serie d

Palermo-ACR Messina, Parisi: “Zamparini voleva riportarmi a casa. Rimpianti? Non aver mai fatto un gol ai rosanero”

"Amo la mia città e non la rinnegherò mai. Nel calcio però per ben due volte non ha creduto in me"

Mediagol92

Ricordi.

Alessandro Parisi, ex difensore del Messina, nato a Palermo, ha segnato la storia del club giallorosso nella massima serie con gol, assist e splendide prestazioni. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, i classe 1977, oggi allenatore delle giovanili del Cus Unime ha parlato della sfida che andrà in scena domenica allo stadio Renzo Barbera tra i rosanero ed i giallorossi: "Campionato chiuso? No, il Palermo dovrebbe farcela, ma sarà meno facile di quanto si pensi".

Parisi, pur essendo palermitano non ha mai indossato la maglia rosanero: "Sul tema ho un rimpianto. Non aver mai segnato contro il Palermo. Se avrei esultato? Non conosco l'ipocrisia: sì. Amo la mia città e non la rinnegherò mai. Nel calcio però per ben due volte non ha creduto in me. Sono cresciuto in rosanero. Poi la prima squadra, l'esordio in C. Ma mi sono trovato costretto a partire. Poi l'anno in cui andai a Messina, il Palermo di Zamparini voleva riportarmi a casa, ma siccome ero palermitano, pensavano che dovessi accettare certe condizioni. Per intenderci, che dovessi accontentarmi. I tifosi pensarono che fu un mio rifiuto, ma si sbagliavano".

Col Messina la storica promozione nella massima serie, anche grazie ad i suoi 14 gol: "Nella partita della promozione contro il Como, non stavo bene fisicamente e durante il riscaldamento mi chiese: 'Allora, com' è?' Ed io: 'Non sto bene e questa partita è troppo importante. Ci giochiamo la Serie A'. Lui mi fa: 'Ale, tu puoi giocare anche con una sola gamba'. E in effetti non si sbagliava. Ho pure segnato".

A Messina due squadra, l'FC e l'ACR: "Un errore clamoroso. Una dispersione di energie, e non solo economiche. Al di là dei marchi - e in tal senso io sono affezionato a quello dell'Fc Messina - il progetto del club di Arena mi sembra sinceramente più solido e di prospettiva. Ma una unione d'intenti sarebbe l'ideale".