Non sarà ancora della partita di domani tra Lazio e Palermo. Ma Michel Morganella, perseguitato da gravi infortuni che lo hanno costretto ai box negli ultimi venti mesi, tornerà presto in campo. Il 15 febbraio 2014, il brutto colpo al volto. Era Cesena-Palermo: un match che l'esterno svizzero difficilmente potrà scordare. Al 22' della partita del Manuzzi lo scontro con Luka Krajnc che ne ha determinato l'allontanamento dal campo per molte settimane. Poi l'infortunio contro l'Empoli copo un contrasto di gioco con Mario Rui. Di questo, e di molto altro ancora, ha parlato il numero 77 rosanero al 'Corriere dello Sport'.
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Parla Morganella: “Tutto sul mio rientro. La mia su Iachini, Ballardini e Franco Vazquez”
Le parole dell'esterno svizzero al 'Corriere dello Sport'.
Ripartire da zero -"In ventiquattro anni non ho avuto una influenza e poi la sfiga di tre incidenti, due dei quali micidiali. Nel momento sbagliato perché stavo giocando bene e avevo fiducia. Purtroppo è successo e non è mia abitudine piangermi addosso. E’ stata dura. Riparti da zero. Come un bambino che comincia a camminare. I primi passi, poi devi ritrovare le gambe. Ho passata una brutta estate. Marlon è venuto alla luce a Palermo e sono rimasto da solo in Italia per continuare la terapia. Le mie vacanze al Policlinico. E’ lì che ho preso sole. Vi lascio immaginare l’abbronzatura".
Sull'infortunio e Mario Rui -"Dopo lo scontro avevo pensato che non mi ero fatto niente! Mi sono rialzato per continuare. Non ho sentito crack né rumori. Non riuscivo a scattare, ma non mi rendevo conto dell’infortunio. L’ho scoperto sulle scale dello spogliatoio quando sono caduto perché il ginocchio non teneva più. Mario Rui? Non posso dire che sia stata colpa sua, ho rivisto l’immagine cinque mesi dopo. Andavo più forte, lo stavo superando, l’unica possibilità era mettersi davanti. Un contrasto normale. Invece sono andato a sbattere sulla panchina ed è saltato il crociato. Mario Rui mi ha scritto un messaggio: Scusa, non l’ho fatto apposta, spero che possa guarire presto. Ce l’ho con lui? No, fatalità. Come con Krajnc che mi ha spaccato la faccia ricostruita poi dal prof. Righini. Un calvario dopo l’altro".
Ha rischiato la vita -"Krajnc mi ha preso in pieno. Ci siamo rivisti a Palermo e abbiamo giocato contro. Alla fine, mi ha regalato la maglia. E io gli ho dato la mia. Un bel gesto. Infortuni diversi. Accetto, fa parte del calcio. A Cesena, rischiavo la carriera, un occhio, la vita; e ancora oggi, se mi guardo allo specchio, non mi vedo più quello di prima; alle altre parti del corpo non fai attenzione ma al viso sì. Quando salta il crociato subentra un fattore psicologico legato all’integrità delle gambe. Mai avuto paura, comunque, ho sempre creduto nella ripresa. Sette ore di terapia al giorno per quattro mesi, sacrifici senza un’ora di vacanza però ne è valsa la pena".
Sul rientro in campo -"Vado avanti un passo alla volta non per timore ma per evitare nuovi guai, ho annunciato il rientro in Coppa Italia, voglio essere sicuro. Mi manca un tackle da… ignorante, impattare senza pensarci. La prova decisiva. Una convocazione contro la Lazio o la Juve anche e solo per respirare aria di partita? Non è la priorità. Muoio dal desiderio di tornare, ma sarebbe assurdo avere fretta. Preferisco perdere una settimana ed evitare guai. Poi, se me la sento e il mister mi convoca, bene".
Sul rapporto con Iachini -"Con Iachini abbiamo un buon feeling e tantissimo rispetto. In due anni e mezzo, mi ha insegnato a comportarmi da uomo, a combattere, gli aspetti tattici e tecnici. Mi dispiace, è il calcio, la vita darà a Iachini quello che gli ha tolto e di più. Lo merita".
Ballardini bis -"Ballardini? Sono arrivato nel 2009 e c’era lui. Ottimo rapporto fin dall’inizio. Mi ha fatto esordire contro il Cagliari da mezzala perché sulla fascia con Cassani non c’era spazio. Sei mesi ed è andato via e sono arrivati Zenga e Delio Rossi. Lo ritrovo e sono felice. Voglio entrare in forma poi gioco ovunque: terzino destro, sinistro, mezzala".
Sul 'Mudo' -"Franco è un fuoriclasse. Mi alleno tutti i giorni con lui, immenso è la parola giusta. Dopo Paulo, anche Vazquez merita una big e la Nazionale. Mi colpisce perché fortissimo tecnicamente e la palla te la nasconde. Ricorda tantissimo Pastore, un finto lento che va più forte col pallone che senza. All’improvviso, ti fa il tacco, il tunnel, colpi ai quali altri non arrivano. Ecco la differenza tra un giocatore normale e un campione. Pastore in amichevole diceva: oggi cinque tunnel! Ed era di parola. Vazquez lo stesso. Troppe responsabilità su di lui? Ne parlano i giornali. Da noi è un leader come Sorrentino, come altri. Vazquez non gioca da solo ma con venticinque compagni".
Sul patron Zamparini -"Lo conosco da anni, lo rispetto profondamente, se sono qui è grazie a lui e debbo solo fare il mio lavoro. Ognuno ha il suo ruolo. Come il mister che sceglie la formazione, il presidente decide per il bene del Palermo. La critica può condividere o meno".
Match vs Lazio e Juventus -"Sono anche c**** nostri. Contro due grandi che vogliono vincere. Intanto, la Lazio. Già senza i nazionali abbiamo preparato la sfida nei minimi particolari. Per dare il meglio e conquistare punti - ha dichiarato Morganella -. Rispetto all’anno scorso abbiamo perso il nostro gioco. La squadra è rinnovata e non ha Dybala. La cura: prendere meno gol e sfruttare con cinismo le occasioni".
Sul numero 77 - "Sette è il nostro numero fortunato. Matrimonio il 17 giugno, Marlon è nato il 27 marzo e da ragazzino il mio idolo era Shevchenko. Nel Palermo il sette è di Lazaar e comunque il settantasette mi sembra più originale".
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