Pillole sulla sua vita privata, nel corso di un'intervista rilasciata da Oscar Hiljemark al 'Corriere dello Sport'. "Sono nato con il pallone in mano, sono stato contagiato dall’aria di famiglia. Ho provato tanti sport, come l’hockey ed il golf, ma scarpe e pallone camminavano sempre al mio fianco. Quando ho fatto due anni mia madre mi regalò un completo elegante, con tanto di scarpe e calze ed io mi misi a piangere perché non era un completo da calcio. Non ho smesso fin quando non mi hanno accontentato - ha raccontato -. Elin? La nostra vita è ancora un film. Ci siamo conosciuti perché una notte, mentre ero a casa e cercavo una possibile amica su Instagram è apparsa lei. Mi sono innamorato subito della sua foto, bella ed elegante: era speciale. L’ho inseguita tanto, ho messo molti 'mi piace', ma niente. Poi le ho scritto su Facebook diverse volte e finalmente mi ha risposto. Lei abitava ad un’ora di strada da Gislaved, a Jonkoping, dove sono stati prodotti i fiammiferi. Così è successo che anche noi ci siamo accesi. Non sapeva che fossi un calciatore, le ho detto la parolina magica durante una riunione di famiglia ma non mi ha sentita e se n’è andata lasciando la frase a metà. Poi siamo partiti per un weekend e le ho urlato 'Ti amo!' in mezzo al prato. Lei mi ha abbracciato. Io sono un ragazzo romantico ed all’antica, credo nel matrimonio e mi auguro che Elin mi dica di sì quando le farò la proposta. L’amore è quando la felicità dell’altro conta più della tua".
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