SUDTIROL-PALERMO

SudTirol-Palermo 1-1: Soleri risponde a Cissé, reazione rosa e un punto al Druso

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Soleri risponde a Cissé; pari giusto tra SUdTirol e Palermo dopo un match intenso

Di Leandro Ficarra

Un punto pesante. Conquistato in rimonta, contro un avversario solido, coeso e notevolmente prestante sul piano fisico e muscolare.

Privo di Verre e Valente, sotto di una rete per la prodezza balistica di Cissé dopo cinque minuti, il Palermo ha rimesso in piedi una gara iniziata, suo malgrado, in salita. Una matassa già complessa che si è ulteriormente ingarbugliata dopo gli infortuni dopo una ventina di minuti prima di Graves quindi di Sala.Tegole che hanno costretto Corini a due cambi forzati con l'inserimento di due calciatori oggi non al meglio, per ragioni diverse, Masciangelo e Marconi. L'ex Benevento non è ancora a pieno regime sul piano atletico e deve progressivamente automatizzare i meccanismi collettivi, il centrale goleador  era reduce da una settimana tormentata per delle noie ad una caviglia.

Tuttavia, con lucidità, carattere e buona personalità, il Palermo ha reagito alle contingenze avverse trovando il pari all'alba della ripresa con il subentrato Soleri, per poi gestire pallino del gioco e detenere una marcata supremazia territoriale per l'intera seconda frazione. Obiettivamente sono mancate alla compagine di Corini brillantezza, qualità ed incisività nello sviluppo delle trame offensive, Poluzzi non ha praticamente dovuto compiere un intervento, nonostante il Palermo fosse chiaramente dominante e propositivo sul piano del gioco. A fare da contraltare, il valore e la compattezza granitica di un SudTrol vigoroso, ordinato e quasi perfetto nell'esecuzione della fase di non possesso. Baricentro basso, squadra cortissima e capace di produrre un'esasperante densità nella propria metà campo. Brava a raddoppiare sistematicamente, aggressiva e gladiatoria in marcatura sull'uomo, maniacale nella copertura degli spazi, abile sui palloni aerei, in virtù della mole imponente di diversi suoi effettivi. Contenimento e ripartenze fulminee, fedele specchio della concezione pragmatica ed italianista del suo allenatore.

Serviva certamente più fluidità e rapidità nella circolazione della palla a Gomes e compagni, maggiore intraprendenza e qualità nell'uno contro uno per creare superiorità numerica e scalfire il dispositivo difensivo altoatesino. Un lampo in rifinitura, che esulasse dalla laboriosa e ordinata tessitura del gioco che il Palermo ha condotto con buona continuità nell'arco dei novanta minuti. Un guizzo, un'inserimento senza palla, una conclusione dalla media distanza. La formazione di Corini non è riuscita ad alzare il livello nella seconda parte del match, quando era in piena fiducia e autorevole controllo ed il SudTirol pareva in chiaro devito di ossigeno ed idee. Non era comunque semplice portare a casa l'intera posta in palio, come attesta la classifica di una squadra che riesce ad inaridire le fonti di gioco avversarie chiudendo ogni spiffero, esaltando, attorno al prezioso lavoro del suo terminale offensivo Odogwu, la rapidità dei suoi ficcanti contropiedisti. In ragione dello svantaggio a freddo, con la perla di Cissé che ha mortificato l'ottimo approccio mentale e tattico dei rosa alla gara, e dei ko in rapida successione di Graves e Sala, aver raddrizzato il risultato, senza smarrire equilibri e raziocinio, è comunque un merito non di poco conto.

La scelta di Broh in zona nevralgica, a completare il reparto con Gomes e Saric, era ragionevolmente finalizzata a conferire muscoli dinamismo e sostanza al cospetto di avversari dotati di gamba e struttura,  L'esperimento del terzetto difensivo con Nedelcearu perno, Mateju e Gravesbraccetti, rispettivamente sul centrodestra ed alla sinistra del romeno, è stato di fatto vanificato dopo pochi minuti dall'infortunio dell'ex Randers. Difesa rosa un po' statica sulla torre di Odogwu che ispira il destro da sogno di Cissé, ma l'ex primavera dell'Atalanta realizza oggettivamente una perla balistica da antologia, per rapidità e qualità d'esecuzione.

Dopo aver rischiato ancora, facendosi trovare lungo e disarticolato sulle ripartenze altoatesine, il Palermo ha preso in mano la gara. Orchestrando la manovra in modo avvolgente e intenso, con ordine e linearità, alla vana ricerca di un pertugio nel muro eretto a protezione di Poluzzi.

Un paio di strappi di Broh e Saric, tanti cross di Di Mariano fagocitati dai centrali di Bisoli, il tentativo di trovare uno scorcio di luce con un qualche filtrante, prontamente letto e disinnescato dalla perfetta disposizione difensiva della compagine di casa. Palermo che ha sviluppato nel primo tempo mole e volume di gioco notevoli, senza mai trovare verticalità e pericolosità, né mettendo in condizione i suoi attaccanti di battere a rete.

Volenterosi ma evanescenti Tutino e Di Mariano, presenti e dinamici ma che non sono mai riusciti ad incidere. Bravo Corini al alzare il livello di chili e centimetri nella ripresa. Soleri e Segre per Di Mariano e Saric. La boa scuola Roma che schiaccia in rete di testa il corner di Tutino, dopo averlo conquistato, e regala il pari ai rosanero. Da lì un monologo, con il Palermo stabilmente in forcing nella metà campo del SudTirol, che ha cucito gioco cercando ora l'ampiezza ora la rifinitura tra le linee, senza mai trovare tempo, giocata e movimento giusto per scompaginare sincronismi e letture difensive degli uomini di Bisoli. Mateju, partita gigantesca per sagacia, attenzione e brillantezza atletica, si faceva notare per diagonali e chiusure di livello a spegnere sul nascere i tentativi di ripartenza dei padroni di casa. La mossa Damiani per cercare quella infusione di fosforo e qualità in verticale, che potesse innescare con i giri giusti il dinamismo di Brunori o la fisicità di Soleri.

Il Palermo chiuderà il match con la sfera tra i piedi ed il comando delle operazioni, ma con zero occasioni da rete effettive, gol del pari a parte, per l'intera ripresa.  Peri giusto e da accogliere comunque con soddisfazione, in ragione di contingenze e valore della formazione altoatesina. Palermo che conferma comunque segnali di crescita significativi sul piano di identità, carattere, personalità ed autostima. Evidente che per scardinare difese di tale lignaggio, compiendo un ulteriore salto di qualità, serve alzare lignaggio, imprevedibilità e indice di pericolosità in fase offensiva. Ampi margini dio miglioramento in tal senso, sia sotto il profilo di condizione e rendimento individuale, sia in termini di coralità e varietà delle trame quando si attacca la porta avversaria. C'è tempo e modo di salire con legittima ambizione sul treno playoff, ma adesso bisognerà nuovamente accelerare il passo. Tornando a conquistare presto i tre punti, magari martedì prossimo, quando al Barbera arriverà la Ternana.


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