serie b

Vecchio Palermo, il tribunale chiede la revoca dell’ammissione al concordato preventivo: società dritta verso il fallimento. I dettagli

La vecchia società rosanero è ormai giunta al capolinea, entro due settimane la decisione del Tribunale

Mediagol92

"Due settimane, forse qualcosa di più, poi sarà fallimento: nemmeno un miracolo potrà salvare il «vecchio» Palermo, che ieri si è visto chiedere la revoca dell’ammissione al concordato preventivo".

Apre così l'edizione odierna de Il Giornale di Sicilia palando dell'U.S. Città di Palermo, società che non ha iscritto la squadra al campionato di Serie B e ormai destinata a scomparire. Nella giornata di ieri il tribunale fallimentare ha concesso ad Arkus Network, società che controlla il Palermo tramite il veicolo Sporting Network, una settimana di tempo per presentare memorie e controdeduzioni ai rilievi mossi dai creditori e anche dalla Procura di Palermo.

Successivamente altri sette giorni per i pm e per i creditori per controbattere. Dopodiché il Tribunale deciderà se revocare o meno il concordato, cosa che non lascerebbe scampo all'U.S. Città di Palermo che andrebbe così dritta al fallimento: "Che ha gravissime conseguenze per gli imprenditori e che, in sede penale, significa bancarotta fraudolenta per una serie di soggetti, tutti coloro che hanno avuto a che fare, nel tempo, con i «magheggi» nei conti di un club in sofferenza da anni", si legge sul quotidiano.

La richiesta di revoca del concordato si basa sul fatto che la società avrebbe effettuato spese per 370 mila euro per pagare consulenti ed esperti al fine di ottenere il concordato. L'atto non è illecito ma sarebbe dovuta essere Arkus Network a pagare, non la società, che tra l'altro "ha incaricato di predisporre il piano ad una società di consulenza, la Struttura srl, ritenuta riferibile allo stesso Salvatore Tuttolomondo", in questo modo "la mossa diventa un escamotage per sottrarre altro denaro a un’azienda - il vecchio Palermo - già di per sé abbastanza depauperata".