Un lavoro paziente, certosino e lungimirante. Ricostruire, partendo dalle ceneri ardenti di una retrocessione dalla massima serie. Dimenandosi tra delusione, amarezza e dissenso esteso verso la proprietà, sentimenti dilaganti in seno all'ambiente, provando a ricreare un minimo di fiducia, coesione e linearità in termini di strategia e modus operandi in ottica dirigenziale. L'impresa era ardua. Fabio Lupo pareva comunque essere sulla buona strada per compierla, prima di essere bruscamente eletto da Maurizio Zamparini inopinato capro espiatorio della crisi trasversale che inficiò il cammino di una squadra padrona del campionato al giro di boa della scorsa stagione.
serie b
Lupo-Mediagol: “Palermo organico migliore del torneo. Tedino? Frattura insanabile con la squadra, Stellone…”
L'intervista realizzata dalla redazione di Mediagol.it all'ex ds del Palermo, Fabio Lupo, in vista del big match tra la compagine rosanero ed il Pescara....
La firma del dirigente abruzzese è piuttosto nitida e leggibile sulla patrimonializzazione di calciatori come Coronado,La Gumina e Gnahoré, oggetto di brillante plusvalenza da parte di Rino Foschi in sede di mercato estivo. Così come i pilastri che compongono l'intelaiatura dell'attuale organico erano elementi cardine anche della squadra che, tra mille ribaltoni e peripezie, sfiorò il salto di categoria scivolando proprio sull'ultimo gradino.
Il big match tra Palermo e Pescara coinvolge sul piano emotivo l'ex dirigente rosanero, abruzzese doc ed ancora umanamente legato alla sua esperienza professionale nel capoluogo siciliano. Questa la chiave di lettura di FabioLupo, intervistato in esclusiva dalla redazione di Mediagol.it, in merito al valore della rosa attualmente guidata da Roberto Stellone ed all'ennesimo avvicendamento in panchina che ha visto proprio il tecnico romano succedere a Bruno Tedino.
"L'organico del Palermo attuale più completo e competitivo rispetto alla scorsa stagione? Non direi che l’organico sia più forte rispetto a quello dell’anno precedente, tutto sommato siamo sullo stesso livello anche perché, fondamentalmente, la squadra non è poi cambiata tantissimo. L’essere ripartiti da una base già fatta è senza dubbio uno dei vantaggi più significativi, mentre l’anno scorso c’è stato inizialmente un imprescindibile lavoro di conoscenza e coagulazione del gruppo da portare a termine propedeutico a qualsiasi questione di matrice tecnica. Il gruppo di questa stagione era già in partenza coeso e collaudato nella sua intelaiatura, un gruppo molto solido sotto ogni punto di vista. L’unica cosa certa è che la rosa del Palermo è quella più forte che c’è in tutta la Serie B come lo era già nella scorsa stagione, i rosanero hanno un organico di primo livello che è in grado di raggiungere il traguardo della promozione in Serie A. Tedino? Credo che negli ultimi mesi della scorsa stagione qualcosa tra l’allenatore e la squadra si sia spezzato, non so cosa possa essere stato nello specifico, ma è certo che qualcosa si fosse irrimediabilmente rotto nel rapporto tra buona parte della squadra e il tecnico. È stato un errore ripartire da lui, nonostante la piena consapevolezza della frattura che si era venuta a creare tra tecnico e gruppo. La spina dorsale della squadra non accettava più l’allenatore stesso. Nessuno tra i giocatori ha mai remato contro contro Tedino, parliamo di professionisti sani ed ineccepibili, ma è chiaro che se feeling ed empatia tra le parti si logorano fino a consumarsi, viene meno la connessione calcistica e motivazionale tra squadra e tecnico ed i risultati sul campo sono fedele trasposizione di questo cortocircuito. Fino a febbraio/marzo tutto andava per il meglio, poi si è interrotto qualcosa e non è stato più possibile riprendere questo filo. Bruno ha comunque dimostrato di essere un buon allenatore soprattutto quando intorno a lui l’ambiente era sereno e c’erano le condizioni professionali corrette, non è un caso che sia durato più con me che con gli altri due direttori. Stellone? Considero anche lui un ottimo allenatore che ha avuto un grande impatto sul piano empatico e relazionale con tutta la squadra. Stesso approccio felice che Roberto aveva avuto fin da subito con i calciatori nella parte finale della scorsa stagione-Proprio per questo sarebbe stato il caso di ripartire da lui, perché comunque aveva impattato bene sul gruppo, mostrando personalità, carisma e idee chiare".
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