Parola a Francesco Lodi. L'ex centrocampista la scorsa estate ha deciso di dire addio al calcio giocato ma non al Catania, dopo aver riportato il club etneo in terza serie. Lodi, in 23 anni di carriera e tre diverse parentesi in rossazzurro, ha collezionato ben 619 presenze tra Serie A, B, C e D, ed oggi fa parte dello staff dirigenziale della società rossazzurra. Il "mago" dei calci di punizione è stato intervistato da Chancebet News, svelando alcuni retroscena di calciomercato ai tempi delle due siciliane in Serie A:
ex catania
Catania, senti Lodi: “Il Palermo per me era disposto a fare follie. Io risposi…”
"In estate ci sono state talmente tante società ad avermi formulato offerte, anche tanti tanti soldi per giocare un altro anno, ma io ne ho sempre fatto una questione di rispetto. Per soldi avrei potuto accettare negli anni belli le offerte di numerose squadre che mi avevano chiamato a gennaio, tra queste una del sud che fece follie, il Palermo, ma avevo detto che non avrei mai potuto farlo. Il rispetto per me vale prima di tutto. Vengo da una famiglia che sa cosa significhi il rispetto. Una stretta di mano ed il rispetto per ma vale più di una firma. La mia volontà, quest’anno, era quella di rimanere. La società ha operato una scelta diversa ma sono orgoglioso di fare parte di questa famiglia. Ringrazio la società per l’opportunità concessami, il mio percorso sarà lungo ed io so già cosa fare nella mia vita. Insieme ad Orazio Russo e Teo Coppola cercherò di migliorare apprendendo qualcosa ogni giorno da qualcuno e poi creare un bagaglio mio personale. Grella l’ho conosciuto da calciatore e mi ha insegnato tanto, ma l’amicizia la scindo quando si lavora. Credo fortemente nel rispetto dei ruoli. Tornando a Catania in Serie D era l’ultima possibilità per me di chiudere un cerchio, vincendo un campionato dopo non essere riuscito a riportare i colori rossazzurri in B. E’ stata un’emozione bellissima con dedica a mia mamma e mia suocera. Era troppo importante per me. A Caltanissetta ho pianto di gioia, ero felice dopo avere accumulato tanta tensione. Ero il giocatore in cui la città si rappresentava in me, io mi sono sempre preso le responsabilità ed ho cercato di essere ricordato principalmente come uomo. Non è mai facile vincere un campionato perché il blasone non scende in campo, ma siamo riusciti nell’intento grazie ad un grande gruppo. E noto che in questo Catania è stato creato subito un gruppo, sono ragazzi che stanno bene insieme. Percepisco questo ed è un segnale molto importante. Io mi sarei divertito a giocare in questa squadra se fossi rimasto, mi piace come gioca e la gestione palla a terra".
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