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Balzaretti: “Svelo mio progetto di carriera da dirigente. A Palermo ho visto all’opera Sabatini”

Le parole di Balzaretti, ora abilitato come direttore sportivo

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Federico Balzaretti ha completato il percorso per diventare direttore sportivo. Tuttosport l'ha intervistato per celebrare questo importante risultato. "Sono contentissimo: era un traguardo che mi ero prefissato e ce l’ho fatta al primo colpo. Tra l’altro un corso, quello organizzato da Paolo Piani, che consiglio a tutti per quanto è bello, completo e formativo. Lavorare con Sabatini? Dal punto di vista pratico è una fortuna assoluta poterlo vedere all’opera da 6 anni, calcolando anche quelli di Palermo. Prima di ogni altra cosa è una persona fantastica a livello umano e culturale. E professionalmente non è per caso se tutti siano concordi nel ritenerlo uno dei più bravi in assoluto: pochi hanno il suo “occhio” per valutare i calciatori di talento. Perché non allenatore? Il mio taglio è più manageriale: mi affascina l’idea di costruire all'interno di una società non solo per quel che riguarda gli aspetti tecnico e di campo. Intanto alla Roma mi definisco il ds dei prestiti: una squadra di 30 persone, non uno scherzo. Anche perché è importante che continuino a sentirsi coinvolti e seguiti da vicino dalla società di appartenenza. Li seguo costantemente sia a livello tattico sia a livello umano. Sono ragazzi che stanno imparando la professione e il mio compito è quello di esser loro di supporto a prescindere dal fatto che poi posano tornare a giocare nella Roma o meno. Il riferimento principale e prioritario resta ovviamente il loro allenatore, poi con me discutono su come migliorare i dettagli personali, i movimenti, la concentrazione, la tecnica individuale. Senza dimenticare tutto quello che riguarda l’aspetto psicologico e motivazionale: sono, lo ripeto, all'inizio di una carriera che ha risvolti sempre più complessi. Da parte loro c’è grande ricettività e il contatto è continuo. Ho questo contratto con la Roma e ne sono molto felice. Onestamente, non mi sentirei pronto per occuparmi subito della prima squadra: per esperienza perché ragiono sempre per gradi. Io parto già da un livello elevato, ma ci vorranno dai 3 ai 5 anni di apprendistato prima di poter fare il salto di qualità. Anche nel calcio, ormai, si deve ragionare per programmazione pluriennale".