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Editoria, Ciao Vladimiro: il bello del “Camin” di nostra vita nel cuore del Barbera

Palermo calcio
Ciao Vladimiro: la biografia ufficiale dell'icona del giornalismo sportivo italiano, Vladimiro Caminiti. Opera letteraria scritta dal fratello, Benvenuto Caminiti, presentata ieri allo stadio Renzo Barbera
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di Leandro Ficarra

Ciao Vladimiro. Non un commiato, ma una dolce e struggente carezza. Omaggio ed abbraccio fraterno. Moto emotivo puro e tracimante, che sorge e straripa dai rivoli del cuore, fino a sgorgare, intenso e dirompente,  alla foce preziosa dell'anima. L'ultima fatica letteraria del giornalista e scrittore, Benvenuto Caminiti, è un incommensurabile atto d'amore. Apologia del bello e del talento. Tributo, commosso e devoto, al fratello, icona e fulgida stella nel firmamento del giornalismo sportivo italiano. Vladimiro Caminiti, scomparso trent'anni fa, è stato semplicemente un fuoriclasse.

Indomabile purosangue della carta stampata. Penna ricercata e sublime, che tracciava sentieri paralleli ed inesplorati. Intrisi di estro, genio e libertà.

Da percorre in estasi, tutti d'un fiato. Tra splendore e stupore. Figlio di Palermo, juventinologo  per eccellenza.

Hurrà Juventus e Tuttosport.Voce e diario della Vecchia Signora. Entrambi griffati con il fregio ed il pregio del suo imprinting. Il Guerin Sportivo, gemma editoriale stilosa e trasversale. Oracolo cartaceo profano per gotha  e plebe calcistica dell'epoca.  Innovatore allergico ai protocolli ed al politicamente corretto. Muro d'argilla che ha sgretolato con il suo inimitabile stile narrativo. Unico, sferzante e dissacrante. Spiazzanti e crude verità, adornate magistralmente in orpelli linguistici di sontuoso lignaggio. Schiettezza ed innata eleganza, pragmatismo e creatività,. Magica commistione tra romanzo e prosa, racconto e poesia. Detronizzando gli angusti confini della fredda cronaca. Sospendendo il lettore in un limbo dorato, tra il descrittivo e l'evocativo.

Il calcio e lo sport scrutati da una prospettiva inedita. Fiabe cadenzate dall'universo dei sentimenti e delle emozioni.  Altalena di profumi, colori, palpiti e sensazioni. Microcosmo in cui il lettore diveniva  d'incanto protagonista. In perenne conflitto tra realtà e leggenda. Libero di scegliere cosa e quando sognare.

Guizzi d'autore e gemme di genio, alla base di una carriera gratificante e prestigiosa. Ammirato, rispettato e temuto da calciatori e dirigenti. In ragione della sua chirurgica capacità di analisi. Onestà intellettuale e libertà di pensiero. Valutazioni profonde, accuratamente argomentate, spesso inconfutabili. Camin il calcio lo respirava, lo viveva, lo leggeva. Decriptandolo in ogni sua sfaccettatura. Irrompendo nei suoi controversi anfratti. Li andava a scovare e li vivisezionava tutti. Senza filtri, sconti o manierismi spesso insiti e di banale prassi nell'esercizio della professione.

"Ciao Vladimiro",  nel cuore e nell'auspicio dell'autore, vuole essere un viaggio introspettivo nei meandri più intimi del "Camin".

L'uomo pervaso da dubbi, rimpianti, dissidi interiori. Talvolta prigioniero del suo straordinario talento. Foriero di vera gloria ed eterna fama, ma che ha fisiologicamente fagocitato un oceano di vita. L'amore fraterno esaltato in tutte le sue indefinibili declinazioni. Alchimia e simbiosi innata, tra due dei sei fratelli. Che si sono scelti, amati, divisi. Inseguiti e poi ritrovati. Famiglia, calcio, amore, poesia. Centrifuga avvincente di aneddoti, fremiti e sussulti. Ricordi e sentimenti intinti nel suggestivo ed ammaliante calamaio della memoria. Dal primo quadernetto di Vladimiro, diario segreto del suo dono divino. Tesoro ambito. in apparenza  irraggiungibile, dal piccolo Benvenuto. Il pedinamento ispirato dall'amore e dalla consapevolezza che, calcando le orme di Vladimiro, sarebbe potuto arrivare lontano. Palermo-Torino del 6 gennaio 1949. Quel bimbo che sfidò la bufera per curiosità e ostinazione. Fino a riuscire a valicare i confini dello stadio.

Era il Grande Torino, mitico e leggendario squadrone vittima della drammatica strage di Superga.

Benvenuto e l'impatto con quel rosa della maglia del Palermo.  Bagliore reso fioco da acquazzone e cielo plumbeo. Subito accecante nel cuore e nell'anima dell'autore. Un fuscello che scruta il manto erboso, abbarbicato sulle spalle di un generoso e paterno spettatore. L'epica rimonta dal doppio svantaggio dei gladiatori vestiti di rosanero fu la trepidante genesi di un amore folle tra Benvenuto Caminiti ed il club di viale del Fante. Assoluto, incondizionato, spasmodico. Condizione naturale e privilegio esistenziale.

Primo regalo, inconsapevole, di Vladimiro al fratello più piccolo. Che ha amato, protetto e per certi versi cresciuto, A modo suo. Talvolta con modi burberi e finto distacco.   Coltivando nello scrigno dell'anima un sentimento immenso. Del quale era geloso ed aveva quasi pudore. Tanto da dissuaderlo, inizialmente, dal suo sogno di ripercorrerne le orme professionali. Conscio che sul quel sentiero, impervio e ricco di bivi, gli ostacoli e gli inciampi, superavano di gran lunga orizzonti e vie d'uscita.

La presentazione del libro, tenutasi il 14 dicembre, nella sala stampa del Renzo Barbera, è stata avvolta da un pathos ed un coinvolgimento emotivo di rara levatura umana. L'amore trapelava dal susseguirsi, frenetico ed accorato, dei succosi aneddoti snocciolati dall'autore.

La partecipazione sentita dei presenti nella pancia del Renzo Barbera rivelava, una volta di più, magnetismo e grandezza del Camin, Titano del giornalismo sportivo italico. Appellativo che tiene fede al nome della casa editrice dell'opera, che con coraggio e lungimiranza ha deciso di omaggiarne vita e memoria. Un uomo che ha saputo lenire e cicatrizzare le sue fragilità, con la salvifica panacea del suo talento. Ricordo che ha valicato i confini del tempo, negli affreschi puntuali di Dario Mirri ed Eugenio Cotini, presidente e allenatore del Palermo di oggi, come di Ignazio Arcoleo, Guido Magherini e Fausto Silipo, tasselli preziosi nel mosaico della storia della società rosanero. Il tutto brillantemente moderato dall'impeccabile Giovanni Tarantino,  dalla magistrale lettura ed interpretazione di alcuni passaggi del libro da parte di Marco Pomar, con il contributo gradevole e mirato dell'editore, Riccardo Colao.

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