Si respira aria tesa in casa Roma.
serie a
Roma, Proietti difende Di Francesco: “Diamogli fiducia, siamo solo all’inizio. Pastore deve ritrovare ritmo…”
L'attore di fede giallorossa scaglia una pietra in favore dell'allenatore: "Sono passate solo tre giornate, come si fa a discuterlo? Io non lo capisco"
Dopo il successo esterno con il Torino, infatti, i gialorossi hanno subito un’involuzione che tocca ogni aspetto: da quello tattico e tecnico fino ad arrivare all'aspetto comportamentale.
Sotto accusa, in questo momento, Eusebio Di Francesco, ritenuto il principale responsabile della mezza prestazione contro l’Atalanta all’Olimpico che ha avuto la sua replica contro il Milan a San Siro.
Il tecnico ex Sassuolo, dunque, è già sotto l’occhio del ciclone, ma Gigi Proietti, tifoso sfegatato della Roma, intervenuto ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’, ha scagliato una pietra in favore dell’allenatore abruzzese: "Ciò che mi lascia perplesso in questo momento non è certamente l’allenatore. Sento che qualcuno, anzi molti, mettono in discussione Di Francesco e mi chiedo perché. È una persona che ha dimostrato di essere capace, magari può aver sbagliato qualcosa, ma diamogli fiducia. Sono passate solo tre giornate, come si fa a discuterlo? Davvero, io non lo capisco".
"Sembriamo vittime di una sindrome inspiegabile - ha continuato l'attore italiano -. Perché dobbiamo regalare sempre un tempo? Perché dobbiamo stare tutti in difesa quando abbiamo tanti attaccanti bravi? Dzeko è quello di sempre, no? Davvero, ci sono delle cose che non comprendo. Alla fine, però, non devo capirlo io, ma Di Francesco e chi lavora a Trigoria tutti i giorni. C’è ancora tempo, una squadra che ha ambizioni e bravi giocatori può e deve trovare le soluzioni giuste. Non possiamo mica soffrì così tutto l’anno".
Chiosa finale sul mercato: "Gli acquisti mi hanno convinto. Kluivert, per esempioo, è spumeggiante, mi piace e lo farei giocare sempre, a Torino ha cambiato la partita e fatto vedere talento. Anche Pastore è forte, ma deve ritrovare ritmo. E anche Nzonzi, lui è proprio forte, mi piace. Quello sulle cessioni è un discorso diverso. Magari la partenza di Strootman può aver lasciato qualche strascico per i tempi in cui è avvenuta, ma certi risvolti psicologici può conoscerli solo chi vive lo spogliatoio da dentro. Invece la partenza di Alisson credo sia stata importante e che la sua assenza si senta".
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