Da Palermo a Parigi fino a planare su Roma.
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Roma, Lady Pastore e i segreti del Flaco: “Ora siamo felici qui, i tifosi spesso non sanno. Svelo come è rinato Javier, gli insulti fanno male. Sul sesso vi dico…”
L'amore di Chiara Picone, moglie e compagna di Javier Pastore dai tempi di Palermo, è tra i principali segreti della rinascita sul campo del talento della Roma...
Realtà calcistiche, città, contesti e ambienti mutevoli. Dall'Huracan al salotto buono del calcio europeo, la carriera del Flaco è decollata in fretta. Dipanandosi sulla passione smodata per il calcio e plasmandosi su una certezza granitica a qualsiasi latitudine: l'amore profondo per la sua dolce Chiara. Legame disincantato, spontaneo, genuino. Sentimento nato e cresciuto al sole di quella Palermo che ha consacrato il Flaco stella di prima grandezza nel firmamento calcistico mondiale. Un amore cullato dall'incantevole mare di Mondello, che ha dato slancio alla vita ed alla carriera del talento argentino, crescendo e forgiandosi fino a diventare base solida e porto sicuro anche nei momenti più complessi. I frangenti critici e non semplici da gestire, nel percorso dell'ex idolo del "Barbera" non sono mancati, ma carattere, determinazione e calore della famiglia hanno contribuito a far superare anche gli ostacoli più insidiosi. Chiara Picone, figlia di Palermo e tifosa rosanero, ha lasciato il capoluogo siciliano a soli 19 anni per seguire l'uomo della sua vita con grande coraggio e la dedizione che solo una donna innamorata può nutrire.
Lady Pastore, ha svelato le dinamiche del rapporto con il Flaco ed i segreti del fantasista della Roma nel corso di un'interessante intervista rilasciata al format televisivo "In Voga" in onda su DonnaTv,. L'edizione odierna del quotidiano"Il Tempo" ha pubblicato una corposa anticipazione.
LADY PASTORE - "Sta diventando un lavoro essere la moglie di un calciatore? No, perché prima di tutto lo facciamo con amore. È una vita sotto i riflettori, tanti vedono solamente gli aspetti migliori: viaggi, vacanze, aerei privati. Possiamo comprare quello che vogliamo, ma non è tutto qui: siamo accanto a delle persone che ricevono una pressione fortissima; tutto quello che fanno è esposto, criticato, spesso con falsità. A prescindere da Javier Pastore, per me lui è Flaco - lo chiamo così - è il ragazzo semplice con cui sono cresciuta e con cui condivido tutto.
IL RITORNO DEL FLACO - Javier ha ritrovato fiducia, condizione ed è tornato protagonista anche a Roma? Si, ora sì. Ha trovato di nuovo un equilibrio con i tifosi, ma è stata dura. A volte capita di avere screzi con l’allenatore, di non sentirti apprezzato e un giocatore non è solo fisicità, è anche testa e, se non sei forte mentalmente, ne risenti in campo. I giocatori si perdono momenti di vita importanti e i tifosi questo non lo sanno. Abbiamo avuto una brutta esperienza con il nostro bambino più piccolo, è stato ricoverato tanto tempo in rianimazione appena nato. Javier andava comunque a giocare e dava il massimo, ma solo noi che siamo accanto a questi ragazzi sappiamo che cosa hanno davvero dentro e quindi, alcune volte, ci arrabbiamo al posto loro.
CRITICHE WAGS E SOCIAL - Le critiche dei tifosi giallorossi nel suo momento più difficile? Sono state pesanti. Però noi siamo una squadra, siamo andati avanti. Ora siamo felicissimi a Roma. Quest'anno poi sembra che la squadra sia più affiatata. Sì, c'è un bel gruppo, stanno bene insieme, in campo e fuori. Sì, abbiamo un gruppo whatsapp. Organizziamo cene, tra noi o con i mariti e poi i compleanni dei bimbi... Siamo tutti lontani da casa, qui la nostra famiglia sono i compagni di squadra. Non do molto peso, spesso la gente aggredisce solo per frustrazione. Non ti conosce, eppure insulta la tua famiglia e questo fa male. Io sono istintiva e vorrei rispondere, ma se sei esposto, devi essere pronto a sopportare. Il ritiro estivo è il momento più pesante dell’anno. Quando Flaco non c’è, a me manca tanto. Ma anche i ritiri sono importanti: lo stare lontano ci permette di capire quanto ci amiamo. È un papà molto presente, mi aiuta molto. Con il piccolo è migliorato tantissimo, cambia anche i pannolini e, quando io non ci sono, fa il mammo. Lasciare casa: a 19 anni sono andata via da Palermo per seguirlo a Parigi e non mi pento. È stata casa nostra per sette anni, ma quando lo ha chiamato la Roma, non ci abbiamo pensato un attimo: come fai a dire “no” a Roma. È una cosa di cui parliamo, nella vita non si sa mai: penso che dipenda da dove sia il trasferimento, ma io e i bambini rimarremmo qui comunque per il benessere della famiglia. Penso che se stai nel tuo con discrezione, non ti succede nulla. Non critico chi va a fare la spesa con un orologio di valore, ma io non lo farei mai.
CALCIO E SESSO E... - Il vademecum di Conte sulla vita sessuale dei calciatori? Sul consiglio di non andare a letto con altre siamo d’accordo... magari alcuni sciupano tante energie. Ma poi ogni giocatore sa cosa non deve fare sotto le lenzuola. Con i bambini ognuno parla la sua lingua. Tra noi, quattro parole in italiano, tre in spagnolo: uno spettacolo, avevo anche pensato di farne una sitcom. Poi nelle litigate a me esce anche il siciliano. Lui è amante della pasta, quindi un primo italiano e, per secondo, un piatto argentino. Il Palermo. Ma io tifo solo Flaco qualsiasi maglia indossi. Ci penso, anche perché ha un sinistro incredibile. Va a scuola solo con la maglietta della Roma, ha il pigiama della Roma... I figli si appoggiano. Se vuole fare il calciatore io continuerò a essere sugli spalti a fare il tifo, tanto ho già esperienza.
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