di Fabio Giacalone Capire tu non puoi, tu chiamale, se vuoi sensazioni! Dopo le emozioni della domenica pomeriggio e le lodi esaltanti del lunedì (più qualche strascico polemico, in verità giustificato, su certe magagne dei media nazionali, certe letture artatamente parziali di realtà oggettive peraltro poco controvertibili), al martedì mattina è lecito concedersi qualche spunto di riflessione più lungimirante, che guardi al quadro dinsieme con lobiettivo cioè, pardon, nessun obiettivo (non vogliamo contraddire la coppia Zamparini-Ballardini), ma solo il sostegno di una buona sensazione circa il ruolo che questo Palermo potrà recitare nel presente campionato. Cominciamo da alcune osservazioni relative alla squadra. Dovè finito il fatidico LAmalgama? Dico, fino a un mesetto e mezzo fa tutti, società, ex tecnico, giocatori, tifosi, giornalisti, sembravamo indaffarati nellincessante ricerca di questa metafisica entità da acquisire immediatamente perché, si notava, la squadra, assai cambiata dalla campagna acquisti, ne era sprovvista. Qualcuno, riportando in vita unesilarante considerazione del defunto e storico presidente del Catania Angelo Massimino, ad un certo punto si sarà davvero messo sul mercato per cercare di comprarlo sto LAmalgama. Oggi, o meglio da cinque gara di campionato a questa parte il problema è divenuto di colpo inesistente e di LAmalgama si sono perse le tracce (qualcuno dice di averlo visto prendere un volo dallaeroporto di Palermo in direzione Roma, altri sostengono invece che il biglietto recasse come destinazione Torino, che fosse sponda granata o bianconera poco importa). Con piacevole sorpresa si sono invece scoperte una coesione e unidentità di squadra che rappresentano, al netto dellapporto tecnico dei singoli interpreti, la vera forza del Palermo targato Ballardini. Vedi i rosa in campo e sai di ammirare un concetto di gioco e di gestione della gara ben preciso. A chi il merito? Certamente nellundici titolare, fatto salvo il ruolo del portiere, sono solo quattro le pedine inedite, mentre i restanti sei giocano insieme almeno dallo scorso campionato. Se poi fra i nuovi hai un capitano di lungo corso come Liverani che, data lesperienza pregressa, conosce tutte o quasi tutte le possibili situazioni di gioco del calcio moderno, e un certo Nocerino, il quale passa indifferentemente dalla propria squadra di club alla nazionale (ora anche maggiore) con uguale rendimento, si capisce immediatamente come lopera di integrazione delle new entry sia di molto facilitata. Per la verità, gli unici veramente chiamati a trovare quanto prima unintesa efficace sono sempre stati i due centrali difensivi, mai compagni fino ad ora. Ma è da tutto il precampionato che Bovo e Carrozzieri vengono schierati luno a fianco dellaltro. E, pertanto, giusto che adesso comincino a manifestare un buon feeling di coppia. Feeling che col tempo è solo destinato a crescere, dal momento che stiamo parlando di un duo meramente sportivo e dunque per nulla esposto a tempeste emotive legate a gelosie e tradimenti. Ma cè unaltra coppia che, giorno dopo giorno (risultato dopo risultato), cresce in affinità e potrebbe essere destinata a godere di un dolcissimo idillio: stiamo parlando del presidente Zamparini e del tecnico Ballardini. Sbaglio o era dai tempi del primo Guidolin che il numero uno di viale del Fante non andava in brodo di giuggiole per le imprese di uno dei sui (innumerevoli) allenatori? I due si sentono, si parlano, valutano e programmano insieme, favoriti da quello che ha tutta laria di essere un grande sentimento di rispetto reciproco. Merito della personalità di Davide Ballardini. Merito anche di (azzardiamo lipotesi) uninversione di tendenza da parte del presidente, nella gestione dei rapporti interni. Inversione anche di tipo strettamente numerico. Fino ad ora al Palermo si parlava di triangolo: cera Zamparini, cera il mister di turno e cera un certo Rino Foschi. Ora, tutti sanno, per esperienze di studi geometrici risalenti alle elementari, che il triangolo è una forma ostica per favorire la fluidità e la trasparenza delle relazioni, perché il flusso dellinformazione è gioco forza destinato a spezzarsi e poi ripartire. Lallenatore parla con Foschi che poi va a riferire al presidente; il presidente parla con lallenatore, ma in questo caso uno dei due deve prendersi anche la briga di informare Foschi. E cosa succede se lallenatore e Foschi parlano fra di loro allinsaputa del presidente? Un casino. No, no, meglio i rapporti biunivoci: io a te e tu a me e siamo tutti più felici (anche Sabatini che così può occuparsi degli affari che maggiormente gli competono e chissà che a gennaio non ci sia qualche sorpresina). Dunque la squadra, nel senso di undici uomini con unidentità ben precisa; dunque gli interna corporis dello staff societario, con un corretto scambio di comunicazioni e compiti precisi e trasparenti. Ma fra i fattori di successo attuale e ottime prospettive future per il Palermo non può non essere citato lui, Davide Ballardini. Lui che da oggi vorrei poter chiamare Elogio della semplicità. Sì perché è questo che il tecnico ravennate ispira: la semplicità consapevole di chi sa cosa deve fare e come fare per ottenerlo. Dopo un paio danni di tribolazioni, di musi lunghi, di isterismi e confusioni mentali, era ora che arrivasse una persona serena, dedita non a prendersi rivincite con chissà chi, ad affermarsi per via di fattori eccezionali, a dimostrare al mondo di essere il migliore (salvo cadere in profonda depressione quando questo non avviene), ma applicata esclusivamente sul lavoro da compiere. Io e il mio staff siamo sereni perché, da competenti di calcio, sappiamo quello che dobbiamo fare, parole che escono come musica dalla bocca del tecnico e che poi sul campo si tramutano in concetti così ovvi ed efficaci che nessuno prima ci aveva pensato. Simplicio? Lo osservai con un mio amico prima di essere comprato dal Parma. Lui ha sempre giocato così come vertice alto di centrocampo, un po come giocano in Brasile, ossia con un centrocampista basso e un trequartista. Io ho semplicemente (corsivo mio) riposizionato Simplicio nel ruolo dove lui si trovava meglio. Lattacco del Palermo? Senza un centravanti di peso non si reinventa un giocatore dalle diverse caratteristiche boa centrale (vedi lequivoco Cavani sotto Colantuono) ma si modificano i movimenti delle punte, in maniera da farle giocare sulle loro precipue qualità: corsa, movimento, tagli, senza punti di riferimento per gli avversari. Il terzino destro? È inutile adattare un centrale (Raggi) se hai un fluidificante già in casa: Mi piace sottolineare la grandissima partita di Cassani che ha fatto davvero benissimo (Ballardini di ieri). E per quanto riguarda i giovani? In una squadra che ha trovato identità, dove ci sono dei titolari designati, uomini desperienza che messi in condizione di rendere al meglio sanno caricarsi delle responsabilità da cui magari un tempo fuggivano, anche il ruolo di un giovane diventa meno gravoso: deve solamente mettersi a disposizione dei compagni con il massimo dellimpegno senza sentire sulle proprie spalle il peso insostenibile della pressione esterna. Ecco spiegato come un Levan subentri dalla panchina, giochi una gara da leone e realizzi in tutta serenità (dimostrata anche nel frangente dellesultanza composta) una rete a dir poco storica. Provate anche mille volte a ripetere questa mossa in un contesto generale fatto di precarietà e confusione e vedrete che i risultati saranno del tutto opposti. Poiché tutti questi fin qui elencati non sono elementi frutto di casualità e approssimazione, ma punti fermi emersi come frutto di un lavoro mirato, li si può prendere fin dora come riferimenti solidi su cui costruire il prosieguo del cammino rosanero in campionato. Dove può arrivare una squadra che sa contrastare gli eventuali problemi di una stagione sportiva con delle certezze ben radicate? Con Ballardini non ci siamo posti nessun obiettivo giocheremo tutte le partite con la stessa voglia di far risultato e poi alla fine tireremo le somme, ha detto il presidente. Abbiamo fatto una bella partita e abbiamo vinto a Torino contro La Juventus, che è sempre una partita che si ricorda, ma credo che il Palermo abbia i mezzi per ripetersi gli ha fatto eco lallenatore. Forse che la strada per la Champions non è lastricata di tante piccole e grandi imprese?
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Dalle emozioni alle buone sensazioni Tasselli rosa per il mosaico Champions
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