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Addio a Zamparini, Sabatini: “C’è tanto di lui dentro di me, lo rivedo in Iervolino”

Mediagol ⚽️

Le dichiarazioni rilasciate dall'ex direttore sportivo del Palermo, Walter Sabatini, ai microfoni di Mediagol.it

Si è spento all'età di ottant'anni lo storico patron del Palermo Calcio, Maurizio Zamparini. Il noto imprenditore friulano è morto nella notte all'Ospedale Cotignola di Ravenna per alcune complicazioni legate ad un problema al colon che ne aveva determinato il ricovero nei giorni scorsi.

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Nella storia della società rosanero, Zamparini è stato sia il presidente, sia il proprietario, rimasto più a lungo in seno al club (dal 21 luglio 2002 al 27 febbraio 2017 e dal 21 luglio 2002 al 1° dicembre 2018), portando il Palermo in alto: dalla promozione dalla Serie B alla A, all'Europa League fino alla finale di Coppa Italia.

Un Palermo capace di dare scacco alle big del calcio italiano, in grado di conciliare gioco, risultati e spettacolo. Viaggio di palpiti, emozioni, amore e fierezza. Fremiti, speranze e lacrime. Di gioia e anche di amarezza. Intervistato ai microfoni di Mediagol.it, anche Walter Sabatini ha ricordato l'ex numero uno di viale del Fante. L'attuale direttore sportivo della Salernitana ha scritto a Palermo alcune della pagine più belle del suo brillante percorso dirigenziale, riuscendo a costituire con Delio Rossi un binomio tecnico-dirigenziale in grado di condurre il club di Zamparini ad un'inezia dalla qualificazione ai preliminari Champions League ed a giocarsi la conquista della Coppa Italia nel giugno 2011 contro l'Inter di Leonardo.

"Zamparini è stato un personaggio importantissimo nella mia vita. Ho appreso tanto da lui e mi ha comunicato e trasmesso il coraggio e la sfrontatezza. Lui pretendeva mi comportassi come se fossi il direttore sportivo di una squadra super blasonata e invece eravamo a Palermo, in una dimensione diversa. Lui mi ha aiutato ad essere quello che sono oggi. Parte del mio carattere e dei miei comportamenti derivano dal rapporto che ho avuto con Zamparini. Lui era di una generosità enorme, soprattutto verso gli adolescenti e i bambini. L’aspetto burbero? Era comunque amabilissimo. Lui ‘sfanculava’ tutti e questo modo di fare l’ho fatto mio. Parlare con Zamparini dall’inizio alla fine senza beccarsi un ‘vaffanculo’ era difficile. In ogni caso i discorsi che facevamo erano importanti e mi ha lasciato un’impronta che mi ha segnato.

Lascia il ricordo di una squadra che è stata competitiva rispetto a squadre di alto spessore. Questo sarà sempre un patrimonio di Palermo e dei palermitani. Sulla falsa riga di Zamparini vedo il presidente della Salernitana Iervolino perché ha la stessa voglia di cambiare le cose. Il pupillo di Zamparini? È sempre stato Pastore. Quando venne in ritiro lo caricò in macchina e lo accompagnò a comprare le scarpe nuove. La notizia della sua scomparsa mi ha fatto svegliare molto triste. È stato un personaggio fondamentale nel corso della mia vita. Pochi giorni fa se ne è andato anche Gianni Di Marzio con cui ho avuto meno a che fare, ma anche lui è un pezzo importante di storia del calcio italiano. Una mattinata di piombo. Lavorare anche negli ultimi tempi sapendo che mi avrebbe visto e giudicato Zamparini per me era uno stimolo. Mi manca già moltisimo, poteva stare anche in silenzio per dieci anni ma mi bastava sapere che c'era e valutava quello che facevo. Mi interessava fare bella figura con lui, sempre. In questi giorni mi avrebbe detto: 'Ma che ca**o fai? Ne stai comprando troppi! Ne bastavano due o tre!’. Colgo l’occasione per dare un forte abbraccio a tutta la città di Palermo", ha concluso.