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Cessione Palermo, le versioni contrastanti di Zamparini e Follieri: cosa raccontano le carte in nostro possesso

Cessione Palermo, le versioni contrastanti di Zamparini e Follieri: cosa raccontano le carte in nostro possesso

Un’analisi dei documenti forniti dalle due controparti per approfondire il contenuto delle lettere che hanno di fatto determinato il naufragio della trattativa

Mediagol0

Di Dolores Bevilacqua

Negli ultimi giorni i tifosi palermitani sono stati travolti da una serie di eventi che, tra comunicati e documenti offerti all’opinione pubblica, hanno messo a dura prova la pazienza e la comprensione di chi ha a cuore le vicende rosanero. Cerchiamo di far ordine e chiarezza sugli avvenimenti e sulle prove documentali fornite, nel loro botta e risposta, da Zamparini e Follieri.

Cominciamo dalla notizia, che nella tarda serata dello scorso 23 ottobre ha fatto immaginare che la trattativa fosse giunta ad una svolta sulla cessione del Palermo, notizia che documentava, attraverso l’estratto del bilancio dell’azienda dei Follieri registrata nel Regno Unito, l’immissione di 40 milioni di sterline nella  “EFFE 1 LTD“. Una cifra considerevole visto l’iniziale versamento di appena 100 sterline nel momento della costituzione della società estera.

Nell’estratto si evidenzia la voce “statement of capital”, che rappresenta la fotografia del capitale di una società ad una certa data, ma la variazione conseguente ad un’immissione di fondi deve essere annotata nei libri sociali e comunicata alla Companies House entro un mese ("date of allotment"). In attesa di poter verificare l’operazione proprio attraverso tale comunicazione, l’avvocato dello studio Withers, Sergio Anania, avrebbe inviato una mail in cui avrebbe chiesto: “Agli advisors di Follieri di ricevere evidenza della disponibilità dei fondi o titoli a supporto dell’aumento di capitale e di organizzare a stretto giro una riunione no-stop per chiudere la trattativa“. A Follieri questo non sarebbe andato giù, e a quel punto avrebbe deciso sul momento di tirarsi immediatamente indietro, nonostante nella prima mattinata del 24 ottobre il patron del Palermo, Maurizio Zamparini, in attesa di ricevere i riscontri richiesti, avesse speso parole al miele nei confronti dell’imprenditore foggiano, del suo staff e dell’organigramma (leggi http://www.mediagol.it/zamparini/zamparini-trattativa-con-follieri-in-stato-piu-avanzato-spero-di-chiudere-con-lui-perche/).

Un comunicato, quello di Follieri, che non lasciava spazio a margini di ripensamento, imputando la responsabilità del naufragio dell’accordo interamente al comportamento "intollerabile" del patron di via del Fante ( leggi http://www.mediagol.it/palermo/cessione-palermo-follieri-si-ritira-intollerabile-comportamento-zamparini/).

Dopo l'attacco di Follieri la risposta di Zamparini non si è fatta attendere e, oltre al comunicato di Anania, nel quale il legale ha ribadito di non aver mai ricevuto supporti informativi e documentali dalla Follieri Capital Limited, anche a seguito dell’aumento di capitale, è seguito quello del patron, pesantissimo, che ripercorre i passaggi dei negoziati e che culmina nell’accusa all’imprenditore foggiano di aver prodotto un documento falso per come avrebbe riconosciuto la stessa Deutsche Bank, documento nonostante il quale, però, Zamparini avrebbe lasciato la porta aperta ad eventuali sviluppi per i nomi di assoluto valore e prestigio affiancati a Follieri, restando in attesa di garanzie reali da parte dell’acquirente.

La lettera fornita da Follieri come garanzia della consistenza e sussistenza del patrimonio da destinare all’acquisizione della società rosanero, effettivamente, presenta palesi anomalie tra le quali spiccano, oltre ad un disallineamento grafico e una differenza marcata di colori, il nome stesso della banca che viene scritto in modo errato e poi la carica del CFO della Deutsche Bank: uno dei due firmatari, il Dr. Marcus Schenck, Chief Finance Officer della Deutsche Bank non ricopriva più quella carica da maggio 2018. Il documento, invece, riporta la firma del dirigente alla data del 13 agosto, ovvero quasi tre mesi dopo.

Come da copione, arriva quindi la piccata risposta di Follieri che, pur riconoscendo che la lettera divulgata da Zamparini è "una bozza" e non un documento ufficiale (resta a questo punto di difficile comprensione perché apporre delle firme apocrife su un documento non definitivo), produce a dimostrazione della propria fattiva collaborazione nel fornire garanzie reali circa la disponibilità patrimoniale da impegnare nell’acquisto del Palermo due lettere, una della Union Investiment Management l’altra della U. S. Trust.

Analizziamo a questo punto il contenuto delle due missive.

Nella lettera della UIM indirizzata all’avv.to Anania, data 15 settembre 2018, Chad W. Johnson, Managing Principal della UIM, socio di Follieri nella EFFE1 LTD, la società che avrebbe dovuto acquisire il Palermo, in questa missiva in veste di garante del proprio socio in merito alla trattativa, facendo seguito ad uno scambio di corrispondenza già intercorso tra lui ed Anania, risponde per “ampliare ulteriormente la due diligence in merito alla disponibilità dei fondi per il signor Follieri in relazione all'acquisizione proposta” affermando di aver “ricevuto conferma della disponibilità di fondi tramite le società collegate Follieri per investire nell'acquisizione del Palermo di un importo superiore a EUR 42.000.000”. Aggiunge, inoltre, di aver ricevuto informazioni in data 13 settembre 2018 che non erano occorse “modifiche sostanziali alle informazioni precedentemente recensite”.

Precisa, infine, che la UIM non è “qualificata” a fornire indicazioni sul trasferimento di fondi o altre transazioni transfrontaliere in quanto su tali questioni “mancano conoscenze specifiche in merito alle leggi e ai regolamenti pertinenti che regolano tali questioni estere”. A tal proposito invita a contattare il consulente esterno del signor Follieri per la consulenza su tali questioni specifiche. “Per quanto riguarda la gestione degli investimenti dell'Union (UIM)”, aggiunge, “siamo entità privata e non regolamentata, sebbene effettuiamo transazioni in base ad accordi con diverse entità regolamentate. UIM ha operato, ovvero attualmente opera, in base ad accordi con Deutsche Bank, Nomura Securities, China Merchants Bank Capital (NYSE: LADR)”. Rinvia, infine, alla Deutsche Bank al cui personale che si occupa di tale transazione, entro pochi giorni, può fare riferimento “per vedere se è disposto a condividere le proprie informazioni” con lo studio Withers.

Di fatto, quindi, si tratta di una lettera di “referenze” e di rinvio alla Deutsche Bank per l’ottenimento delle garanzie richieste da Anania.

Anche la seconda lettera, a ben vedere, risulta una missiva in cui vengono fornite da parte della U. S. Trust informazioni e non garanzie sulle disponibilità di Anthony Podesta, a sua volta garante di Follieri.

In particolare nella missiva di Corey D. Edwards, Senior Vice President e Private Client Manager della U. S. Trust, indirizzata il 16 maggio 2018 direttamente a Zamparini, viene comunicato che è lo stesso Anthony Podesta, che riceve per conoscenza la medesima lettera, ad aver richiesto “di fornire questa verifica confidenziale del suo rapporto con la Bank of America” di cui è cliente “da ottobre 2014 e con la quale ha mantenuto un rapporto di deposito e credito durante tutto il periodo”. La comunicazione di particolare interesse, però, è quella che segue a piè pagina, dopo la firma di Edwards.

In particolare la precisazione per cui “si prega di notare che le informazioni contenute in questa lettera sono soggette a modifiche senza preavviso e sono fornite in stretta confidenzialità a voi solo per uso personale”. Inoltre, “in nessun caso la Banca potrà essere ritenuta responsabile” di “garanzia, impegno o responsabilità” anche “a titolo, esemplificativo ma non esaustivo, di profitti persi”. Ancora, “nella misura in cui il cliente detiene le somme di cui sopra in conti congiunti, la Banca e le sue affiliate non rilasciano alcuna garanzia in merito ai diritti legali del cliente in caso di morte, divorzio o altro”, e soprattutto la Banca “non può fornire alcun rating o opinione del merito creditizio del Cliente o delle sue affiliate” e che “le informazioni di cui sopra non costituiscono un'opinione della capacità della Banca del Cliente di adempiere con successo ai propri obblighi derivanti da accordi tra di voi”. Infine, “la Banca non si assume alcuna responsabilità di aggiornare le informazioni contenute nella presente lettera”.

Alla luce di quanto sopra, sembrerebbe che neanche questo documento possa essere considerato inequivocabilmente una garanzia reale dell’esistenza di fondi destinati all’acquisizione del club di via del Fante.

In assenza di altre evidenze e alla luce di questi soli documenti divulgati alla stampa, sembrerebbe che le reiterate richieste di garanzie reali da parte dello studio Withers siano effettivamente giustificate e non, invece, figlie di un’intollerabile comportamento di Zamparini al solo scopo di far perder tempo alla controparte per poi far naufragare pretestuosamente la trattativa.