serie d

Sforzini: “Il Palermo è obbligato a vincere, sono qui perché me lo merito. La fame di vittorie…”

L'attaccante del Palermo ha parlato del momento di forma della squadra e della prossima sfida di campionato contro il Nola

Mediagol52

Parla Ferdinando Sforzini.

L'attaccante del Palermo, arrivato come ultimo rinforzo per Rosario Pergolizzi, ha subito dimostrato di poter ancora fare la differenza grazie alla sua esperienza, e contro la Cittanovese ha anche trovato la prima rete della sua nuova esperienza.

A pochi giorni dalla partita di campionato contro il Nola, Sforzini è intervenuto ai microfoni di TRM durante la trasmissione "Siamo Aquile", esprimendo la sua voglia di continuare a vincere per mantenere il dominio sulla Serie D. Di seguito le sue dichiarazioni:

"Dobbiamo stare con i piedi per terra perché a questo punto è ancora più difficile per noi, anche se la squadra ha le potenzialità per continuare con questa striscia positiva. C'è un clima sicuramente molto positivo dato anche dai risultati, perché il Palermo è obbligato a vincere, e questo aiuta. Con questa striscia positiva adesso si respira un clima festoso: questo è quello che trasmette la piazza in questo momento e, per questo, speriamo di continuare così fino alla fine del campionato anche se qualche piccolo problemino durante la stagione possiamo averlo. Nei momenti di difficoltà si vede il gruppo, il singolo, perché quando le cose vanno bene è tutto rose e fiori. Riti? Ognuno ha il suo, anche prima di scendere in campo. Però io credo che il calcio sia una cosa seria e bisogna anche essere concentrati sia in allenamento sia prima della partita. L'aspetto che c'è dietro il nostro lavoro non lo vede nessuno: nel caso dei giocatori milionari, ad esempio, tutti quanti guardano i soldi e mai i sacrifici compiuti per arrivare a quel livello. Fortuna? Se io ho fatto la mia carriera è perché meritavo questo: per aspetti mentali e fisici. Chi ha fatto meglio di me è perché meritava più di me. Nel calcio soprattutto non credo nella fortuna. Fame? Ce la devi avere dentro, non te la può trasmettere nessuno. La parte più difficile è fare il genitore: io credo che i ragazzini debbano essere lasciati in pace, perché ciascuno deve trovare la propria strada. A me è capitato più volte di vedere alcuni genitori imporre ai propri figli di giocare a calcio: mio figlio ha iniziato da poco la scuola calcio se vorrà continuare lo farà, altrimenti farà qualcos'altro".