirito di squadra le basi per andare lontano
di Leandro Ficarra Uno stop immeritato, intriso di amarezza e rimpianti ma ricco di confortanti conferme, preludio di un roseo futuro. La gara del S.Paolo, tra Napoli e Palermo, ha offerto.
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