di Roberta Siino Non cè squadra in serie A che non sia condannata a vincere. Pressioni, ambizioni e attese assumono però proporzioni ancora più vaste se quella squadra si chiama Milan. Carlo Ancelotti non può più sbagliare e in unannata orfana della Champions League, la lotta per la supremazia in campionato assume unimportanza fondamentale per lambiente rossonero. Già, perché lultimo trionfo in serie A per il Milan risale al 2003/2004 e la scorsa stagione, benché contornata dalla vittoria della Supercoppa Europea e dal Mondiale per club, ha visto un Milan ancora una volta fuori anzitempo dai giochi di classifica. Quinto con 64 punti, 66 gol fatti e 38 subiti, 18 vittorie, 10 pareggi e altrettante sconfitte. Questanno invece, il club di via Turati si trova al secondo posto in classifica con 27 punti, a meno tre dai cugini interisti: 19 i gol realizzati, 10 quelli subiti, 8 vittorie contro Lazio, Reggina, Inter, Sampdoria, Atalanta, Siena, Napoli e Chievo Verona, 3 pareggi contro Cagliari, Lecce e Torino e 2 sconfitte contro Bologna e Genoa. Al tecnico rossonero serviva un centravanti in grado di rimpiazzare la partenza di Gilardino, passato alla Fiorentina e di rimpinguare il bottino dei gol. Per questo, dal Genoa è tornato Marco Borriello ma non al meglio delle sue condizioni fisiche. Dal Barcellona è stato acquistato il giocoliere brasiliano Ronaldinho e dal Chelsea è ritornato il figliol prodigo Shevchenko. Un Milan sempre più verdeoro, con appunto Ronaldinho che va ad aggiungersi a Kakà e Pato. A centrocampo è arrivato Flamini, mentre in difesa si è deciso di puntare sullesperienza di Zambrotta e sullo svizzero Senderos che dovrebbe occupare il posto lasciato da Simic. Mentre ai box scalpita per una maglia da titolare Super Pippo Inzaghi.
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“L’erba del vicino”: il Diavolo ora vuole vincere
di Roberta Siino Non cè squadra in serie A che non sia condannata a vincere. Pressioni, ambizioni e attese assumono però proporzioni ancora più vaste se quella squadra si.
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