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Palermo, primi problemi: intoppi per la concessione dello stadio. I dettagli

"Nella vecchia concessione c'era scritto che le grandi vetrate dello stadio vanno tenute pulite e senza pubblicità. Fanno parte dell'immagine dello stadio"

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"Al momento l'utilizzo dello stadio Renzo Barbera da parte della Palermo Calcio avviene sulla base di un semplice verbale di consegna".

Apre così l'edizione odierna de Il Giornale di Sicilia, parlando del pensiero dei consiglieri comunali in merito alla gestione dello stadio. Per 'regolarizzare' la situazione è necessaria una convenzione che stabilisca e regoli in maniera chiara e dettagliata i rapporti tra il Comune di Palermo e l'SSD Palermo: "Così come avveniva, pur tra mille incomprensioni e difficoltà, quando la squadra era in serie A e il patron era Zamparini", spiegano i consiglieri comunali.

Una prima bozza di contratto di concessione in usocircola già tra gli uffici del Patrimonio, sulla stessa base del precedente accordo, con un canone annuo di 335 mila euro da corrispondersi in tre rate. Proprio il canone da corrispondere al comune è però il primo intoppo: "Non possiamo trattare il Palermo che è in serie D allo stesso modo di quando era in serie A -­ ha spiegato il presidente della commissione Bilancio e Patrimonio, Giovanni Lo Cascio -. Bisognerà dunque trovare una sintesi e un accordo per giungere a un prezzo molto più basso e adatto alle esigenze del momento".

Gli altri dubbi sono relativi alla data di inizio della concessione: da quando è iniziato l'effettivo utilizzo, dal momento della firma dell'intesa oppure da inizio campionato. L'unico punto certo è che l'amministrazione ha riservato a sé 191 posti per le cariche cittadine, compresi i 40 consiglieri comunali.

"Nella vecchia concessione - racconta Tantilloc'era scritto che le grandi vetrate dello stadio vanno tenute pulite e senza pubblicità e questo va mantenuto perché fa parte dell'immagine dello stadio. Per il resto -­ dice l'esponente di Forza Italia -­ penso che il Consiglio sia ben disponibile a venire incontro alle esigenze della società purché venga salvaguardato il bene comune e il suo utilizzo".