Parla Rinaldo Sagramola.
serie d
Sagramola: “Noi obbligati a vincere, in C sarà difficile. Svelo i nostri progetti, lo Stadio e il centro sportivo…”
Le dichiarazioni dell'amministratore delegato rosanero Rinaldo Sagramola in merito ai progetti del club: dalla ristrutturazione del "Renzo Barbera" alla creazione del centro sportivo
Intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb.com, l'amministratore delegato del Palermo ha commentato l'ottimo cammino del club rosanero, che sotto la guida del tecnico Rosario Pergolizzi si ritrova al primo posto in classifica e sembra poter essere in grado di raggiungere la promozione in Serie C.
Queste le sue dichiarazioni: "I risultati sono merito della mia squadra. Castagnini, Rinaudo, Argento. In quindici giorni abbiamo messo in piedi una squadra competitiva, pur strabica: con un occhio all’oggi ma già competitiva per la Serie D. Qui siamo obbligati a vincere, abbiamo tutto da perdere. Perché se perdi sei un fesso. Con Renzo c’è un rapporto di amicizia e professionalità che ci lega, ci siamo rimessi tutti in gioco. C’è la consapevolezza di avere un nucleo forte per costruire una rosa competitiva anche in C. Ma dobbiamo risalire almeno in B. Almeno, per poi organizzarsi per la A. Dobbiamo essere felici di vincere ogni partita, tutti i campionati. Dopo le dieci vittorie consecutive stavamo banalizzando, forse è anche meglio così. Abbiamo progetti, entusiasmo e responsabilità. Siamo coinvolti tutti, professionalmente, io più degli altri perché ho accompagnato la cosa sin dall’inizio. C’è l’entusiasmo di partecipare a un progetto importante. Poi se vai in Serie A si aprono mondi diversi, è chiaro. La C sarà anche più difficile, ci sono città importanti. Bari, Catania, Reggina, Catanzaro. Una di queste andrà in B, ma sono bacini di alto livello. In D ci sono impianti al limite della regolarità, le differenze tecniche possono annullarsi. L’aggressività e l’entusiasmo di chi gioca contro di noi, poi, fanno da padroni. Spesso chi vince la Lega Pro, invece, fa il doppio salto, come SPAL o Frosinone, lo stesso Parma. Vai con una struttura già importante. Se dovessimo fare come loro sarà motivo di vanto"
A proposito, in particolare, del progetto Stadio: "Il Barbera è da ristrutturare. Il terzo anello è provvisorio, fu aggiunto nel 1990, è ancora lì. La nostra idea è quello di ridimensionare. Prima o andavi allo stadio oppure leggevi la partita sul giornale. Adesso è diverso, puoi guardare le gare da casa con pizza e con gli amici. È successa la stessa cosa ai cinema negli anni ottanta. Allo stadio vivi il plus del colore, ma chi la segue in tv la vede meglio, ha il replay, gli spogliatoi… secondo me la capienza giusta è di circa 25 mila. Alla fine lo spettacolo è anche avere l’impianto pieno. Senza contare che uno stadio sempre e comunque tutto esaurito ti porta altri benefici. C’è chi rinnova la tessera perché ha paura di non avere il posto. Lo stadio, in Italia, deve essere al centro della città. Chi non abita nei pressi difficilmente ci capita se non nel matchday. Juventus Stadium piccolo? Secondo me no. Su 105 impianti ce ne sono solo 5 di proprietà: l’Atalanta è in un momento di grazia, ma ha una identificazione di versa, anche dal punto di vista territoriale. A Palermo non c’è, a Brescia nemmeno. E poi c’è sempre stata una proprietà bergamasca, Percassi, Ruggeri, Bortolotti. C’è un fortissimo rapporto con gente e città. Dalle altre parti no: anche a Firenze ci sono stati problemi con Della Valle, vedremo con Commisso che, al momento, è all’inizio. Ripeto: 25 mila posti sempre pieno è meglio di 30 con sold out occasionale. A Udine non sono riusciti a innescare un circolo completamente virtuoso perché la città è piccola, spesso lo stadio è mezzo vuoto e i seggiolini sono pitturati sul modello Alvalade dello Sporting Lisbona. Però i ricavi permettono di ammortizzare i costi in 8-10 anni, quindi è stato un buon investimento. Lo stadio dev’essere funzionale e, ripeto, in città, con la viabilità che c’è già. Per una fruizione quotidiana. La risposta dei tifosi rosanero quest'anno è stata straordinaria, perché stimolata intelligentemente. Hanno avuto di fronte un proprietario diverso: Mirri ha saputo far vibrare le corde giuste, parla da tifoso e palermitano. Da orgoglioso palermitano che vuole dimostrare che non bisogna essere sotto dominio straniero per fare qualcosa di importante".
Infine, una battuta sul Tenente Onorato di Boccadifalco: "Siamo in affitto, per noi è una seconda casa ma è un solo campo di allenamento. Molto bello, ma uno. Noi vogliamo un vero centro sportivo".
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