di Benvenuto Caminiti
serie b
Palermo-Cremonese: Trajkovski e Puscas, piccole oasi nel deserto. Tedino, il gioco dov’è?
La perla balistica e l'abnegazione mostrate dal macedone, la fisicità e le stimmate del centravanti di razza ammirate nella prestazione di un Puscas non ancora al top della condizione: flebili lampi nel grigiore desolante che ha caratterizzato la...
Della mediocre prestazione di ieri del Palermo han già scritto tutti. Io cercherò, invece, di … salvare il salvabile e, nella speranza di trovare spunti incoraggianti, comincio dal magnifico gol – un’autentica prodezza - di Aleksandar Trajkovski: era il 25’ di un noiosissimo (ma solo per colpa dei rosanero perché i grigiorossi di Mandorlini almeno ci provavano) primo tempo quando, all’altezza del semicerchio dell’area di rigore cremonese, spioveva un pallone dolce come il miele, sui piedi del talentuoso trequartista macedone, che d’interno destro calciava a giro giusto all’incrocio dei pali. Vano il plastico, disperato, volo d’angelo di Radunovic.
“1-0 per noi e palla al centro!”, ho pensato, giulivo: come succede ai tifosi che, se vedono la squadra passare in vantaggio, se ne infischiano se se lo sia meritato.
E io me ne sono fregato perché quella perla di Trajkovski, oltre alla bellezza del gesto tecnico, di per sé meritevole del costo biglietto, stuzzicava il mio amor proprio, visto che da sempre, spesso tra gli sfottò generali, scrivo e dico che il giocatore rosanero più talentuoso è l’esterno macedone, che, quindi, va sempre messo in campo. A prescindere.
E proseguo con Trajkovski, l’unico nel primo tempo ad onorare la maglia perché, oltre al solito suo spartito fatto di prodezze (vedi il gol) e di pause inspiegabili, ci metteva grinta e dedizione, tutta roba che di solito, non fa parte del suo repertorio: di corsa come a voler dar l’esempio ai compagni, lo si vedeva dietro l’unica punta e, subito dopo, a centrocampo: insomma, suggeriva e contrava, come una mezzala vera, ruolo che non gli conoscevamo affatto.
E chiudo col macedone per sottolineare come l’aver creduto in lui da parte del bistrattato Tedino sia un merito non da poco, che nessuno sembra disposto a riconoscergli. Io lo faccio e me ne assumo la responsabilità, ma con ciò non posso, né voglio, coprirmi gli, occhi davanti alla desolante mancanza di gioco della squadra che lui dirige.
Altra nota, diciamo così, confortante, è l’inedita capacità di questo Palermo di riacciuffare il risultato, una volta passato in svantaggio: è successo due volte col Vicenza ed è successo anche ieri… E non successe mai la passata stagione, in cui abbiamo perduto la serie A solo perché non riuscivamo a mantenere il vantaggio anche solo una volta (ricordo una delle tante, l’1-0 provvisorio proprio contro la Cremonese).
Ed infine, ancora a conforto, segnalo la buona prova di Puscas che, pur abbandonato solo soletto al suo destino, si è battuto come un leone, sempre alla ricerca della profondità, palesando forza fisica e stacco aereo da vero centravanti. Insomma, con Puscas al 100% il Palermo potrà contare su una bocca da fuoco da 15-20 gol . Come dire che sperare di farcela stavolta a risalire in serie A può sembrare un’esagerazione del cuor da tifoso che mi ritrovo ma se anche Falletti, Haas e Nestorovski troveranno presto il passo giusto…
E qui mi fermo, perché qui finiscono le poche note liete della partita di ieri, che, fra l’altro, molti non riconosceranno come tali. Per quelle negative, che invece sono tante (a cominciare dalla guida tecnica, per i più non all’altezza) cedo il passo, ma non posso non chiedermi perché teniamo un portiere come Pomini a marcire in panchina, lui che, da Posavec in poi, ha sempre dato ampia dimostrazione di affidabilità e spiccata personalità.
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