"Secondo me è il momento giusto per ritirarsi vista l’età e l’anno un po’ sfortunato in cui ha anche giocato meno, ma è una cosa soggettiva".
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E. Filippini: “Solo a Palermo capii che Luca Toni sarebbe diventato un top-player. Vi racconto un aneddoto”
Il ricordo dell'ex centrocampista del Palermo all'indomani dell'annuncio di Luca Toni.
Così Emanuele Filippini ha commentato l'addio al calcio giocato annunciato nella giornata di ieri da Luca Toni. "Sinceramente ai tempi del Brescia, anche se era un giovane con qualità, non pensavo potesse arrivare a questi livelli. Tra l’altro, era spesso infortunato e non sapeva usare così bene il fisico: non nascondo che spesso era a terra dopo i contrasti e noi ci lamentavamo dicendogli: ‘Sei grande e grosso, stai in piedi…’ - ha aggiunto ai microfoni di Gianlucadimarzio.com -. Quando invece lo ritrovai a Palermo era un giocatore cambiato ed era lui a far cadere gli altri! Fu proprio a Palermo che capii veramente dove sarebbe potuto arrivare. La sua grande forza è sempre stata quella di avere un carattere solare, un po’ ‘farfallone’ nel senso che non subiva le pressioni e pensava solo a giocare. Ricordo un aneddoto particolare su Luca, quando dopo una nostra vittoria contro il Perugia, io e mio fratello avevamo fatto a botte nello spogliatoio appena finita la partita perché non mi passò il pallone e, proprio mentre ce le stavamo dando, pestai con i tacchetti il piede di Toni e gli feci un taglio. Lui allora si alzò zoppicando e ridendo continuava a dircene di tutti i colori”.
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