LECCO-PALERMO

Lecco-Palermo 0-1: rosa brutti e vincenti, Nedelcearu gol per provare a ripartire

Vittoria preziosa al culmine di una prestazione obiettivamente modesta. Rosa che rischiano in avvio, passano con Nedelcearu e ringraziano Pigliacelli prodigioso su Parigini e Inglese. Ripresa di mero contenimento e tre punti in cassaforte
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Palermo calcio

di Leandro Ficarra

Missione compiuta. Senza brillare, col braccino e con qualche affanno di troppo nel primo tempo. Contava rispettare il pronostico, imponendo l'indubbia superiorità, in materia di cifra tecnica e spessore assoluto, rispetto al volenteroso Lecco, fanalino di coda del campionato di Serie B.

Il Palermo ha fatto incetta di pragmatismo e concretezza, riuscendo nell'intento al culmine di una performance oggettivamente di desolante modestia, sotto il profilo di contenuti calcistici ed espressione di gioco sul manto sintetico del Rigamonti-Ceppi.

Innegabile che le premesse psicologiche e nervose della vigilia, per la compagine di Corini, non fossero certo ideali e semplici da gestire ed interpretare. Dopo l'inopinato blackout della settimana scorsa, con un solo punto in tre match ed ali bruscamente tarpate in procinto di spiccare il volo, il Palermo oggi aveva un solo risultato da centrare .Senza se e senza ma. Qualsiasi epilogo diverso dalla vittoria, contro la cenerentola di Aglietti in crisi profonda, avrebbe inevitabilmente acuito tumulti, incertezze e frustrazione in seno al gruppo di Eugenio Corini. Comprimendolo, suo malgrado, in un cunicolo di polemiche, mugugni ed interrogativi, zavorra potenzialmente letale sul piano mentale in prossimità del rush finale della regular season.

Abnegazione, umiltà, coesione morale più che tattica hanno consentito alla formazione rosanero di capitalizzare al massimo questo salvifico assist del calendario. Un pizzico di buona sorte, le parate di Pigliacelli e la sterilità offensiva di un avversario valoroso, ma tecnicamente modesto, hanno fatto il resto.

Convalescente, contratto, imballato, tremebondo a tratti e decisamente poco fluido. Tra il Palermo visto nella ripresa contro il Como e nella prima frazione allo Zini di Cremona e quello sceso in campo al cospetto del Lecco sembrano esserci un paio di categorie di differenza.

Le scorie di una striscia da incubo erano ben visibili nella prima mezz'ora dei rosanero al Rigamonti-Ceppi.

Prima parte di gara in cui è stato il Lecco a farla da padrone. Più reattiva e tonica la squadra di Aglietti, capaci di giocare un calcio essenziale ma intenso e sbarazzino, brava a pressare ed aggredire forte, distendendosi in verticale con scorrevolezza e rapidità. Sull'asse Lemmens-Parigini, con Inglese terminale pivot in avanti, i lombardi hanno imperversato sul loro fronte offensivo di destra, infierendo su un Lund che ha confermato le ormai note difficoltà palesate in fase di copertura sul suo binario. Pigliacelli ci ha messo una pezza, con la punta delle dita, su un bel diagonale di Parigini, lo stesso esterno offensivo di Aglietti ha puntato e saltato quasi regolarmente l'ex Hacken, sfornando traversoni pericolosi in quantità industriale per Novacovich, Ionita e lo stesso Inglese.  Molto bene, dinamico, ordinato ed intraprendente, Degli Innocenti in zona nevralgica, difesa di casa che pativa poco le iniziativa scolastiche di un Palermo macchinoso e compassato nel suo incedere. Inglese ha sfiorato il palo con una giocata, protezione della sfera e conclusione fulminea dal limite, da centravanti classico. Poi uno strappo in percussione di Segre ha scalfato le mani a Melgrati dai diciotto metri , come primo segnale di vita calcistica di Brunori e compagni.

Col trascorrere dei minuti, con l'approssimarsi della mezz'ora, la squadra di Corini ha provato a mettersi in moto.

Una combinazione interessante Ranocchia-Di Mariano sulla catena di destra, movimento in verticale e cross radente del dieci con Di Francesco eBrunori in ritardo di un'inezia. Poi il bomber rosa correggeva in acrobazia il cross teso di Segre, con Melgrati pronto a rispondere sull'esterno mancino volante dell'italobrasiliano. Preludio al gol partita, corner corto di Di Mariano, cross morbido di Gomes stacco e frustata impetuosa di Nedelcearu che gonfia la rete ed alleggerisce psiche ed anima dei calciatori rosanero. Lampo provvido su cui Pigliacelli, con una parata prodigiosa su incornata di Inglese alle soglie dell'intervallo, blinda il vantaggio ed edifica il successo della banda Corini.

La ripresa racconta di un Palermo che non ha neanche lontanamente lucidità, brillantezza e forza di chiudere i conti. Pesante tangibilmente nelle gambe e nella testa Criticità psicologiche che si intersecano con una significativa flessine atletica. Difficile stabilire con esattezza diretta correlazione,  proporzioni e linea di confine di un disagio tanto trasversale quanto ineluttabile.  Smunta e spaesata in termini tecnico-tattici e conscia del suo innegabile status di impasse sul piano di  tracce e contenuti calcistici, la squadra di Corini ci mette nerbo, mestiere, abnegazione ed esaspera il concetto di cinismo. Limitandosi a corroborare un'attenta e vigorosa densità a protezione della propria metà campo. Coprire gli spazi e togliere la profondità al Lecco, che avrà onore ed onere di fare la gara e menare le danze per tutta la ripresa. Provando ad imbastire una proposta offensiva, con gli strumenti, oggettivamente pochini, di cui dispone in questo complicatissimo frangente di stagione.

Palermo che raddoppia le marcature e va a contrasto con ferocia. si spende in una dedita e rigorosa applicazione dei principi basici della fase difensiva. Faticando a mettere tre passaggi di fila, non riuscendo mai ad orchestrare una trama armoniosa, ficcante o anche solo lineare, per incutere  solo l'ombra del timore alla difesa di casa. Zero tiri verso la porta avversaria, se si eccettua una debole conclusione di Di Francesco su assist di Lund, zero chance nitide per raddoppiare il vantaggio. Anzi l'occasione migliore per i rosa la crea il Lecco, con uno sciagurato retropassaggio, mal dosato, di Caporale a Melgrati che costringe l'estremo difensore lombardo ad un'uscita al limite del regolamento sui piedi di Brunori.

Pezzuto prima indica il dischetto, poi revoca l'assegnazione del penalty dopo l'on field review al Var, una volta appurato che il portiere di Aglietti toccava prima la sfera che le gambe dell'accorrente italobrasiliano. Il resto della frazione è soporifero, fatta eccezione per uno slalom specile di Degli Innocenti che salta come birilli tre avversari prima di calciare, male ed a lato, da ottima posizione.

La girandola di cambi su entrambi fronti nulla aggiunge e poco toglie alla mestizia tecnica del match. Corini richiama Ranocchia per Coulibaly, DiMariano e Di Francesco per Vasic e Traorè, Brunori e Segre per Soleri ed Henderson. Tutti i subentrati partecipano con spirito lodevole alla battaglia senza quartiere in mezzo al campo ed all'irrobustimento dell'ideale trincea rosa, sacrificandosi in ripiegamento e raddoppi ed inseguendo palle irraggiungibili . Scagliate via senza alcun razionale costrutto e figlie di rinvii funzionali ad allontanare la sfera dalla propria area. Senza badare troppo a stile ed eventuale destinatario della pedata. Il fine giustifica i mezzi al triplice fischio.

I tre punti arrivano quanto mai opportuni al fine di mitigare la convalescenza di un Palermo ancora visibilmente scosso. Provato  dalla cocente rimonta subita a Cremona. nonché dalle sberle calcistiche contro Ternana e Brescia. Sequenza traumatica che ha minato certezze, entusiasmo, autostima e classifica. Il brodino gustato a Lecco sarà anche insipido, ma  risulta certamente salutare. Nella  piena consapevolezza che al Barbera, contro il super Venezia di Vanoli, il Palermo dovrà servire ben altro menù agli illustri commensali lagunari Se vuole ancora  nutrire realistiche speranze di sedere e banchettare al tavolo delle big del campionato cadetto.

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