Nel luglio del 2011, in occasione della 43esima edizione della Copa America (disputata in Argentina e vinta dall'Uruguay), la sua Selezione fu letteralmente una sorpresa. Alla prima giornata della fase a gironi pareggiò contro il Brasile, poi piegò Cile, arrivando fino in semifinale, perdendo solamente ai rigori contro il Paraguay. Parliamo del Venezuela di Cesar Farias. Uomo tutto-fare, nel vero senso della parola, divenne un idolo del web per i suoi guanti in pelle da serial killer. Adesso è il direttore generale del club paraguaiano del Cerro Porteño e l'allenatore della squadra indiana del NorthEast United. Ah, quasi dimenticavo: è anche il presidente dello Zulia, club che pochi giorni fa ha venduto Manuel Arteaga al Palermo (qui l'ufficialità). "Premetto subito che qui l'affare l'ha fatto Zamparini che si è portato a casa, per una cifra comunque modica rispetto al portafoglio della società (800mila euro, ndr), un calciatore che in futuro sarà uno dei migliori nel suo ruolo".
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Pres. Zulia-Mediagol: “Arteaga non sarà un colpo alla Danilo Ortiz, straordinario suo gesto al Brasile a 17 anni. Può imitare il Cavani del Palermo”
L'intervista esclusiva al presidente dello Zulia che ha appena venduto Arteaga al Palermo.
Il futuro è lontano. Nel presente?
"Nel presente, secondo me basta dire che aiuterà parecchio il Palermo. Unico consiglio che do ai rosanero: che lo facciano giocare - dice Farias a Mediagol.it -. Se vogliono il male dei sudamericani, non c'è arma migliore di farli marcire in panchina. Gente come Arteaga ha bisogno del campo".
I tifosi del Palermo sono un po' scettici...
"Facciamo una scommessa. Quando Arteaga inizierà a segnare a ripetizione e collezionerà una ventina di gol ad ogni stagione, chiamatemi nuovamente".
D'accordo. Lei ha definito Arteaga un attaccante speciale. Cosa lo rende speciale?
"A 21 anni è già completo: è forte di testa, calcia bene da fuori area, coglie sul tempo le difese capendo in anticipo dove potrà andare a finire il pallone, fa a sportellate dal primo minuto al novantesimo. Cos'altro vi posso dire? Dimenticavo, ha un segreto, anzi due: ogni qual volta controlla il pallone, orienta la giocata e spesso prende in contro tempo gli avversari. Il secondo è che dentro l'area è letale".
Lo definiscono il 'nuovo Batistuta'...
"No, io non vi dirò che è come Batistuta, a me piace essere originale. Sapete un accostamento che calza a pennello? Juan Pablo Angel, ex centravanti colombiano molto celebre in Sud-America per aver giocato diverse stagioni al River Plate e poi in Premier League, all'Aston Villa. Entrambi potenti, entrambi forti fisicamente e col vizio del gol. So che molti di voi non coglieranno l'importanza del confronto: la certezza è una, Manuel Arteaga è veramente forte, così come lo era Juan Pablo Angel".
Ai nostri microfoni lo stesso Arteaga ha spiegato che in campo lui ci va per divertirsi, è così?
"Sì, ha sempre il sorriso che passeggia sulle sue labbra, ma non abbandona mai la disciplina. E' un attaccante molto atletico, agile, alle volte fa uso di certe acrobazie che nessuno si aspetta (come questa). Vi racconto un episodio chiave della sua fin qui breve ma intensa carriera".
Prego.
"Io, essendo stato anche selezionatore della Nazionale Maggiore Venezuelana, l'ho visto debuttare nella prima squadra dei vinotintos ad appena 17 anni. In quello stesso periodo, era conteso tra due categorie, il Venezuela Under-17 e la Nazionale Maggiore. Coi pari d'età fece qualcosa di straordinario, unico nel suo genere: in una partita del marzo del 2011 siglò una doppietta contro il Brasile. Sapete in quanti minuti? Tre. Due gol in tre minuti, contro il Brasile Under-17, penso giocasse Marquinhos del Psg in quella Selezione verde-oro. Insomma, come detto, qualcosa di incredibile". Di seguito il video di quella doppietta.
Il Palermo ha da poco cambiato allenatore, passando da uno che prediligeva il 3-5-2 (Iachini), a un altro che vuole il rombo a centrocampo. C'è uno schieramento tattico che Manuel preferisce?
"Beh, credo un po' tutti, ha una grande capacità di adattamento, sia a livello tattico che a livello umano - spiega -. Il Palermo ha lanciato giocatori sudamericani fortissimi, come Cavani, Pastore e Dybala. Io non credo che Arteaga sarà da meno. La sua posizione è da numero 9, preferisce giocare più possibile vicino all'area di rigore avversaria, per ferire gli avversari. Però, per quanto mi possa ricordare, Cavani, che adesso al Psg fa il centravanti, al Palermo agiva da esterno".
Esatto, tra l'altro fu l'attuale tecnico dei rosanero, Ballardini, l'autore di questo spostamento tattico per il Matador...
"Ecco. Potrebbe accadere un po' lo stesso con Manuel, anche se lui è più un rapinatore d'area di rigore. Staremo a vedere".
Un messaggio a chi lo ha appena acquistato?
"A Zamparini dico due cose. La prima è che ne è valsa la pena: quando hai l'occasione di accaparrarti uno dei crack del calcio sudamericano, non devi perdere tempo. Arteaga ha tutti i requisiti per far bene in Serie A - aggiunge Cesar Farias in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it -. La seconda è che Manuel non deve stare in panchina: giocando e sbagliando può ambientarsi il più presto possibile al calcio italiano, campionato che conosceva già un poco, avendo avuto un'esperienza, poco felice a dir la verità, col Parma nel 2012-13".
Non crede dunque che possa ricapitare ciò che è successo con Danilo Ortiz e Velazquez nella passata stagione (qui l'approfondimento).
"Giusto. Prova ne sia che i rosanero questa volta hanno deciso di prelevarlo a titolo definitivo".
Da quanto tempo il Palermo seguiva il giocatore?
"Da un po'. E' riconosciuto da tutti che il Palermo ha una valorosissima squadra di osservatori in Sud-America e si era accorto già da tempo di Manuel Arteaga. I rosanero lo seguivano da un po' e hanno visto anche il buon livello della mia squadra. Ci sono tanti giocatori che credo avranno un futuro certo in Europa. Tra questi, non lo dico per ripetere quanto già detto dal mio direttore generale (ecco le parole del dg dello Zulia a Mediagol.it), c'è Jefferson Savarino, un centrocampista talentuosissimo: diciamo uno dei migliori classe '96 del mondo. Insomma, se i siciliani cercano altri giocatori, sappiano che ho ancora altri gioielli che possono far loro comodo", conclude.
Intervista realizzata da Claudio Scaglione
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