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IL PALERMO RINGHIA, RISCHIA E PIACE OK LA PRIMA,ORA SFIDA AL VERONA

di Leandro Ficarra Al culmine di una prova intensa ed ordinata, il nuovo Palermo di Rino Gattuso si guadagna l’accesso al turno successivo di Tim Cup dove sfiderà il Verona degli ex .

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di Leandro Ficarra Al culmine di una prova intensa ed ordinata, il nuovo Palermo di Rino Gattuso si guadagna l’accesso al turno successivo di Tim Cup dove sfiderà il Verona degli ex Luca Toni e Sean Sogliano. La compagine rosanero ha avuto ragione di una Cremonese coriacea e ben messa in campo dal tecnico Torrente, grazie ad un’ora di partita piuttosto autorevole, a tratti brillante, in cui ha maturato un doppio vantaggio ed ha creato più volte le premesse per rimpinguare il bottino rischiando quasi nulla in fase difensiva. Un Palermo tanto bravo ad impattare con il giusto approccio tattico e mentale il match, quanto ingenuo a complicarselo nella parte finale, quando ha regalato un rigore ai grigiorossi consentendo loro di accorciare le distanze e di riaprire la gara. Gli uomini di Gattuso hanno mostrato fin da subito di aver metabolizzato nozioni e trame del 4-2-3-1 testato in ritiro, restando corti e compatti in fase di non possesso e sfoggiando una buona linearità nella costruzione della manovra. Ovviamente, rapidità di esecuzione e qualità delle giocate sono sensibilmente migliorabili ed andranno verificate al cospetto di formazioni di maggior caratura complessiva. Davanti a Sorrentino, Gattuso ha schierato una linea difensiva a quattro composta da Pisano e Daprelà esterni bassi, con Terzi ed Andelkovic coppia centrale. Diga mediana formata da Ngoyi e Bolzoni, mastini chiamati principalmente a schermare la retroguardia, quindi a cucire le ripartenze del tridente formato da Stevanovic e Lores larghi e Dybala trequartista centrale alle spalle del terminale offensivo Lafferty. Gli estremi del tridente vengono schierati appositamente nella corsia di pertinenza opposta al cosiddetto piede forte, per consentirgli di convergere verso il centro e calciare, rifinire o proporre l’uno-due, liberando così la fascia per l’eventuale sovrapposizione degli esterni bassi. I ritmi iniziali sono più che accettabili ed i rosa vanno in vantaggio proprio con un tema classico del modulo di riferimento, Stevanovic parte da sinistra e stringe verso il centro, scambio stretto con Dybala e sfera che giunge a Lafferty, appostato in area , lesto a battere in diagonale di destro l’incolpevole Bremec. Quindicimila del “Barbera” in festa e Palermo vicino al raddoppio poco dopo, ancora col gigante ex Sion che duetta con Dybala ma calcia, stavolta debolmente, dai diciotto metri. L’undici di Gattuso controlla agevolmente le rare sortite della Cremonese ma Sorrentino è bravissimo ad opporsi d’istinto, per ben due volte, alla doppia conclusione di Carlini favorito da un rimpallo fortunoso. Un sinistro di Dybala che lambisce il palo chiude di fatto la prima frazione di gioco. La ripresa si apre con una perla balistica di Stevanovic: l’esterno scuola Inter cerca l’incrocio con un destro a giro dal vertice dell’area ma sfiora soltanto il bersaglio. Quindi, un applauditissimo Kyle Lafferty lascia il posto ad Abel Hernandez. Il nazionale nordirlandese, gol a parte, ha destato una buona impressione per la straordinaria fisicità che, abbinata ad una buona tecnica di base, gli permette di coprire bene la sfera, far salire la squadra e giocare bene di sponda favorendo gli inserimenti dei trequartisti. Sostanza ma anche intelligenza calcistica per l’ex Rangers di Glasgow, che ovviamente è atteso alla conferma anche al cospetto di linee difensive ben più rocciose e qualitativamente dotate. Il Palermo continua a produrre occasioni, Lores,ispirato ed inarrestabile sulla sua corsia, semina avversari ma divora il raddoppio su delizioso assist di Dybala. Raddoppio che arriva poco dopo con Pisano bravo sottomisura a correggere una parabola velenosa di Stevanovic su calcio di punizione. La gara sembra ormai un monologo rosa: Abel e Dybala esaltano l’esplosività di Bremec che con una doppia parata evita il tracollo ai suoi. Gattuso richiama Stevanovic e concede la ribalta a Di Gennaro. Il Palermo piace per aggressività, ordine tattico ed un’indole tendenzialmente propositiva che induce a giocare sempre la palla cercando il fraseggio ragionato a partire dalle retrovie. L’estremizzazione di questo mirabile concetto rasenta però il masochismo al minuto 74, quando Sorrentino appoggia in fase di disimpegno a Bolzoni in piena area e l’interno ex Siena , preso alle spalle, perde una palla sanguinosa ed atterra il cremonese Palermo pronto a battere in rete da pochi metri. Chiara occasione da gol, e fallo probabilmente da sanzionare con il rosso a norma di regolamento. L’arbitro grazia Bolzoni optando per il cartellino giallo. Abbruscato spiazza Sorrentino e regala quindici minuti con qualche patema agli uomini di Gattuso ed al pubblico rosa. La Cremonese riprende linfa e vigore e sfiora il clamoroso pari con un sinistro radente di Palermo che timbra il palo dal limite a Sorrentino ormai battuto. Il Palermo arranca e la squadra di Torrente ci crede ancora ma creerà soltanto qualche mischia e poco più fino al fischio finale. Il cartellino rosso lo rimedia il lombardo Caracciolo per un’ entrata decisa su Troianiello e qualche parola di troppo al direttore di gara. La serata termina in gloria con l’urlo liberatorio del popolo del “Barbera” che sembra già avere adottato questa squadra, apprezzandone spirito, verve agonistica e predisposizione al gioco. Un gruppo che pare incarnare fedelmente il sacro furore e la mentalità vincente del suo condottiero Rino Gattuso, che si agita in panchina più di quando imperversava sul terreno di gioco. Era importante passare il turno senza troppi fronzoli contro un avversario di categoria inferiore, i margini di miglioramento in termini di sincronismi e condizione sono fisiologicamente notevoli, ma la bozza di identità tattica e la determinazione viste stasera al “Barbera” costituiscono certamente un buon viatico in vista di una stagione che si preannuncia intensa ed estenuante.