di Basilio Milatos Domenica al Barbera ci sarà una gran partita. Questo almeno ci assicurano tutti, addetti ai lavori neutrali e attori coinvolti direttamente. Palermo-Genoa ha tante chiavi di lettura affascinanti, iniziando dal bel gioco e dallentusiasmo che le due squadre hanno suscitato nellultimo turno di campionato, quando hanno dominato e battuto due grandi avversarie come Roma e Milan. Si affrontano le squadre di due grandi città, di due grandi tifoserie e di due grandi società, entrambe guidate da due presidenti sanguigni e passionali come pochi. Tuttavia, uno dei temi più intriganti sul piano delle emozioni che si andranno a intrecciare domenica non può non essere quello degli ex, che sono davvero parecchi, in campo, in panchina e persino sulla scrivania di Direttore Sportivo. Rino Foschi oggi non lavora per nessuno, ma è un ex di entrambe le società. La portata però delle due esperienze è ben diversa: nel Genoa si è trattato solo di una breve parentesi chiusa da pochi giorni, dove pure ha condotto parte dellultimo mercato, compreso lacquisto più eclatante del Grifone, Gabriel Milito. Nel Palermo invece è una lunga storia, anzi, si può certamente dire, è LA storia del Palermo di Zamparini, quello che da anni ormai ha abbandonato la acque paludose delle serie minori e ora naviga saldo e sicuro nella parte nobile della serie A. Anche grazie a lui, a Rino da Cesena, un romagnolo verace, esuberante e sincero, che a Palermo ha lasciato un pezzo (grosso) di cuore. Non ha difficoltà, infatti, Foschi ad ammettere, col candore di un ragazzino abbandonato dal suo amore, che sta ancora male per quel divorzio inatteso. Ci ha provato Rino a lavorare altrove, ma non se lè sentita. Quando gli abbiamo chiesto per chi tiferà domenica ha risposto in un modo che dice tutto: è scontato. Del resto, questa squadra lho creata io, e credo molto nelle sue qualità, per me è unottima squadra. Come sempre, ha avuto solo parole colme di stima, gratitudine e affetto per Maurizio Zamparini, malgrado lepilogo del rapporto. Sulloperato della società dopo il suo addio, però, il buon Rino ha rimarcato che lui Jankovic e De Melo non li avrebbe mai lasciati partire. Anche Platini ci ha messo sei mesi prima di ambientarsi in Italia, bisognava aspettarli. Insomma, Rino Foschi è un ex talmente ancora vicino sentimentalmente ai colori rosanero da rendere persino difficile considerarlo un ex! Ma non finisce qui. Oltre a lui sono tanti gli ex, su entrambi i fronti. Da questa parte, Giovanni Tedesco e Cesare Bovo, lex capitano di tante battaglie del Grifone e lottimo difensore di una sola stagione, però che stagione: quella del ritorno in A; dallaltra, una lunga lista di ex rosanero, del passato recente e lontano: da Mister Gasperini in panchina, alfiere del Palermo anni 80, quello dei De Stefanis, dei Montesano e del compianto Gianni De Rosa, a Bosko Jankovic, il più recente, nonché forse quello che ci terrebbe più di tutti a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Maurizio Zamparini, a Udine, lasciò chiaramente intendere di essere entrato in attrito con Colantuono anche per la presenza in campo dallinizio del serbo, a cui il presidente avrebbe preferito invece Bresciano. La sua partenza da Palermo nelle ultime ore di mercato spiazzò tutti, poiché Jankovic veniva considerato un punto fermo; evidentemente cera qualcosa che non andava agli occhi della società e si decise di cederlo, seppur in prestito. Non deve averla presa benissimo, Bosko, visto che in settimana non ha lesinato qualche frecciatina pungente alla ex squadra: al Genoa si gioca un calcio più offensivo, oppure il Palermo ha i solisti, ma al Genoa cè tanta organizzazione, che è fondamentale nel calcio, e io sono felicissimo di essere in questa squadra. Per i rosa, sarà bene guardarlo a vista, dato che in maglia rosanero raramente ha liberato il suo tiro possente, ma è sicuro che domenica proverà in tutti i modi a impallinare Amelia. Di ben altro tenore le dichiarazioni di Francesco Modesto, che oggi è tra i migliori fluidificanti di fascia in Italia, ma che ai tempi del famoso travaso dal Venezia alla Sicilia era ancora immaturo, come lui stesso ha ammesso intervistato da Mediagol.it: ero troppo giovane a quei tempi, non ero pronto per una piazza e una città come Palermo, della quale conservo un ricordo splendido. Cè infine Andrea Gasbarroni, che diede un contributo importante al Palermo che tornò in A, segnando tra laltro 6 goal. Lanno seguente sembrava quello della sua consacrazione, ma qualcosa non andò per il verso giusto e a gennaio fu ceduto, dopo metà campionato senza mai lasciare il segno. Domenica forse non sarà in campo il 27enne torinese, e chi lo ha visto domenica scorsa giura che sia una gran fortuna per il Palermo, anche se dispiace sul piano sportivo e dello spettacolo: quelli del Milan ancora lo inseguono tentando di fermarlo. Peraltro, Gasbarroni ai rosa i suoi bravi dispiaceri li ha già dati, rifilando alla sua ex squadra due gran goal con le maglie di Sampdoria e Parma. Al suo posto giocherà Raffaele Palladino, scuola Juve, uno che ex non è, ma che questa partita avrebbe potuto giocarla sul fronte opposto, se non avesse fermamente rifiutato lipotesi Palermo quando si ipotizzava un suo inserimento come parziale contropartita tecnica nellaffare Amauri. Infine, Beppe Biava, che a Palermo ha passato gli anni più belli della sua carriera calcistica e negli ultimi giorni non ha fatto mancare parole damore per città e tifosi. Zamparini non gradì affatto quel rifiuto: domenica Cavani e compagni hanno la possibilità di vendicare quel piccolo affronto.
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PALERMO-GENOA, da Foschi a Jankovic Incrocio di emozioni e di ex al Barbera
di Basilio Milatos Domenica al Barbera ci sarà una gran partita. Questo almeno ci assicurano tutti, addetti ai lavori neutrali e attori coinvolti direttamente. Palermo-Genoa ha tante chiavi.
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