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Sforzini: “Tra due anni e mezzo in Serie A per sfidare la Fiorentina. Sono a Palermo per scrivere la storia”

"Cosa mi è mancato per entrare nel calcio dei campioni? Ci ho messo del mio: avrei dovuto essere più maturo, accettare qualche consiglio"

Mediagol92

"Il naso? L'hanno rimesso a posto. Ho preso una gomitata. Contro il Palermo tutti si accendono. Domani ci sarò, con la maschera. Corigliano? Mai fermarsi".

Esordisce così Ferdinando Sforzini, attaccante del Palermo, nell'intervista rilasciata ai microfoni de Il Corriere dello Sport. Il centravanti nativo di Tivoli ha siglato un gol con la maglia rosanero, ma quando è stato chiamato in causa non si è mai risparmiato. Tante squadre cambiate nel corso della carriera, il Tagliagole, non ha ancora intenzione di gettare la spugna, ha la stessa voglia di un ragazzino: "Gli infortuni mi hanno impedito traguardi migliori. Il primo gol? Con il Sassuolo contro il Pizzighettone: stop di petto e pallonetto. Il più bello devo ancora farlo (ride, ndr). Nel 2016, dopo la frattura alla tibia, sono uscito dal giro. L’età c’è, ma mi sento bene, a Palermo torno in pista per scrivere un pezzo di storia rosanero".

Arrivato in punta di piedi, Sforzini ha conquistato tutti, un po' come il tecnico Rosario Pergolizzi: "Non lo conoscevo. Persona vera, ti migliora sul piano caratteriale ed è un grande lavoratore. Ha inciso almeno al 60% sul nostro rendimento".

Alto, grosso e forte fisicamente, eppure il centravanti classe 1982 sa anche commuoversi: "Ho pianto due volte. Per mio figlio Marcello quando gli ho dedicato il gol in rosa e per una foto che mi ricordava il grave incidente. Sono separato e mio figlio vive con la madre. Mi piacerebbe stargli vicino ma con il calcio è difficile. Domani è al Barbera. Lui comunque accetta la nostra situazione. Giorni fa, ha fatto i compiti con me, lo vedo cresciuto e sveglio".

"Cosa mi è mancato per entrare nel calcio dei campioni? Ci ho messo del mio: avrei dovuto essere più maturo, accettare qualche consiglio invece, essendo testone, ho pagato dazio - ha raccontato Sforzini -. Avellino? Pensavo di meritare riconoscenza. Si è chiusa una porta e si è aperto un portone, un capitolo spero stupendo. Non ho mai giocato a Firenze? Tra due anni e mezzo potremmo essere in A. E si chiuderebbe un cerchio".