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Palermo, logica step by step nel modello City Group: il progetto come linfa del sogno

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Oculatezza, raziocinio e gradualità elementi imprescindibili alla base di un progetto tecnico ed imprenditoriale duraturo e vincente. il percorso del Palermo FC fedele espressione della filosofia strategica e operativa del City Football Group
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di Leandro Ficarra

MODELLO CITY FOOTBALL GROUP -  Basi granitiche da edificare, obiettivi da centrare, ambizione da nutrire e coltivare. Il tutto rigorosamente nell'ambito di un progetto imprenditoriale imperniato su inderogabili principi di lungimiranza e sostenibilità. Il futuro del Palermo FC blindato e cadenzato nella sua evoluzione, in piena conformità alla filosofia aziendale della galassiaCity FootballGroup.

La holding inglese di proprietà araba, tra le più prestigiose, facoltose e qualificate dell'intero panorama calcistico mondiale, non lascia mai nulla al caso. Pianificando e tarando al millimetro il piano di sviluppo ed ottimizzazione di tutti i suoi pianeti. Coniando progetti oculati e perimetrali, muovendo passi cauti ma decisi, tracciando orizzonti e range temporali perfettamente funzionali a bacino d'utenza, margini di crescita e specifiche peculiarità, economiche e territoriali, delle realtà organiche al gruppo.

Il club di Viale del Fante non è certamente esentato da questo tipo di logica. Businnes-plan eterogeneo a medio-lungo termine. Programmazione e gradualità che fanno rima, nella visione e negli auspici di proprietà e management, con successo e solidità. Il Palermo, a pochi anni dalla sua rinascita dalle ceneri di un rovinoso fallimento, è salito su un treno che orienta senza indugi la direzione e modula la velocità di crociera. Non saltando nessuna delle fermate previste nel tragitto verso la meta. Convoglio che ha ben chiara la sua destinazione e vuole raggiungerla senza eccessi di frenesia, né deleteri incidenti di percorso. Scongiurando il rischio di improvvidi deragliamenti o, ancor peggio, di smarrire le coordinate del sentiero.

L'approccio mediatico in sede di insediamento dei vertici del CFG era stato trasparente ed inequivocabile la scorsa estate.

Prima stagione mirata all'ormai famigerato consolidamento della categoria per poi, progressivamente, alzare l'asticella con vista sulla Serie A.

Piantare saldamente tende e piedi sul suolo, dimensionare minuziosamente le già captate tipicità e potenzialità di club, città e relativo indotto. Full immersion esplorativa e cognitiva, classica del modus operandi dei colossi del calcio globale 2.0. Dagli aspetti burocratici, finanziari ed amministrativi, propedeutici alla focale realizzazione delle infrastrutture:  fattibilità del nuovo centro sportivo  ed eventuale restyling del Renzo Barbera. Focalizzare il valore di brand e merchandising su scala mondiale, stimolare l'affluenza allo stadio e l'interazione con il pubblico, trovare la chiave per conferire valore, strumenti e prospettive di crescita al settore giovanile. Forgiare ed ottimizzare il comparto comunicazione, con innovazione, creatività e linguaggio informale ed istantaneo. Slang  fluido e diretto, conforme a tempi e target di riferimento. Con il chiaro intento di generare viralità, corroborando immagine ed incentivando il trend di fidelizzazione dei fans.  Un processo ritenuto dalla nuova proprietà imprescindibile, al fine di gettare le basi di un viatico virtuoso. Una parabola ascendente che concili parallelamente il risultato economico con quello sportivo. Fornendo un quadro attendibile in proiezione del rapporto tra costi e ricavi, delineando margini esplorabili e traguardi concretamente raggiungibili. Sotto il profilo tecnico, economico e societario.  Non vacui exploit, effimeri salti nel buio con effetto ascensore, ma un graduale e duraturo insediamento nell'olimpo del calcio che conta, foriero di stabilità e continuità.

Palermo, logica step by step nel modello City Group: il progetto come linfa del sogno- immagine 2

QUASI PER CASO AL BALLO DEI PLAYOFF - Il primo step, nonostante il tumultuoso ribaltone tecnico-dirigenziale a pochi giorni dall'avvio del campionato, i limiti strutturali e le lacune palesate dall'organico, i troppi punti persi per strada, è stato completato senza troppi affanni.

La prospettiva di disputare i playoff promozione, legittimata da classifica e andamento lento delle contendenti, è naufragata con dinamiche rocambolesche e traumatiche, negli ultimi novanta minuti, oggetto di cocente e comprensibile rimpianto. Una chance contingente figlia di un campionato anomalo e tendenzialmente livellato verso il basso, al netto di quattro o cinque formazioni di spessore, dal sesto posto in poi.

La compagine di Corini, con una sfilza interminabile di pareggi e ottenendo appena due vittorie nelle ultime quindici gare, si è classificata al nono posto, finendo fuori dalla griglia playoff per il computo degli scontri diretti con il Venezia. Qualificazione che avrebbe comunque ottenuto, nonostante l'ennesima inopinata rimonta subita dal Brescia da situazione di doppio vantaggio, se Canotto non avesse firmato a fil di cronometro, in pieno recupero, il gol vittoria della Reggina contro l'Ascoli. Senza le vicissitudini extra campo, con annessa penalizzazione inflitta dalla giustizia sportiva alla squadra di Inzaghi, le chance di Brunori e compagni sarebbero obiettivamente state ancora più ridotte.

Il Venezia ha acciuffato il treno playoff con quarantanove punti conquistati, tanti quanto il Palermo.

Nella stagione di Serie B 2021-2022, l'ottava classificata (il Perugia) aveva totalizzato ben cinquantotto punti, la settima (il Benevento) addirittura sessantatré. Due stagioni addietro (2020-2021) settima ed ottava si classificarono Chievo e Brescia, con cinquantasei punti conquistati.

Dati eloquenti, che certificano l'assoluta particolarità del torneo cadetto la cui regular season è da poco terminata. Con numeri in classifica da tranquilla salvezza, il Palermo si è trovato a giocarsi una chance offerta da fato e dal verificarsi di circostanze di estrema rarità,  Dimostrando, suo  malgrado, sul rettangolo verde di non avere in dote personalità, forma mentis e cifra tecnica per saperne approfittare.

Scelte tecniche talvolta discutibili targate Corini, performance deludenti di big, o presunti tali, che avrebbero dovuto e potuto spostare gli equilibri, infortuni pesanti a stagione in corso, mancanza di esperienza e malizia utili a congelare il risultato e disporre dell'avversario in condizioni di prevalenza o vantaggio. Qualche stella che si è eclissata senza mai brillare, in un sistema di gioco di matrice pragmatica e fisiologicamente conservativo. Tanti lodevoli gregari che, per galleggiare sugli standard medi della categoria, hanno spinto ben oltre i propri limiti. Arrancando ed andando vistosamente sovragiri.

Di tutto un po' dietro i tanti punti smarriti lungo la via. Resta la sensazione, piuttosto fondata, di una squadra con acclarati limiti strutturali- Troppi e di variegata natura per nutrire reali ambizioni di vertice. Gruppo che ha totalizzato i punti ed ottenuto la posizione consona alla sua effettiva dimensione. O almeno a quella mostrata settimanalmente sul manto erboso.

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FUTURO E CAMBIO DI MARCIA - Archiviato l'anno zero. non certo indimenticabile per qualità del gioco espresso e trasporto emozionale indotto dalle prestazioni della squadra di Corini, prende corpo la fase due. Background e spessore professionale di un totem sul piano gestionale ed amministrativo, come Giovanni Gardini, costituiscono una garanzia. Le  recenti dichiarazioni dell'ex dirigente di Lazio ed Inter assurgono a preludio del secondo capitolo di un libro da sfogliare con pazienza, fiducia ed entusiasmo. Con l'auspicio di godersi il suo gustoso e naturale epilogo.

Il Palermo edizione 2023-2024 dovrà doverosamente elevare l'asticella di budget, investimenti ed ambizione. Allestendo una squadra concretamente in grado di competere per la promozione in Serie A, senza se e senza ma, attraverso una profonda rivisitazione e d un massiccio potenziamento della rosa attuale. Ghiotta opportunità per Corini, che potrà teoricamente coniare, fin dai primi giorni del ritiro estivo, identità tattica e mentale, un calcio più audace, armonioso e propositivo,  in virtù di un organico presumibilmente di struttura e cifra tecnica ben diversa rispetto a quello precedentemente guidato. Provando a fugare scetticismo e moto di dissenso nei confronti del suo operato. Coronando il sogno di bissare da condottiero in panchina la storica promozione ottenuta in rosanero da leader e calciatore simbolo.  Palermo atteso protagonista in sede di calciomercato estivo, con Rinaudo e Bigon che sono già al lavoro, coadiuvati da una nutrita e capillare rete di scouting per comporre una rosa dal rimarchevole spessore.  Alla ricerca di innesti mirati che dovranno portare in dote personalità, carisma, esperienza, ma, soprattutto, qualità.

Il tifoso vuole comprensibilmente sognare, emozionarsi, sussultare e vincere. Comunque, avere la percezione che si è profusa ogni stilla di energia, speso il massimo ardore per provare a farlo. La delusione di pancia per i playoff sfumati sul filo di lana è fisiologica. Umana ed accorata reazione per chi trepida e tifa dagli spalti, bramando per le sorti della squadra del cuore. La straordinaria passione mostrata da buon parte del pubblico rosanero, anche in una stagione dichiaratamente di transizione, denota attaccamento ai colori sociali, una fede calcistica incrollabile ed incondizionata.. Al contempo, tra le pieghe della delusione per la mancata partecipazione ai  playoff, traspaiono a mente fredda maturità e consapevole fiducia nella statura manageriale dell'attuale proprietà. Dissidio interiore canonico, vissuto con malcelato tumulto, da chi sa che vale la pena aspettare, ma scalpita e non sta più nella pelle. L'onda di amore che ha colorato ed animato il Barbera, i sistematici sold-out del settore ospiti in trasferta per sostenere i propri beniamini. Valori aggiunti e patrimonio inestimabile da tutelare, la cui grandezza va oltre ogni  algoritmo e rigido parametri di calcolo.

 

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