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Archiviato il derby, si guarda avanti… Certe sconfitte possono servire a dare equilibrio

di Basilio Milatos A volte la sconfitta è come certi no per i bambini: può aiutare a crescere. Perdere nel derby più sentito brucia, anche perché –ammettiamolo pure-.

Mediagol8

di Basilio Milatos A volte la sconfitta è come certi no per i bambini: può aiutare a crescere. Perdere nel derby più sentito brucia, anche perché –ammettiamolo pure- a Palermo nessuno aveva messo nel conto una eventualità tanto sgradita. Dopo aver messo sotto, con autorità, la Juve, si pensava a un pareggio, nella peggiore delle ipotesi. E quel primo tempo, coi rosa a far gioco, stabilmente piantati nella metà campo avversaria, e gli etnei a difendersi come fossero loro in trasferta e non viceversa, non avevano fatto altro che alimentare questo malcelato ottimismo. Invece… d’improvviso c’è stato il fallaccio, ehm pardon, il fattaccio dell’espulsione a Moris Carrozzieri: lì il termometro dell’ottimismo rosanero è bruscamente sceso da livelli nordafricani a temperature scandinave in autunno avanzato. Che divenivano siberiane col secondo errore grave della giornata in casa rosanero, stavolta di buona parte del reparto arretrato insieme, che determinava il vantaggio del Catania alla prima pallagoal, dopo che l’inizio del 2°tempo aveva visto un Palermo ancora autorevole in campo malgrado l’inferiorità. Alla fine, dunque, ci si è ritrovati a fare i conti con una sconfitta inattesa e forse evitabile, determinata –come spesso si dice nel calcio- dai famigerati episodi, o se preferite, da errori senza i quali difficilmente il Catania avrebbe mai portato l’ombra di un pericolo dalle parti di Amelia. Tuttavia, malgrado ciò, la sconfitta va accettata con serenità e senza eccessive recriminazioni: inutile, a parer di chi scrive, prendersela con Tedesco, Zenga o con le presunte “strategie” mirate a far espellere l’avversario. Il Catania è stato fortunato e bravo ad approfittare delle circostanze favorevoli che gli si sono presentate dopo aver sofferto per un tempo; hanno vinto loro, bravi loro, le polemiche sono inutili, da una parte e dall’altra. Voltiamo pagina, guardiamo avanti e semmai cerchiamo di far tesoro degli errori commessi. Per esempio far capire al buon Moris Carrozzieri, senza farlo pesare eccessivamente, che entrare in spaccata a centrocampo, con un giallo già sul groppone, è deleterio. A scanso di equivoci, aggiungiamo che il possente difensore rosa ha un fisico e un modo di giocare che lo portano spesso a rischiare il cartellino, ma il suo rendimento complessivo, fin qui, è stato semplicemente… eccellente. Un episodio non può inficiare quanto di buono messo in mostra e molto bene ha fatto il Ds Sabatini a sottolinearlo: “Non dimentichiamo che Moris ci ha fatto vincere diverse partite”. Sul secondo episodio chiave, il goal di Martinez, hanno sbagliato almeno in tre dietro. Altro che errore del solo Federico Balzaretti, che generosamente si è assunto ogni responsabilità. Aldilà dell’episodio specifico, che ormai fa parte del passato, suscita qualche preoccupazione il fatto, rilevato anche dal presidente Zamparini, che la difesa rosa, privata in colpo solo dei suoi due centrali, sia tornata ad antiche amnesie. Chiaramente, non è facile sostituire senza risentirne due uomini dal peso specifico e dall’elevato rendimento come Cesare Bovo e Moris Carrozzieri, ma poiché incombe la Fiorentina è necessario trovare soluzioni alternative di sicuro affidamento. Mutu, Gilardino, Pazzini e tutto il reparto avanzato viola non ha bisogno di regali: bisognerà essere praticamente perfetti. Inutile ribadire che il popolo rosanero, a partire da Maurizio Zamparini, sente il confronto coi viola quasi alla stregua di un derby. Vincerlo conta molto, per la classifica e per lo sfizio. Questa squadra, a prescindere dai risultati, piace a tutti per lo spirito con cui scende in campo. L’auspicio è che la serenità e la convinzione che tutti dimostrano di avere si mantenga intatta nel tempo, anzi che possa crescere. E’ certamente anche una squadra unita, nonostante diversi giocatori vedano molta tribuna e poco campo. A tal proposito troviamo assolutamente censurabile la sceneggiata di Fabrizio Miccoli al momento della sostituzione. Essere uno dei leader della squadra, uno dei giocatori simbolo, essere additato dal proprio allenatore come “il più forte che ho mai allenato” deve dare stimoli ma anche maggiori responsabilità: con chiunque ce l’avesse, Miccoli non ha dato un bell’esempio reagendo in quel modo a una sostituzione oltretutto più che legittima e condivisibile. Infine, due parole su obiettivi e ambizioni: abbiamo sentito riecheggiare, qua e là, la parola Champion’s. Attenzione, è ancora presto; in passato, non ha portato bene. Basti ricordare quando persino il prudente Guidolin, al primo anno di A, aveva ammesso di inseguirla e aveva fatto mettere la musica della Coppa dalle grandi orecchie nel bus della squadra, lungo il tragitto verso la stadio. La partita era Palermo-Udinese, scontro in diretto, appunto, in chiave Champions. Lasciamo perdere come finì... Tornando alloggi, la squadra ha valori di tutto riguardo, nessun dubbio, ma perché gravare sulle sue spalle un peso che non sappiamo ancora se è in grado di reggere senza scompensi? Un conto è giocarti tutte le partite cercando di vincere ma senza assilli particolari di classifica; ben altro sapere che devi rincorrere un difficilissimo quarto posto e ogni domenica preoccuparti di vedere se continuano le crisi di Roma e Juve, se il Napoli, lUdinese e la Lazio si mantengono a livelli alti come adesso, se la Fiorentina regge i doppi impegni, eccetera. Troppi eccetera, troppe squadre in lotta, troppe variabili da considerare. No, meglio tenere il profilo basso, come dicono giocatori e allenatore, pensare a un impegno alla volta e cercare sempre il massimo. Per altri discorsi c’è tempo: casomai dopo Natale si vedrà se e cosa si può sognare…