Una settimana fa una serata particolare per Simone Lo Faso.
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VIDEO, Simone Lo Faso si racconta: “Solo un palermitano come me può capire il valore della maglia rosanero”
L'attaccante classe '98 parla a una settimana dalla partita che ha determinato la conclusione della stagione dei baby-rosa.
Il giovanissimo talento del Palermo si è resto assoluto protagonista del match contro l'Inter di Vecchi, valido per il quarto delle Final-Eight. Il fantasista della Primavera di Bosi, subentrato nella ripresa, ha dapprima messo a segno una doppietta e poi, ai calci di rigore, ha fallito il suo penalty, quello che si è rivelato essere decisivo per le sorti della partita. Ma un calciatore non va di certo giudicato dall'esito di un rigore che calcia, figuriamoci per un talento cristallino come il suo. Classe '98, Lo Faso ha mosso i suoi primi passi da calciatore nei Pulcini rosanero, quindi la militanza tra i Giovanissimi Nazionali e infine un paio di anni a Siena per crescere ulteriormente. Una volta insediatosi Baccin nella dirigenza di viale del Fante, il ritorno in Sicilia: il baby-rosa raccontato tutto ciò in un'intervista rilasciata ai canali ufficiali del club.
"Per me è stata una stagione importante in cui sono cresciuto tanto e per questo devo dire grazie all'allenatore Bosi e allo staff tecnico. Il mio ricordo più bello della stagione? La doppietta segnata all'Inter pochi giorni fa, penso di aver vissuto un'emozione incredibile in quella circostanza. Io non sono un calciatore che segna molto, farne due in una volta è stato fantastico", ha detto Lo Faso.
Gli inizi -"Ho iniziato il mio percorso nei Pulcini del Palermo e ho continuato a giocare nel settore giovanile con la formazione dei Giovanissimi Nazionali. Dopodiché ho lasciato la società per giocare due anni a Siena e crescere ulteriormente. Una volta concluso il biennio, mi piacque l'idea di continuare la mia formazione con Dario Baccin che intanto era diventato il responsabile del settore giovanile del Palermo. Per questo ho deciso, di concerto col mio procuratore di tornare a Palermo, era questa la piazza più importante per me".
Il rosanero -"Solo un palermitano può capire cosa significa veramente vestire la maglia del Palermo. E' un orgoglio: quando indossi il rosanero rappresenti la tua città. Ripeto, è un orgoglio. Nazionale? Il mio primo approccio è avvenuto con l'Under-16, ma non andò proprio bene. Dall'Under-17 in poi, iniziò ad andar meglio. Giocare nel Palermo mi è servito molto: perché gli insegnamenti di mister Scurto e di Bosi mi sono tornati utili per farmi valere a livello nazionale".
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