Abbiamo immaginato unipotetica telefonata di Adriano Galliani, amministratore delegato rossonero, al neo presidente Usa Barak Obama per spiegare, attraverso lelenco di tutte le glorie di colore rossonere, come Silvio Berlusconi non abbia nulla contro i colored di Fabio Giacalone Chi toglierà le castagne dal fuoco al presidente del consiglio Berlusconi (e patron del Milan) dopo la carinissima gaffe sulla tintarella di Obama? Ma Adriano Galliani, ovviamente. Sarà forse sfuggito ai più stretti collaboratori del Premier, pietrificati davanti agli schermi o in presa diretta nel sentire quelle amene parole sgorgare dalla bocca del Cavaliere, che lad rossonero ha i giusti argomenti (migliori di quelli di qualsiasi altro esperto di pubbliche relazioni che al momento voglia cimentarsi nellardua impresa) per ricucire lo strappo. In barba, infatti, ai delatori del Pd e a tutta la stampa politicizzata di questo nostro Paese (che altro non fa nella vita se non dare addosso al Silvio nazionale), il buon Galliani potrebbe – in un impeto di cura degli interessi extracalcistici del proprio principale alzare la cornetta del telefono (espressione ormai tecnicamente desueta ma utile a rendere lidea) e risolvere la questione in quattro e quattrotto. - Hello? - Salve, parlo con il neo eletto presidente degli Stati Uniti Barak Obama? -Yes we can! (scusate limpropria risposta, ma è lunica frase che la nostra immaginazione adatta alla figura di Obama). - Oh, caro presidente, sono Adriano Galliani, lamministratore delegato del Milan, che poi è la squadra campione del Mondo, non so se mi spiego! - Who? (Chi?) -Non si preoccupi, fa lo stesso avv. Obama. La chiamo per spiegarle che il mio titolare, il presidente Silvio Berlusconi, che oltre ad essere il presidente del Consiglio Italiano è anche presidente del Milan, la squadra ancora campione del Mondo e prima in classifica in Serie A, non voleva affatto recarle offesa con quella innocente battuta sullabbronzatura. Per darle unidea di come il presidente Berlusconi si trovi bene con le persone dalla pelle nera, le dico solo che due dei tre olandesi dorati con cui abbiamo vinto scudetto, Coppe dei Campioni e Intercontinentale erano più abbronzati di lei. Negli anni novanta, poi, abbiamo spopolato in Italia e in Europa con in campo un certo Marcel Desailly e George Weah, lui sì africano dellAfrica vera. Certo non tutti i colored ci sono venuti col buco: penso a NGotty, a Bogarde, a Reizieger, anche ad Edgar Davids (che però poi alla Juve andò a fare faville). Ma quello che ci è rimasto più sullo stomaco è Ibrahim Ba: si figuri, era abbronzato e ossigenato, a dimostrazione che qui al Milan siamo una grande famiglia e abbiamo accolto proprio tutti, anche se adesso con la Bossi-Fini ci sentiamo più tutelati. Ora come ora, abbiamo in squadra Clarence Seedorf e Ronaldinho, uno più scuro e laltro più chiaro. Anzi, adesso la saluto, perché devo correre a Milanello a rassicurare i due nostri tesserati che il presidente Berlusconi non ce laveva con tutte le persone di colore. Di certo non con quelli che giocano nel Milan. Comunque spero abbia capito che qui in Italia siamo dei gran tolleranti e quella del presidente del Consiglio è stata solo una carineria. A risentirci presidente. Mi stia bene. E forza Chicago Fire anche se mi dicono che lei preferisce il basket, tipico sport da , bhe Tanti saluti alla sua signora. E questestate prenda meno sole. Chi diavolo fosse al telefono, Obama probabilmente non lo saprà mai. Penserà che quando uno diventa presidente degli Stati Uniti deve abituare lorecchio a certi rumori di fondo.
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Ironia: tutti gli abbronzati del Cavaliere Il Milan per chiudere la polemica Obama
Abbiamo immaginato unipotetica telefonata di Adriano Galliani, amministratore delegato rossonero, al neo presidente Usa Barak Obama per spiegare, attraverso lelenco di tutte le glorie di.
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